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24 Giu, 2010

In Italia, con la scusa delle “ rinnovabili “ si sono incentivate le industrie sporche e assistite: Ora basta!

Inserito da: PpF In: Ambiente e salute

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di Claudio Cavallari

Il Governo con l’articolo 45 della manovra finanziaria “lacrime e sangue” taglia i “certificati verdi”. Come al solito alcune associazioni ambientaliste (Legambiente in testa ma anche WWF) “levano pianti strazianti” perché si ripristini il sistema precedente perorando la causa addirittura alla Confindustria di Emma Marcegaglia. Il risultato è che un “partito trasversale” sta cercando di ritornare “ai vecchi santi” per continuare a “far bisboccia” con circa il 7% delle nostre bollette elettriche che “storicamente” anziché incentivare le energie rinnovabili è andato a far la fortuna di Moratti e dei gestori di inceneritori e combustioni varie. NOI VOGLIAMO ANDARE IN CONTROTENDENZA.

E non tanto perché riteniamo “buona” questa manovra finanziaria che è socialmente iniqua e negativa per le complessive politiche del territorio (con condoni edilizi più o meno espliciti). MA SUL CASO SPECIFICO E’ STORICAMENTE SBAGLIATO EQUIPARARE GLI INCENTIVI FAVORITI SUL PIANO NORMATIVO ALLE ENERGIE RINNOVABILI CON LO SVILUPPO EFFETTIVO DELLE STESSE.

 Al contrario, e noi che nel silenzio totale dei mass media (dalla stampa ufficiale al Manifesto) stiamo promuovendo
la VERTENZA CONTRO I CIP6 ne siamo sempre più consapevoli, i “famigerati” CIP6 e poi i successivi “certificati verdi”HANNO FAVORITO L’INDUSTRIA SPORCA DELLA COMBUSTIONE DEI CASCAMI PETROLIFERI (“assimilata” illegalmente a “fonte di energia rinnovabile”) E DEI RIFIUTI. Non è cambiato niente, allorché continuando a persistere la “truffa dei cip6″si è varato (dopo la approvazione della direttiva UE 2001/77) i “certificati verdi” con il Decreto Bersani 79/99 che in barba alla stessa normativa UE hanno continuato a foraggiare addirittura la combustione del CDR (Combustibile da Rifiuti) contenente plastiche di origine petrolifera. Il risultato è stato quello di “far da tappo” allo
sviluppo dell’energia solare in primis il cui sviluppo (nel Paese del sole!) è praticamente meno che marginale.

 Ma i “nostri” (Legambiente che in genere è favorevole agli inceneritori la capiamo ma francamente ci stupisce il WWF.)
“ambientalisti in versione Marcegaglia” tenteranno di dire che dal 2007 “il sistema è cambiato”e che quindi ora, con l’art. 45 sarebbero davvero a rischio le energie rinnovabili.

MA QUALE FILM HANNO VISTO! O hanno gli occhi a forma di dollaro come Paperone? Se i numeri hanno una qualche rilevanza si è fatto di tutto per indirizzare il sistema di incentivazione A FAVORE DELLA COMBUSTIONE DELLE BIOMASSE che gode di incentivi che arrivano a triplicare i ricavi derivanti dalla produzione di energia elettrica.

 E non solo: almeno si fosse incentivata la produzione di calore attraverso il teleriscaldamento (in genere più facile con i piccoli impianti)! No, gli incentivi stanno premiando i grandi impianti (dei soliti gruppi industriali dell’industria assistita e sporca italiana) finalizzati a produrre solo energia elettrica provocando non occasioni di risparmio
energetico MA DI VERA E PROPRIA DISSIPAZIONE ENERGETICA! Le somme andate alla incentivazione della combustione delle biomasse sono circa 50 volte superiori a quelle che hanno incentivato l’ energia solare.

Non a caso mentre il contributo energetico nazionale derivante dalla combustione delle biomasse risulta del 2,7% quello derivante dal solare (dati fotografati dal “Biomass Report 2009” redatto dal Politecnico di Milano) rimane dello
0,05%, mentre quello dell’eolico si attesta sullo 0,6%). DIFENDERE UN SISTEMA DEL GENERE DEL TUTTO SQUILIBRATO NON DIFENDE NE’ SALUTE, NE’ L’AMBIENTE ED E’ IPOCRITA perché è funzionale a favorire operazioni industriali assistite e con i soldi dei cittadini e ancor più intollerabili in un periodo in cui agli stessi cittadini si chiedono pesanti sacrifici.

Non è casuale che l’affare degli “incentivi” si sia spostato verso la combustione delle biomasse. Infatti non solo risulta appetibile bruciare legno cippato e/o olii vegetali ( a partire dall’olio di palma che ha significato la deforestazione di intere aree dell’Indonesia) grazie ai generosi “coefficienti” attribuiti per legge che innalzano la “resa” dei “certificati verdi”ma che, comunque, hanno un rilevante costo di approvvigionamento.

L’affare sta NEL BRUCIARE LA BIOMASSA CONTENUTA NEI RIFIUTI INDUSTRIALI (dal comparto agro- alimentare a quello del mobile e del legno trattato e della produzione di carta) e della parte biodegradabile dei rifiuti urbani incamerando i ghiotti costi di conferimento oltre ai certificati verdi. Pur per inciso, ribadiamo che la biomassa PUO’ E DEVE ESSERE COMPOSTATA o nel caso del “cippato” può essere utilizzata in almeno 5 modalità alternative alla sua combustione (dal pannello per la bioedilizia alla strutturazione dei processi aerobici di compostaggio e alla realizzazione dei relativi biofiltri).

NOI SIAMO QUINDI PER AZZERARE TUTTA LA PARTITA DEGLI INCENT IVI riscrivendola dopo aver smascherato una truffa che è già costata OLTRE 50 MILIARDI DI EURO a noi tutti. Truffa che mentre ha beneficiato (danno e beffa!) i “soliti noti” a scapito di salute ed ambiente ha lasciato al palo riciclaggio ed energie pulite per davvero (a partire da quella solare).

Inoltre appare sempre più chiaro che mentre gli “inceneritori dedicati” vengono quasi sempre bloccati e comunque combattuti la “COMBUSTIONE DELLE BIOMASSE” DIVIENE LA NUOVA FRONTIERA” PER PROMUOVERE L’INCENERIMENTO.

Anche per questo acquista ulteriore rilevanza sostenere la VERTENZA CONTRO I SUSSIDI ALL’INCENERIMENTO che l’Associazione DIRITTO AL FUTURO www. dirittoalfuturo.org  sta portando avanti da circa un anno.
 

Claudio Cavallari
Torino

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  • Valentino Tavolazzi: Ing. Savini, come le ho scritto sei anni fa, saremmo ben lieti di pubblicare un intero suo articolo nel nostro sito, con la sua completa versione dei
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  • vittorio savini: ,,,aggiungo inoltre che vi è stata un' ORDINANZA del tribunale di Ferrara (artt. 676 C.P.P.) n. 250/2016 del 2 novembre 2016 a firma del giudice Pier

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