



di Valentino Tavolazzi
Due mesi fa Mauro Cavallini del Pd, ex consigliere di amministrazione di Hera, ex segretario provinciale Ds, ex capogruppo in consiglio comunale a Ferrara, in un suo intervento su Cona, pubblicato dal Carlino, mi indirizzò i seguenti apprezzamenti professionali: “un ex manager del movimento cooperativo ferrarese, rivelatosi in passato non all’altezza del ruolo ricoperto e che da qualche anno ha deciso di intervenire su tutte le questioni della città, sin da quando si rivelò di nuovo non all’altezza di un ruolo ricoperto stavolta nell’amministrazione pubblica”. Valutazioni certamente infondate, lesive della mia credibilità professionale ed estranee al merito del confronto politico sullo scandalo di Cona.
A caldo avrei voluto querelare Cavallini, poi ho pensato che ai cittadini importasse ben poco della querela e di più invece dell’assistenza ospedaliera in città. Così replicai pubblicamente alle sue offensive dichiarazioni http://www.progettoperferrara.org/mauro-cavallini-insulta-0504.html, e proseguii con Ppf/M5S, senza distrarmi, la battaglia per difendere l’ospedale Sant’Anna. L’episodio fa parte di una mole di attacchi personali subiti negli anni da vari esponenti del Pd, anche consiglieri comunali, che non ho mai querelato. Per contro ho ricevuto una querela da Maurizio Chiarini, in nome di Hera, riguardo alle emissioni dell’inceneritore di via Conchetta, e due da Roberto Mascellari, in nome di Cogef, in merito alla contaminazione del Quadrante est. Tutte conclusesi con l’archiviazione.
Nell’annuncio di querela dell’assessore Marattin, la cui credibilità professionale non intendevo ledere, si legge: “al consigliere Tavolazzi è stato troppo a lungo permesso di raccontare inesattezze tecniche e di inquinare il dibattito politico con l’insulto e con un ingiustificato senso di superiorità…. E’ evidentemente arrivato il momento di smontare anche con una bella querela la tecnica dell’insulto, con cui Tavolazzi sostituisce il serio e pacato confronto politico.” Si tratta di una lettura sorprendente della realtà, in contrasto con i fatti disseminati (e documentati) in numerosi anni di personale impegno politico, e con le stesse accuse di “falsità” rivoltemi pubblicamente dallo stesso Marattin, alle quali egli ha fatto seguire affermazioni del tipo “ha sempre militato nei partiti che gli hanno insegnato queste tecniche… fa errori da studente del primo anno…”, precedenti l’espressione oggetto dell’annunciata querela.
Tuttavia, poiché non ritengo giusto per i cittadini che essa interrompa il proficuo, ancorché duro, confronto tecnico-politico sul derivato Dexia, proseguo l’attività di informazione fornendo ulteriori dati sull’operazione, acquisiti dai documenti richiesti ed ottenuti dal Comune, in qualità di consigliere Ppf.
1. Il primo contratto IRS (interest rate swap) Dexia fu stipulato il 18.12.02, a firma della dirigente Pierina Pellegrini, era riferito ad un debito di 50,8 milioni di euro e fu rimodulato il 7.8.03. Il 23.12.05 fu stipulato un nuovo contratto IRS (derivato) con la banca Dexia, a firma della dirigente Pierina Pellegrini, relativo ad un debito di 47,8 milioni di euro e sostitutivo del precedente, a far data dal 1.7.05. La struttura di tali contratti è molto complessa, la illustrerò in prossimi interventi.
- 2. I contratti menzionati hanno prodotto negli anni flussi di cassa positivi e negativi per il Comune e dal 2007 i pagamenti e gli incassi sono passati da annuali a semestrali. Esaminiamo i flussi. Dopo l’incasso di 1,038 milioni di euro alla firma del contratto nel 2002 (di cui 290 mila di up front), l’Ente introita 533 mila euro nel biennio 2003-04. Il primo pagamento alla banca (flusso negativo) arriva nel 2005 (169 mila euro), seguito da incassi nel periodo 2006-30.6.2009, per complessivi altri 230 mila euro. Dunque al 30.6.09 l’operazione era finanziariamente in attivo di 1,63 milioni di euro.
- 3. Da quel momento, a causa del crollo dei tassi di fine 2008, il derivato inizia a produrre uscite significative e contemporaneamente partono i primi i segnali d’allarme di Progetto per Ferrara, con una dura battaglia, tuttora in corso, per la chiusura dell’operazione. Nel secondo semestre 2009 infatti il Comune paga a Dexia 289 mila euro, nel primo semestre 2010 paga 612 mila euro, nel secondo semestre 595 mila euro, nel primo semestre 2011 paga 529 mila euro. Due anni di inerzia ed immobilismo nei quali il Comune si è mangiato tutto il vantaggio accumulato, pagando alla banca oltre 2 milioni di euro, e portando il risultato complessivo dell’operazione al 30.6.11 in perdita di 400 mila euro. Soldi spesi male, senza averla chiusa, mentre l’unica fonte di finanziamento per tappare la falla, cioè le azioni Hera, perdeva valore in borsa, producendo altre perdite patrimoniali. Ricordo che Ppf aveva presentato in consiglio comunale emendamenti per la chiusura del derivato, sia in occasione del bilancio preventivo 2010 (febbraio ‘10), che del 2011 (marzo ’11), bocciati da Pd e maggioranza con attacchi personali al sottoscritto, registrati, trascritti nei verbali e da me resi noti ai cittadini.
- 4. Nel marzo ’11 il trend negativo del derivato, in atto da due anni, aveva indotto lo stesso assessore Marattin a prevedere nel bilancio 2011 un esborso alla banca di 960 mila euro, che equivale a stimare la perdita complessiva del derivato al 31.12.11 in circa 800 mila euro. Più o meno quanto da me dichiarato prima, durante e dopo le discussioni in consiglio comunale. Sempre Marattin nel bilancio triennale 2011-13 aveva previsto ulteriori pagamenti alla banca nel 2012 (872 mila euro) e nel 2013 (701 mila euro). Tutto documentato.
Queste sono le informazioni che una amministrazione trasparente dovrebbe dare ai cittadini senza sollecitazioni, senza battaglie politiche, senza forconi sotto lo scalone. E si tratta di dati, non di insulti! Chi governa può sbagliare, ma non deve nascondere gli errori, tanto meno non assumersene la responsabilità di fronte ai cittadini.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle