



di Valentino Tavolazzi
Vorrei ricordare all’assessore Maisto che l’onestà intellettuale è il presupposto del confronto civile. Se egli ne è in possesso, non lo si evince da quanto scrive.
Non ho espresso giudizi sulla persona, solo su ciò che egli fa come amministratore pubblico. Eppure ripetutamente l’assessore parla di me, non di cosa sostengo come consigliere. Mi attribuisce la “foga di dividere il mondo fra buoni e cattivi, la missione di dare pagelle, l’opera di disinformazione.” E a chi replica alle mie critiche, secondo Maisto, io darei del “non democratico e del bugiardo”. Ora l’assessore, sempre che abbia a cuore di dar prova della propria onestà intellettuale, dica dove e quando avrei usato l’epiteto “bugiardo” nei suoi confronti. In caso contrario potrei cominciare a farlo ora!
L’assessore evita il merito delle mie considerazioni e di nuovo afferma che le “critiche dicono cose non vere”. Quali sarebbero le cose false che avrei scritto? Per onestà l’assessore dovrebbe elencarle! In caso contrario sarei autorizzato ad affermare che egli mente. Non ho negato i tagli da lui fatti. Ho detto che non bastano, ciò che egli stesso conferma, annunciandone di nuovi nell’assestamento di bilancio 2010.
Maisto non smentisce di praticare prezzi assai inferiori ai costi, in spettacoli destinati a poche centinaia di cittadini, facendo così pagare il resto alla collettività. Sostengo che questa sia una scelta elitaria e socialmente iniqua. L’assessore tace perché non ha giustificazioni di fronte ai cittadini. Tutti, tranne lui, hanno capito che non sono in discussione, come vorrebbe far credere, gli abbonamenti del teatro, il teatro ragazzi, i concerti nel ridotto, i giovani delle scuole di danza, i Buskers e l’Internazionale. La riflessione riguarda per esempio la lirica, che costa 706 mila euro e ne incassa 137 mila. Siamo certi di poterci permettere Partenope (costata 265 mila euro) o la Carmen (costata 234 mila), con biglietti che mediamente coprono meno del 20% del costo? Maisto pensa davvero di convincermi che i ceti meno abbienti, nonostante lo sconto dell’80%, assistano a quelle rappresentazioni? O invece questi si limitano a pagare l’80%, attraverso la fiscalità generale, a favore di chi non paga il costo intero del biglietto, spesso potendoselo permettere?
Altro esempio. Nel 2009 la danza è costata 139 mila euro e ne ha incassati 55 mila. Il resto lo ha pagato chi non ha goduto del meraviglioso balletto dell’opera nazionale di Bordeaux, che è costato 78 mila euro e ne ha incassati 27 mila. E’ così difficile, per chi è dotato di onestà intellettuale, capire che non sono nel mirino gli otto spettacoli di prosa del primo semestre, per esempio, costati mediamente 35 mila euro ciascuno? Il punto che (forse) sfugge a Maisto è che il Comune (cioè i cittadini) sborsa 2 milioni di euro l’anno, per coprire i costi del Teatro comunale e questo fatto dovrebbe farlo riflettere, da sedicente uomo di sinistra, sulle proprie scelte, nell’intento di ridurre il budget di spesa. Il Teatro ovviamente è solo uno spunto, ma ve ne sono a decine in altri settori della cultura.
L’assessore non fa trasparenza quando definisce “esperti improvvisati” coloro che avanzano critiche. Lo fa per destituirne la credibilità, per sfuggire al merito. E’ troppo intelligente per spacciarsi esperto. Magari lo è, ma è anche pagato per ascoltare i cittadini e spendere bene i loro soldi. Maisto è opaco anche quando afferma che sono “60.000 gli spettatori del teatro”. 60 mila cittadini diversi o 60 mila occupanti le poltrone (somma delle presenze nel totale degli spettacoli)? Dica quanti cittadini ferraresi davvero frequentano il Teatro! E pubblichi nel sito del Comune l’elenco delle associazioni che prendono contributi (poco importa che egli abbia consegnato un elenco ad un giornale tempo fa!).
