



di Tommaso Mantovani
A proposito dell’aumento di inquinanti con la triplicazione dell’inceneritore di via Diana, permettemi di dire “l’avevamo detto”. Già 2 anni fa, come ambientalisti avevamo paventato questo pericolo, in piazza e in audizioni con sindaco e assessori. Senza scomodare Lavoisier (“nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma”), ci sembrava lapalissiano che se da 42.000 t. di rifiuti bruciati si passa a 130.000 (questa è l’Autorizzazione Integrata Ambientale che la Provincia ha concesso ad Hera), aumentano inevitabilmente le emissioni nell’aria e le immissioni nell’ambiente. In più, i filtri che vengono utilizzati da Hera non sono in grado di trattenere le nanoparticelle dai 2,5 micron di diametro in giù; e la ammoniaca utilizzata per abbatterle fa quello che può. Anzi, aumentano le emissioni di tale sostanza.
Per i dettagli su questi aumenti, rimando alla tabella delle emissioni pubblicata sul sito www.progettoperferrara.org. Per questo, i direttivi nazionali del WWF e di Medicina Democratica hanno deciso di finanziare il ricorso al TAR contro la generosa concessione fatta ad Hera per l’inceneritore di via Diana. Il ricorso al momento è stato respinto, con motivazioni molto generiche e poco tecniche: “non ci sono alternative all’incenerimento dei rifiuti”. Non essendo di questo avviso, siamo passati al ricorso al Consiglio di Stato, sempre con gli avvocati Carmelo e Maruzzi del foro di Ferrara e Cerruti di Rovigo (che ha già vinto contro la centrale ENEL di Porto Tolle), grazie alle stesse associazioni e al Movimento 5stelle-Beppe Grillo dell’Emilia-Romagna. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, ricordo un dato, fornitomi dal dott. Marco Caldiroli di Med Dem,,in base ai dati di produzione esposti il 15 giugno scorso da Hera in consiglio comunale: un “termovalorizzatore” come quello di via Diana, che produce poco meno di 70.000 Mwh, potrebbe arrivare a ricevere tramite CIP6 e certificati verdi,.qualcosina come 14 milioni di euro l’anno. Per questo, ora che dai movimenti ambientalisti è nata una rappresentanza in seno al palazzo, la lotta procede più fattiva contro il business sulla salute dei cittadini.