



Oggi Progetto per Ferrara ha incontrato una delegazione dei lavoratori della Felisatti, presso il punto ascolto di via Garibaldi 46.
L’azienda, in liquidazione volontaria a seguito di un accordo tra proprietà (cooperative della Lega), sindacati ed enti locali, sta per esaurire le scorte dei prodotti finiti, che alcuni dipendenti in servizio (12 lavoratori) sono attualmente impegnati a vendere. A giorni anche loro cesseranno ogni attività.
Tra pochi mesi, inoltre, si esaurirà la cassa integrazione per quasi 50 lavoratori, le cui famiglie si troveranno inevitabilmente senza alcuna fonte di reddito.
Lo stabilimento Felisatti (oltre 25 mila metri quadrati) è destinato ad una grande operazione immobiliare, dalla quale gli attuali proprietari si attendono il rientro con gli interessi, dell’investimento fatto nell’acquisto dell’azienda dal fallimento Coopcostruttori. L’ingresso delle cooperative della Lega nella Felisatti, infatti, non era funzionale ad un progetto industriale di rilancio dell’azienda, ma esclusivamente allo sfruttamento dell’area situata in posizione strategica (dietro la stazione ferroviaria).
Considerato che il mercato immobiliare e delle costruzioni è entrato in una crisi profonda e non breve, e tenuto conto che le cooperative proprietarie della Felisatti, debbono fronteggiare problemi analoghi nei propri settori di mercato, Progetto per Ferrara invita gli enti locali a farsi promotori di una soluzione industriale, che allontani la chiusura definitiva dell’azienda e garantisca il salvataggio di alcune decine di posti di lavoro.
Tale prospettiva può basarsi sulla messa a disposizione, da parte delle cooperative della Lega, dello stabilimento in uso gratuito, per almeno tre anni, ad un imprenditore interessato a produrre gli articoli di successo della Felisatti o ad avviare un conto lavorazione di componenti della propria produzione.
In un momento di crisi acuta dell’industria ferrarese e di elevato utilizzo della cassa integrazione, permettere che lo stabilimento resti inutilizzato a lungo, in attesa di tempi migliori per lo sfruttamento immobiliare del sito, sarebbe uno schiaffo al buon senso, oltre che alla missione sociale della Lega.
Il Comune e la Provincia, che hanno garantito ai lavoratori 25 posti, a fronte della liquidazione della Felisatti, nell’impossibilità di mantenere gli impegni assunti, premano sulla Lega affinchè metta a disposizione lo stabilimento, nei termini suddetti, ad imprenditori interessati.
Ci aspettiamo proposte in tal senso anche dalle Associazioni degli Industriali e dalla Camera di Commercio.
Non si chiuda un’azienda, con la perdita di decine di posti di lavoro, per un progetto immobiliare che non può essere realizzato in tempi brevi.
Progetto per Ferrara