01 Dic, 2009
La crisi morde Coopser rischiano 130 dipendenti
Inserito da: PpF In: Economia, sviluppo, lavoro




Pubblicata da Il Resto del Carlino
di Luca Bolognini
Se la ripresa non dovesse arrivare, per 130 lavoratori di Coopser scatterà la cassa integrazione. Nonostante il profilo aziendale reciti che tra gli obiettivi della cooperativa ci sia la difesa «dell’occupazione dei soci migliorandone le condizioni economiche, professionali e sociali e promuovendo un ambiente solidale e collaborativo», la crisi potrebbe costringere i vertici a una scelta davvero drastica. «Per ora – precisa Stefano Mandrioli di Cisl – la situazione non è particolarmente allarmante. C’è stata una prima valutazione su quello che potrebbe succedere nel 2010».
A causa dello tsunami economico-finanziario partito dall’America nel 2008, molte aziende sono state costrette a eliminare le esternalizzazioni, impiegando i dipendenti interni in mansioni che prima venivano commissionate ad altre realtà. Per le ditte che forniscono servizi, come Coopser, questa strategia di sopravvivenza si è rivelata una vera e propria mazzata. «Per non mettere a casa i propri lavoratori – continua Mandrioli – le aziende tagliano i contratti in outsourcing, mettendo in difficoltà i dipendenti di altre società. Per quanto riguarda Coopser, se nel 2010 le cose dovessero continuare così, 130 lavoratori rischiano di finire in cassa integrazione».
AL MOMENTO questo è il peggiore scenario che è possibile ipotizzare se non dovesse cambiare nulla. «Con Yara è tutto ok. Mentre per quanto concerne Agritalia e Polimeri Europa regna parecchia incertezza. Il futuro – fa notare – non appare roseo. Ritengo che la crisi continueremo a sentirla per parecchio. Il settore dei servizi, tra l’altro, è uno dei più esposti: il calo della produzione dei cantieri di Mestre si riflette sul petrolchimico che a sua volta scarica la crisi sulle aziende esterne con cui ha dei contratti». NESSUNA DECISIONE è ancora stata presa e per il momento si naviga a vista. «Se per Coopeser dovessero scattare gli ammortizzatori sociali, sarebbero applicati a rotazione su ogni singolo cantiere. Per via delle competenze impiegate è impensabile che la cassa integrazione possa coinvolgere tutti contemporaneamente».
La crisi, che a Ferrara, ha morso più che in ogni altra città dell’Emilia-Romagna potrebbe così presto mietere un’altra vittima. I dati per quanto riguarda la provincia estense sono allarmanti. Il rapporto tra ore di cassa integrazione e numero di addetti è pari a 58 ore, quando in Italia è di 41 e in regione di 32. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è aumentato del 680% tra il 2008 e il 2009 nel periodo compreso tra gennaio e ottobre. Per la Cooperativa di produzione servizi, come per molte altre aziende ferraresi, a essere decisivi saranno i prossimi mesi.