



di Valentino Tavolazzi
Ora sono tre le proposte di modifica dello statuto comunale sul servizio idrico integrato, al netto della proposta del movimento referendario acqua pubblica. Nella commissione di venerdì Pd ed alleati hanno proposto la loro formulazione: “Il Comune riconosce l’acqua quale patrimonio dell’umanità, bene comune, diritto inalienabile di ogni essere vivente, privo di rilevanza economica, la cui gestione non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno, in quanto bene essenziale per garantire pari dignità a tutti i cittadini”. La modalità scelta dalla maggioranza è stata l’emendamento alla proposta del Prc/Pdci, palesemente finalizzata a catturarne il consenso. Progetto per Ferrara ha evidenziato la debolezza di tale formulazione.
Essa non contiene la scelta “politica” della gestione pubblica dell’acqua (anche se non la esclude), come invece è affermata con chiarezza dalla proposta Ppf: “Il Comune si impegna a garantire che la gestione del servizio idrico integrato sia effettuata esclusivamente da soggetti interamente pubblici”.
Tale passaggio, non contenuto nemmeno nella proposta Prc/Pdci, è stato recepito dal consiglio comunale di Torino l’8 febbraio scorso, con 29 voti favorevoli su 31 votanti.
Nel capoluogo piemontese Pd, Idv ed alleati, maggioranza di governo della città, hanno di fatto sancito non solo il principio che la proprietà delle reti deve essere pubblica (imposto pure dalle norme nazionali), ma anche che la gestione del servizio idrico integrato avvenga senza scopo di lucro, da parte di soggetti interamente pubblici.
A Ferrara città, dove il servizio è gestito da Hera, soggetto non interamente pubblico, la posizione di Pd e maggioranza è assai più sfumata e possibilista. La formula scelta “gestione non assoggettata alle norme del mercato interno” lascia le porte spalancate ad affidamenti del servizio, senza gara, a soggetti non interamente pubblici o addirittura privati. Una formulazione, quella della maggioranza comunale, adatta allo scenario in cui Hera avrà ridotto le partecipazioni pubbliche al di sotto del 50%, secondo quanto previsto dalla legge, trasformandosi così in un soggetto a prevalente capitale privato. Quando ciò accadrà ed alla scadenza del contratto, il Comune, stando alla formulazione del Pd, potrà riaffidare ad Hera “privata” il servizio idrico integrato, senza gara, con buona pace dello statuto e sempre che la legge nazionale lo consenta. Dunque nessun impegno politico nella direzione della gestione pubblica dell’acqua, anche quando fosse ammesso dalle norme.
Progetto per Ferrara ha ribadito in commissione la propria ferma posizione per una gestione interamente pubblica dell’acqua, come avviene oggi in provincia con il Cafc, unica garanzia contro il “fine di lucro”, legittimo per i privati, e per la tutela degli interessi dei cittadini. Purtroppo le proposte in commissione saranno sottoposte al voto non prima dell’esame di tutte le altre modifiche dello statuto presentate dai gruppi. Ci vorranno mesi, se non cambierà la modalità di votazione, come richiesto da Ppf.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf Movimento 5 Stelle