



di Valentino Tavolazzi
E’ confermato: al Sant’Anna non rimarrà alcun servizio di emergenza, né si pronto soccorso di stabilizzazione. Lo hanno dichiarato ieri in commissione consigliare il direttore generale dell’azienda ospedaliera Riccardo Baldi ed il direttore sanitario Davide Fabbri. Quando Cona aprirà (non esiste una data certa, ma non nel 2010), in città verranno meno l’assistenza notturna, per qualsiasi necessità, le prestazioni oggi erogate al Sant’Anna in day hospital, le radioterapie e le chemioterapie oggi effettuate in giornata senza ricovero. Anche le dialisi saranno ridotte (una parte, per i pazienti più critici, sarà trasferita a Cona). In città non ci saranno più TAC, PET ed altre strumentazioni diagnostiche sofisticate. Gli strateghi sanitari del Pd costringeranno gli anziani a spostarsi ogni giorno a Cona per chemioterapia o radioterapia, oggi prestate in day hospital al Sant’Anna. Dovrà recarsi a Cona anche chi, dopo le 20, avrà bisogno di assistenza per una storta, per una piccola ferità, per un principio di colica renale, per una scottatura. I portoni del Sant’Anna, la notte, saranno sprangati. Tutto questo, nell’incertezza sulla disponibilità di mezzi di trasporto, 24 ore su 24, tra il centro cittadino e Cona.
Scelte irresponsabili, burocratiche, fatte da una maggioranza di centro sinistra, che dovrebbe essere attenta ai bisogni dei cittadini più svantaggiati e che invece costringe i residenti in città a recarsi a Cona per necessità assistenziali banali. Senza contare i disagi per i familiari dei pazienti ricoverati nel futuro nuovo ospedale.
Anche la chiusura del pronto soccorso del Sant’Anna sarà devastante. Una decisione presa in assenza di un piano per l’emergenza che soddisfi l’obbiettivo di migliorare il servizio ai cittadini. Chiunque comprende il rischio associato al trasporto in ambulanza, per esempio da Pontelagoscuro, Porotto, Cassana, Corso Isonzo, di un paziente colpito da una patologia acuta e urgente, magari dell’apparato cardiocircolatorio, quando dieci, quindici minuti fanno la differenza. Chi sostiene che il trasporto a Cona sia più sicuro ed efficace che al Sant’Anna, medico o no che sia, consigliere comunale o no, se dotato di comune buon senso, si limita a difendere scelte sbagliate compiute dal suo partito. Quale sarà la probabilità dell’aumento di decessi a causa dell’aumento dei tempi di trasporto dei pazienti in condizioni di emergenza?
Ieri in commissione la giunta ed i vertici dell’azienda si sono presentati ancora senza alcun documento che illustri il progetto sanitario complessivo ed il sistema di emergenza. Si spaccia per programmazione un metodo che in vent’anni non è stato in grado di dare ai ferraresi un nuovo ospedale, né di ristrutturare quello esistente. Progetto per Ferrara, durante il consiglio straordinario su Cona, ha proposto una risoluzione chiara al riguardo, che ovviamente Pd, Idv ed alleati hanno bocciato. Essa impegna il sindaco e la giunta ad ultimare nel più breve tempo possibile il nuovo ospedale di Cona, ai più alti livelli di eccellenza, sia riguardo alle prestazioni sanitarie e di servizio, che per quanto attiene alle modalità di accesso (infrastrutture di trasporto adeguate, frequenze dei mezzi pubblici idonee, parcheggi gratuiti). A mantenere l’attuale ospedale Sant’Anna operativo ad elevati livelli di qualità per l’erogazione delle seguenti prestazioni sanitarie: emergenza (completa delle unità necessarie), day hospital, visite ambulatoriali, diagnostica, chirurgia ambulatoriale, terapie intensive e non (chemioterapia, radioterapia, dialisi, altre), ogni altra prestazioni sanitaria che non richieda ricovero. A chiedere alla Regione di garantire gli investimenti necessari all’adeguamento del Sant’Anna per gli scopi sopra esposti e di destinare parte delle strutture di Cona, eventualmente sovra dimensionate, ad altre funzioni (per esempio universitarie). Ad utilizzare le volumetrie residue nell’area Sant’Anna per funzioni esclusivamente di pubblico servizio.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf