



di Angelo Storari
L’unità sindacale è certo un bene da perseguire, ma non a scapito dei diritti dei lavoratori. Stiamo assistendo da parte degli enti pubblici, siamo essi Provincia o Comune o Asp, ad esternalizzazioni alle cosiddette cooperative, a fenomeni di mobbing strisciante, generatore di burn out professionale, anche in settori delicati come quelli dei servizi all’infanzia e agli anziani, che si manifesta anche con sotto inquadramenti, diseguaglianze tra operatori che svolgono medesime o analoghe mansioni e contemporaneamente alla caduta della qualità dei servizi socio-sanitari, per non parlare del fenomeno dei concorsi ad hoc per stabilizzare precari amici o premiare dipendenti fedeli. Una giungla nell’organizzazione del lavoro e dei servizi, impastata con il noto clientelismo, che ha come unico scopo tagliare i costi senza alcuna attenzione alla qualità dei servizi ai cittadini.
La posizione della Cgil offre l’occasione per una riflessione politica sul tema e va salutata con attenzione e rispetto. Questa non vuol essere una difesa aprioristica di privilegi di certi settori del lavoro o dei dipendenti pubblici, in cui sacche di disaffezione e menefreghismo sono pur presenti e tra l’altro spesso coincidenti con le aree flagellate da nepotismi e governate da caste, anche sindacali. Ma le denunce di questi giorni vanno salutate con favore e anziché essere condannate, al di là dei toni, andrebbero ascoltate e interpretate senza colorazioni politiche pregiudiziali.
C’è da augurarsi che questi segnali siano un sintomo vero di inizio di riscossa e svincolo sindacale dall’abbraccio mortale e asfittico con il Pd (ma con qualsiasi partito che diventi il referente politico), e che anche nei sindacati venga adottata quella sana regolamentazione che Ppf e il Movimento 5 Stelle si sono dati, di una limitazione a due mandati che favorisce alta rotazione e ricambi nei quadri.
Le vicende nazionali (Fiom Cgil) e questa locale fanno sperare nei segnali di un ritorno alle origini del ruolo del sindacato, da incubatore di pseudo talenti politici e cinghia di trasmissione dei partiti, a quello di difesa dei diritti dei lavoratori onesti e contro il deflagrante flagello del precariato. Questo noi auspichiamo.
Angelo Storari (Ppf/M5*)