



di Fulvio Biagini

Nonostante il caldo asfissiante e l’assenza oramai cronica di piogge, sul Comune di Ferrara continuano a scatenarsi quasi quotidianamente temporali e saette che mettono a durissima prova la pazienza e le tasche dei cittadini sempre meno cittadini e sempre più solo pagatori!
Il lunghissimo contenzioso con il vinificatore alto-atesino sta portando al baratro dell’insolvenza le casse comunali; si vuole correre ai ripari, svendendo il patrimonio di proprietà o addirittura il magnifico portafoglio di azioni Hera acquisito con mirabolanti e “vantaggiosissime” operazioni finanziarie da quelli stessi che poi si dichiarano incapaci di intendere e volere sulla questione Dexia. Strana faccenda anche questa, bravissimi a trattare con Hera, a comprare e vendere società, azioni, partecipazioni e disinformati su come si tratta con una banca!
E’ chiaro che quando la diga fa acqua, da qualche parte occorre tamponare, peccato che come al solito errori e leggerezze di chi governava e ancora ora governa li paghino sempre gli stessi e che questi stessi si sentano minacciati di chissà quale iattura fiscale.
Questo fulmine estivo colpisce anche per il suo inaspettato arrivo, e alcune domande nascono spontanee: ma quanti altri fulmini sono ben nascosti nei cassetti delle scrivanie? Come mai non è mai stata informata la cittadinanza, magari tramite il Consiglio comunale di questa vicenda se non quando era impossibile tenerla ulteriormente nascosta? Come mai nell’iperbolica presentazione di Mister 128 Milioni sul bilancio della Città si è dimenticato di dire anche della mazzata che stava arrivando?
Troppe domande, lo so, ma sono curioso di natura e anche un po’ diffidente verso chi da decenni racconta quello che vuole, nasconde quello che non vuole appaia, gira e rigira la frittata incolpando questo e quello, magari anche se stesso come nel caso del Derivato.
Dovremo tutti informarci, prima che sia utilizzata come solita scusa, dove fosse il consigliere del PpF nei lontani anni 80, sicuramente qualche allampanato medico o qualche giovane in carriera politica troveranno in lui la responsabilità di essersi bevuto quel vinello.
Ora credo che nemmeno il più ricco dei magnati russi, o multimiliardari texani, si possano permettere la bottiglia di Lagrein da un milione e settecentomila euro; calice amarissimo che dovranno ingoiare i ferraresi, che penso siano oramai sazi dello stesso trattamento che da anni continuano a subire.