



di Tommaso Mantovani
Voglio il copyright su quanto proposto dagli ambientalisti già una decina di anni fa… Ora che la crisi internazionale (che a differenza di quella del ’29 non è solo economica, ma anche ambientale) ha creato uno stato d’emergenza anche per la chimica industriale, si comincia ad aprire gli occhi. Speriamo che non sia troppo tardi. Il sindacalista Luca Fiorini finalmente parla di due problemi cruciali, ancora da sciogliere, per il petrolchimico di Ferrara: le bonifiche del suolo da parte delle aziende interne e l’approvvigionamento energetico delle stesse. Entrambi avrebbero dovuto essere risolti in cambio della costruzione della centrale a turbogas di SEF-Enipower, a detta degli industriali, degli amministratori e dei sindacati stessi.
Solo ora si ammette che le bonifiche sono state effettuate solo nei 12 ettari della turbogas (su 250 dell’intero polo)e che la stessa centrale non ha ridotto il costo dell’energia alle aziende vicine. Anzi, per poco Nylco e P-Group non hanno chiuso per i debiti che avevano contratto con Enipower. Ricordo anche le offese più o meno dirette che arrivavano e arrivano ai cittadini ambientalisti che si erano opposti all’ecomostro: “bloccate l’occupazione e il progresso”; “volete affamare gli operai”. Purtroppo, la chimica pesante è una voce in perdita per la stessa Eni, che preferisce puntare sull’energia, come ha ben dimostrato a Ferrara. Lyondell-Basell, checché ne dica il direttore Meis, non naviga in buone acque (hanno commissariato la sede di Houston); a Nylco e P-Group si è messa una pezza. Allora, come già temeva Norbert. Wiener (creatore della cibernetica) invece di accettare che sia ancora il grande capitale a monopolizzare e a bloccare la ricerca con il sistema dei brevetti industriali, perché non puntare su alternative di mercato? S. Latouche parla di una possibile “decrescita felice”, che salvi l’economia e l’ambiente. Si dice sempre che i bravi imprenditori rischiano. Allora dove sono finiti i brevetti sulla plastica ricavata dal mais? Ho ancora una piccola macchina fotografica creata negli anni ’70 nel polo di Ferrara. E dov’è finito il riciclo della plastica, che vedeva negli anni ’80 Ferrara all’avanguardia? Per non parlare delle specializzazioni nella bonifica dei suoli e delle falde, come possiede Forster Wheeler, che ha operato nel sito della turbogas…Ne beneficerebbero le aziende, i posti di lavoro e la salute di operai e cittadini.
Tommaso Mantovani – MoV5stelle-BeppeGrillo.it