



di Valentino Tavolazzi
Nessuna azione concreta (tranne l’accantonamento di 200 mila euro nel bilancio 2010, suggerito da Progetto per Ferrara nella propria mozione sul derivato, bocciata in Consiglio dal Pd) è stata intrapresa per tamponare l’emorragia provocata dal contratto di finanza creativa tra Comune e Dexia Crediop. Nel 2010 lo strumento finanziario a rischio costerà alla collettività ferrarese 1,1 milioni di euro. Il meccanismo di calcolo è senza pietà. Quando il tasso Euribor 6 mesi è inferiore al 4,24% (da tempo è sotto l’1%), il Comune deve pagare a Dexia il 4,14% del debito sottostante al derivato (nel 2009 circa 40 milioni), mentre la banca deve pagare al Comune l’Euribor 6 mesi sullo stesso debito. Attualmente il saldo tra i due tassi sta tra 3,5% e 4% a sfavore del Comune e produce la perdita citata per il 2010 di 1,1 milioni di euro.
La previsione che il tasso di riferimento dell’operazione rimanga sotto il 4,24% molto a lungo è purtroppo fondata. Dobbiamo dunque aspettarci l’emorragia da derivato anche nel 2011 e forse nel 2012. La perdita è determinata dal crollo dei tassi a partire dalla seconda metà del 2008, ma anche dalla infelice modifica al contratto apportata dal Comune nel 2005 (con assessore al bilancio Roberto Polastri), che ha alzato il pavimento (floor) di riferimento da 2,85% a 4,24% a partire dal 2010.
Nella nota integrativa sul derivato, richiesta dalla legge, il Comune dichiara che lo strumento finanziario perderà 732 mila euro nel 2011 e 457 mila nel 2012. Complessivamente, alla fine del 2012, tenuto conto di circa 1,6 milioni incassati nei primi anni di vita del contratto, il derivato avrà perso attorno ad 1 milione di euro.
Il sindaco, il Pd e gli alleati non intendono chiudere l’operazione finanziaria ed hanno bocciato la proposta di Progetto per Ferrara di farlo subito, utilizzando 3 milioni ricavabili dalla vendita di azioni Hera.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf
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