



Cinzia Ferraroni lascia il Pd. E’ iniziata la diaspora contro gli Sdemocratici
La presente per comunicare che in seguito alla pubblicazione del documento sulla gestione dei rifiuti del Partito Democratico di Parma rassegno le mie dimissioni dalla Direzione Regionale, da quella Provinciale, di Circolo e dalle altre assemblee. La decisione non mi trova d’accordo sia nel merito che per la modalità e la tempistica con le quali tale discussione è stata affrontata dall’organo decisionale del Partito di Parma. Ritengo inoltre che il documento non sia in linea con le direttive politiche del partito regionale che ritiene sufficiente la dotazione impiantistica attuale e che recita “Il problema della gestione dei rifiuti non potrà dunque fermarsi all’incenerimento, ma sarà per il futuro indispensabile programmare una società di prevenzione e recupero”.Penso che il consenso verso il PD di Parma sarà pesantemente penalizzato sul territorio dalla pubblicazione di questo documento.
Sono entrata a far parte del gruppo che ha dato vita al Partito Democratico invitata da chi conosceva bene le mie posizioni sul tema espresse durante la campagna elettorale delle amministrative di Parma del 2007. Ho sperato che questo invito mi fosse rivolto per l’interesse suscitato verso le tematiche ambientali. Ciò che ho vissuto in questo periodo è stata su questo tema la completa chiusura e la conseguente emarginazione. Un segnale che ritengo grave in considerazione delle promesse fatte nella costituzione del nuovo partito. Le belle parole pronunciate nello statuto del PD a Parma non trovano riscontro nei fatti.
L’Unione Europea chiede di dismettere entro i prossimi 15 anni gli impianti di incenerimento di rifiuti. La decisione assunta dal PD di Parma e tutto il percorso precedente della gestione territoriale dei rifiuti è volta esclusivamente alla realizzazione di un impianto insalubre in un territorio pesantemente oppresso dall’inquinamento atmosferico e che basa gran parte della propria economia sull’eccellenza alimentare.
Un impianto sovradimensionato e funzionale soprattutto ai rifiuti speciali (600.000 ton/anno stimate) che il conduttore dell’impianto gestirà a trattativa privata.
Non c’è stata lungimiranza, non c’è stato ascolto negli anni passati delle legittime preoccupazioni degli abitanti del territorio, non è stato dato seguito con un dibattito in consiglio provinciale alla petizione depositata in Provincia prima dell’approvazione in conferenza dei servizi, nel 2008, avvallata da 11.000 firme di cittadini che chiedevano una revisione del Piano Provinciale di gestione dei rifiuti.
Una discussione su questo tema che vedesse un dibattito aperto con le associazioni che si oppongono all’impianto non è mai approdata nelle sedi del PD di Parma, nei circoli l’argomento è stato trattato ad un unica voce, quella dell’amministrazione.
All’organizzazione di un evento sulle tematiche ambientali con la responsabile nazionale del dipartimento PD Ambiente, Laura Puppato, nessun amministratore locale si è presentato.
Alla mia richiesta di incontro con imprenditori ed associazioni in Regione non è stata nemmeno fornita risposta.
Solo una settimana fa la discussione è approdata alla Direzione Provinciale. Ora che l’impianto è in costruzione e i lavori appaltati si è chiesto al massimo organismo dirigente di avvallare le scelte amministrative compiute, utilizzando il “Sistema Marchionne”, per cui altre strade non ce ne sono se non quella del pagamento di pesanti penali (da verificare) in caso di rinuncia.
L’accenno nel documento al ruolo della politica rispetto alle Multiutilities e all’interesse dei cittadini non affronta il tema relativo alla parcellizzazione dell’azionariato dei comuni e alla disparità ed iniquità delle forze tra piccoli enti locali e una S.p.a. quotata in borsa, che ha come mission quella di fare utili.
La frase del documento: “Nel corso degli anni a causa dell’assenza di poli di smaltimento, i cittadini della Provincia di Parma hanno pagato le scelte di smaltire i propri rifiuti in altri territori con tariffe al di sopra della media regionale” ritengo sia mal posta, in quanto i cittadini non hanno deciso nulla, bensì subito le scelte degli amministratori di Parma e provincia.
La responsabilità di questo percorso viene oggi assunta dal Partito Democratico tutto con la pubblicazione di questo documento. Durante l’ultima Direzione Provinciale il documento in questione è stato discusso, è stato oggetto di critiche e non è stato assolutamente messo in votazione palese. Alcuni di noi hanno chiesto che venisse effettuato un secondo passaggio dopo le modifiche per la votazione, cosa che non è avvenuta. La mia valutazione è che non sia stato democraticamente approvato.
Personalmente per tutte le motivazioni fin qui esposte ritengo che questa vicenda arrivi all’epilogo con una mancanza di capacità ascolto e di prospettiva di sostenibilità sui temi ambientali da parte di amministratori che hanno evitato il confronto democratico, alla base dello statuto di questo partito.
Per questo rimetto il mandato ritenendo di non potere più fare parte come iscritta a questa organizzazione.
In fede
Cinzia Ferraroni
Parma 5 febbraio 2011
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR
-455 giorni all’avvio dell’inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+251 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l’inceneritore costa 315 milioni di euro?