Infine la caduta di stile, per sottrarsi all’accusa di spendere il denaro pubblico in modo socialmente non equo e poco efficiente, dal punto di vista della cultura diffusa.. L’assessore Maisto rievoca l’incarico di direttore generale, affidatomi dal (suo) sindaco Sateriale e dalla (sua) maggioranza nel 2000, revocato anticipatamente nel 2002, senza giusta causa, dallo stesso Sateriale e dal suo vice Tagliani, i quali, così facendo, hanno scaricato sul Comune il costo dell’indennizzo previsto dal contratto quadriennale. A loro Maisto, in forza della sua onestà intellettuale, dovrebbe chiedere il conto. Conto che in ogni caso, anche se solo politicamente, loro e la maggioranza che li sostiene stanno pagando da anni.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf/M5*
Intervento dell’Assessore Maisto su CronacaComune
La Cultura e il consigliere Tavolazzi
Come sempre il Consigliere Tavolazzi nella sua foga di dividere il mondo fra buoni e cattivi, nella sua missione di dare pagelle, si distingue per la sua opera di disinformazione. Doppiamente grave perchè mascherata da paladino della trasparenza. Non si capisce perchè il Consigliere possa legittimamente esprimere, spesso in maniera molto dura, le critiche, mentre quando qualcuno gli risponde o non è democratico, o non è trasparente, o è risentito, o è bugiardo, o è al servizio di qualcuno o qualcosa, ecc. E se semplicemente ci fossero opinioni diverse? Tavolazzi, a proposito di presunta superiorità, ha mai preso in considerazione che qualcuno possa pensarla diversamente da lui? Leggendo le sue lettere, ascoltando i suoi interventi e il suo approccio politico penso di no. Io però, a differenza del Consigliere, rimango sulle questioni.
1)Non sono per nulla risentito, rivendico semplicemente il diritto di rispondere in maniera ferma e dura a chi critica in maniera dura. Soprattutto quando le critiche dicono cose non vere o, peggio, come in questo caso, fanno finta di non vedere e di non sapere quello che già si sta facendo (dai tagli ai grandi eventi alla tutela della cultura diffusa, fino al promuovere maggiormente i Buskers e Internazionale). Francamente sentirsi consigliare di dover fare quello che si sta già facendo è un po’ fastidioso.
2)Le persone hanno una storia: io ho contrastato per tutta la mia vita, ben prima di fare l’assessore, l’idea elitaria di cultura, la divisione artificiosa fra cultura alta e cultura bassa, il terribile difetto della sinistra di sentirsi culturalmente superiore. A questo proposito il culto della superiorità credo appartenga a qualcun altro….
3)In questi anni abbiamo operato tagli notevoli e sappiamo di dover continuare a farlo, non solo nel 2011, ma probabilmente già nell’assestamento 2010; lo facciamo e lo faremo però salvaguardando le nostre istituzioni stabili (musei, biblioteche, teatro), la sussidiarietà culturale e un giusta presenze di grandi eventi (per nulla elitari), utili per rimanere nel gruppo di testa delle “città d’arte e di cultura”. Tralascio il passaggio sull’assessore che dovrebbe pagare di tasca sua: la storia dimostra che non sono certo io ad essere costato centinaia di migliaia di euro alle casse del Comune.
4)Tavolazzi può arrabbiarsi quanto vuole ma le sue argomentazioni sono le stesse di Tremonti e Bondi: la cultura è elitaria, piena di sprechi e collateralismo. Niente di male, Tremonti e Bondi infatti hanno vinto le elezioni e giustamente portano avanti il loro programma e le loro politiche alla luce del sole e nella battaglia politica. E’ il consigliere Tavolazzi che si risente se il sottoscritto gli fa notare che gli argomenti sono gli stessi. Che li difenda invece, e li motivi, senza però gettare fumo negli occhi citando le tv berlusconiane (non hanno nulla a che fare con questo dibattito).
