17 Ago, 2009
L’Ato 6 chiude. Un altro buon motivo perché il laboratorio resti a Ponte
Inserito da: PpF In: Servizi pubblici




di Valentino Tavolazzi
Le sue funzioni sono da subito trasferite alla Regione, più precisamente al Comitato di indirizzo regionale per la regolazione dei servizi pubblici (LR 10/08).
Il Comitato è composto dall’assessore regionale competente, da quattro componenti nominati dalla Conferenza Regione-Autonomie locali (CRAL) tra gli amministratori locali, rappresentativi del sistema delle Autonomie locali. Il Comitato è nominato con decreto del presidente della Regione e resta in carica per cinque anni. Per la partecipazione al Comitato non è previsto alcun compenso.
Esso propone alla Giunta regionale gli indirizzi per l’esercizio del servizio idrico integrato, del servizio di gestione dei rifiuti urbani, degli altri servizi pubblici di rilevanza economica che saranno individuati con successive disposizioni legislative, ivi compresi i parametri cogenti di riferimento per la determinazione della tariffa finale.
La novità organizzativa, oltre a dar luogo ad un consistente taglio di costi (si parla di 2 milioni di euro l’anno che si spera vadano a beneficio degli utenti), apre nuove prospettive per il laboratorio analisi di Pontelagoscuro.
Come è noto PpF contesta il fatto che Hera possa trasferire il servizio a Bologna, in contrasto con le prescrizioni tecniche-operative che il sindaco ha il potere di imporre alla multi utility e/o di pretendere vengano ad essa imposte dall’Ato. Proprio in forza di questa prerogativa la nuova normativa regionale prevede che la Provincia e i Comuni partecipino obbligatoriamente, per l’esercizio dei servizi idrico integrato e rifiuti urbani, “alla forma di cooperazione della convenzione prevista dall’articolo 30 del DL 267/2000”.
La convenzione citata individua “le modalità di esercizio delle funzioni da parte dei soggetti partecipanti ed il soggetto delegato alla sottoscrizione degli atti a rilevanza esterna e dei contratti. Il costo del personale dipendente dagli enti locali partecipanti alla forma di cooperazione, dedicato all’esercizio delle funzioni previste nella convenzione, trova copertura nell’ambito della tariffa del servizio, nel limite della percentuale di costo definita ai sensi dell’articolo 28, comma 7.”
In altri termini Tagliani può bloccare subito la decisione di Hera anche in forza di tale norma, proporre al tavolo regionale l’acquisizione del laboratorio da parte del Comune (gli immobili sono già di proprietà di Acosea impianti, posseduta dai Comuni ferraresi), assumere il personale, vendere ad Hera le analisi che ha l’obbligo di fare in quanto gestore del servizio, mettere a disposizione degli altri Comuni della provincia le prestazioni del laboratorio di Ponte (pozzi, acquedotti non gestiti da Hera, depuratori, acque di lavaggio inceneritori, percolati discariche, canali di irrigazione ecc….).
Ci sono tutte le condizioni per utilizzare al meglio il consiglio straordinario dei primi di settembre (annunciato con nostra soddisfazione da Tagliani, sottoposto invece a svicolante valutazione da parte del presidente del consiglio comunale), allo scopo di votare unitariamente una soluzione concreta, che impedisca la chiusura del laboratorio.
Va infine ricordato che privare oggi la città del proprio laboratorio, significa sottrarre ad essa ogni futura possibilità di smarcarsi dal “controllo” di Hera, magari in occasione di una gara per l’affidamento del servizio idrico integrato che Tagliani o altri futuri sindaci vorranno fare.
Rinnoviamo l’appello al Pd ed ai suoi alleati (in prima fila l’Idv) a prendere posizione in tal senso!
Valentino Tavolazzi
Progetto per Ferrara Lista civica 5 stelle