



di Valentino Tavolazzi
Ieri in consiglio comunale, nella seduta dedicata alle informazioni del sindaco sulla Spal, Tagliani non ha risposto alle domande poste pubblicamente più volte da Progetto per Ferrara sulla vicenda del fotovoltaico. Né ha chiarito che cosa intendesse con collaborazione “pubblico-privato”, definizione da lui utilizzata il giorno dell’inaugurazione del fotovoltaico, tuttora inattivo. Infine non ha spiegato chi incasserà gli introiti dell’impianto, costruito e finanziato da Turra, imprenditore bresciano. Ppf ha riproposto nel corso della seduta i quesiti più importanti, totalmente ignorati dal sindaco.
Perché Tagliani, in un momento di crisi, con le casse del Comune vuote, con una mano ha pagato a Hera un vecchio debito di 750 mila euro, dopo aver pagato quasi 600 mila euro nel 2010 con la stessa motivazione, e con l’altra ha prelevato ai cittadini, pensionati e cassintegrati 3,9 milioni di euro di aumento dell’addizionale Irpef?
Perché Tagliani ha riconosciuto a Hera un presunto debito del 2000, dai risvolti formali assai dubbi, in assenza di un progetto approvato, di un impegno a bilancio, senza una perizia legale, in assenza di formali richieste da parte del presunto creditore, dopo anni di silenzio sia da parte del Comune che di Hera? Perché lo ha fatto utilizzando l’avanzo 2010, che poteva essere destinato ad alleggerire la pressione sui cittadini nel 2012 o a garantire più servizi e più investimenti?
Perché Tagliani ha deciso improvvisamente, a partire dalla fine del 2010, di pagare quei soldi ad Hera, dopo anni di oblio, nei quali nessuno aveva sentito l’urgenza di farlo? E perché lo ha fatto proprio in concomitanza con il progetto di salvataggio della Spal, lanciato pubblicamente qualche mese prima del primo pagamento ed ora certamente fallito?
Quale ruolo ha Hera nell’operazione parco fotovoltaico della Spal e più in generale nel salvataggio della società? Esiste una relazione tra le somme riconosciute dal Comune ad Hera per il vecchio debito del 2000 (1,5 milioni di euro in parte pagati) e le vicende societarie della Spal, ivi inclusa la realizzazione del parco fotovoltaico?
Se la Spal fallisse, chi incasserebbe i proventi della vendita di energia del parco fotovoltaico? Turra, Hera, Comune, altri? Ed attualmente, visto che l’investimento l’ha fatto Turra su una discarica gestita da Hera, quali rapporti societari consentono alla Spal di incassare i proventi, al posto di chi ha finanziato e costruito l’impianto (Turra) e di chi ha messo a disposizione il sito (Hera/Comune)? Qual è la posizione al riguardo degli altri soci pubblici di Hera?
Che significato hanno le dichiarazioni rilasciate dal sindaco al Resto del Carlino. “Tagliani ha sottolineato il lavoro svolto di comune accordo da Spal e istituzioni, dal Comune alla Provincia, l’ente competente per materia sul fotovoltaico. Nel suo intervento, due cose ha tenuto a precisare e ripetere, più volte e in vari modi: «Tutto questo si fa per la Spal. Il calcio professionistico vive giorni critici ovunque, e questa collaborazione tra pubblico e privato è al servizio della Spal, per sostenere una squadra della città che è di tutti. Adesso però ci si aspettano soddisfazioni, divertimento: si vogliono vedere cose belle come la partita di domenica. E bisogna che la società ritrovi serenità dopo qualche passaggio difficile. Sbloccati i finanziamenti, attendiamo riscontri anche in questo senso. Ora la società sarà più serena e potrà investire»”.
*Consigliere comunale Ppf