5)L’ascolto è per questa Amministrazione una priorità, come la lettura delle indicazioni, delle critiche e dei consigli che escono sui giornali, dalle riunioni o dai siti di informazioni. Da qui a rispondere in diretta alle sollecitazioni più disparate ce ne passa. Nell’ascoltare credo però di avere il compito di difendere la professionalità e la dignità di chi in questa città lavora da anni con successo nell’ambito culturale. In Italia, oltre a sentirci tutti allenatori della nazionale di calcio, ci sentiamo anche tutti esperti di cultura. Un po’ umiltà a volte non guasterebbe: i consigli vanno sempre bene, gli esperti improvvisati un po’ meno.
6)L’unica cosa su cui do ragione al Consigliere è che in questa città c’è bisogno di una ricerca seria sulla ricaduta economica delle scelte culturali e turistico/culturali. Magari scopriremmo che contrapporre i disoccupati e i cassaintegrati alla cultura è un errore, perchè proprio questo settore nella nostra città ha creato sviluppo e occupazione, evitando nuovi disoccupati e cassaintegrati. Anche qui però il vizio della disinformazione è presente: il Consigliere Tavolazzi sa bene, perchè era in Commissione quando l’ho detto, che è uno dei nostri impegni realizzare questa ricerca. Ma la vogliamo fare nel modo e con il partner giusto, proprio per cercare i punti di forza e di debolezza. Sono troppe le città o le organizzazioni che si fanno in casa queste ricerche solo per farsi dire che sono brave e che hanno grandi successi. Proprio perchè crediamo nella trasparenza e non nell’evocazione della trasparenza faremo la ricerca quando avremo individuato il modo e il partner giusto. E soprattutto i fondi, perchè una ricerca seria è difficilmente compatibile con costi bassi. Altro che paura della verità!
Per concludere: ribadisco che Tavolazzi pensa e dice sulla cultura le stesse cose di Bondi e Tremonti. Buon per lui, è evidentemente in sintonia con la maggioranza degli italiani. E’ talmente in sintonia che per difendere le proprie posizioni fa credere che la cultura sia accessibile solo a pochi ricchi: i 60.000 spettatori del teatro sono tutti ricchi? teatro ragazzi, concerti nel ridotto e giovani delle scuole di danza compresi? le centinaia di migliaia di visitatori delle mostre, tra cui migliaia di scuole? tutti nababbi? I giovani spettatori di Ferrara sotto le stelle? Tutti figli di papà? E quelli dei Buskers e di Internazionale? Tutti ereditieri?
Io credo che sia di sinistra considerare la cultura una componente del nostro welfare comunitario, un grande momento di formazione, costruzione di identità e anche un contributo alla crescita del benessere (non solo economico, ma anche economico) della società. Bisogna spendere meno, e lo stiamo facendo; è d’obbligo evitare gli sprechi, e lo stiamo facendo; vogliamo incentivare la formazione, la promozione e la tutela, e lo stiamo facendo; è importante chiedere un maggiore impegno economico ai privati e agli spettatori/visitatori, e lo stiamo facendo. Sono risentito? No, convinto del lavoro di questa Amministrazione, come Tavolazzi probabilmente è convinto delle sue ragioni.
Dimenticavo il falso scoop sui contributi alle associazione! Quando parlo di disinformazione intendo anche questi falsi scoop : i dati sono pubblici attraverso bilanci, delibere, determine. Ogni volta che in Consiglio o in Commissione mi sono arrivate richieste in tal senso ho risposto; lo scorso anno i miei uffici hanno fornito ad un giornale locale uno specchietto (che è stato pubblicato) con tutti i principali contributi. Lo abbiamo già fatto e continueremo a farlo.
Massimo Maisto