



Leggendo le dichiarazioni dell’assessore allo sbilancio Marattin, con riferimento alle critiche della candidata sindaca M5S Ilaria Morghen, si coglie la consueta arroganza del giovane renziano, in grado di assorbire dal suo capo solo il peggio. L’argomento è il denaro pubblico sprecato da Tagliani e dal Pd in 5 anni di malgoverno, uno dei temi che la Morghen ha ripreso da Ppf e dalle sue battaglie. L’accusa è lo spreco di 12 milioni di euro (dato errato), conseguente alla svendita delle azioni Hera da parte del Comune. Marattin replica “Tutto falso. Le azioni Hera sono state vendute a un prezzo medio di 1,50 euro l’una. Acquistate a 1,68 euro, sono state iscritte a bilancio prudenzialmente ad 1 euro, perciò è stata realizzata una plusvalenza del 50%. Mi auguro che la ‘grillina’ sappia che in contabilità pubblica plusvalenze o minusvalenze non hanno effetti sul bilancio. Conta ciò che si fa col ricavato della vendita. Con i 7,5 milioni abbiamo estinto debito, risparmiando 500mila euro annui di spesa strutturale.”
Tipica risposta in politichese, degna della bassa qualità di governo espressa dalla giunta Tagliani. Il giovane amministratore di Ferrara, al quale, ribadisco, non farei gestire una melonaia, pensa di prendere per i fondelli i cittadini (e la Morghen?), con un approccio da azzeccagarbugli (questo assorbito da Tagliani). Quelle azioni il Comune le aveva pagate 1,68 euro, vale a dire 8,4 milioni. La svendita tardiva, rispetto alle risoluzioni Ppf dei tre anni precedenti bocciate dal Pd, ha prodotto una perdita per il Comune (cioè per noi cittadini) di 0,8 milioni. Se poi si aggiunge il mancato beneficio annuo, per minori spese correnti da riduzione del debito, pari a 0,45 milioni di euro, dichiarato dallo stesso Marattin, ne consegue che Tagliani ha bruciato altri 2 milioni di euro nel periodo 6/10-12/14, per un totale complessivo di 3 milioni. La contabilità pubblica non c’entra una beata mazza e nemmeno l’utilizzo delle risorse ottenute dalla svendita delle azioni (invece di abbattere il debito, Marattin avrebbe forse voluto investirli in spritz per i ferraresi?).
Ciò che più stupisce è la ritrosia di alcuni mezzi di informazione a chiedere al candidato sindaco Tagliani, perché nel marzo 2011, da sindaco, quando Ppf chiedeva in consiglio comunale la vendita delle azioni Hera, la giunta rispondeva “La nostra linea è: 1) non conviene vendere le azioni HERA per estinguere il debito; 2) non conviene in generale destinare i proventi di qualsiasi vendita …ad abbattere il debito..”. E’ scritto nei verbali! Eppure a fine giugno 2011 il titolo valeva 1,7 euro e la vendita in quel momento avrebbe fatto entrare nelle casse comunali 8,5 milioni di euro, vale a dire 0,9 milioni in più! Anche nel 2010 (a marzo/aprile il titolo valeva 1,7 euro) e ancora nel 2009, con analoghe risoluzioni ed emendamenti bocciati dal Pd, Ppf aveva chiesto ciò che Tagliani ha fatto tardivamente, buttando dalla finestra il denaro dei cittadini http://www.estense.com/?p=337516.
Riguardo al derivato, Marattin replica così a Morghen, che accusa Tagliani di aver buttato 2 milioni nel gabinetto (dato di nuovo errato): “Per il derivato, annullato dal Comune nel 2012, in attesa che i giudici decidano stiamo accantonando i soldi che avremmo dovuto pagare, e un altro milione per spese legali. Se perdessimo, il bilancio non subirà conseguenze. Se andrà bene, avremo 3 milioni in più per rendere Ferrara più bella”. Ancora una volta l’assessore prende per i fondelli i ferraresi (e la Morghen?). Con quali soldi sta facendo gli accantonamenti? Chi paga, se non i cittadini, il fatto di dover mettere da parte somme destinate a riparare i danni di Tagliani e Pd?
L’avvocato democristiano, solo nel derivato da lui acceso nel 2002, ha sperperato 6 milioni di euro per la mancata chiusura. Se mettiamo nel conto altre scelte sciagurate da lui compiute (Hera, reti gas, Lageder ed altre) in cinque anni Tagliani ci è costato almeno 50 milioni http://www.estense.com/?p=349883. Ciò nonostante, nei poster dentro alle pensiline dei bus, chiede la beatificazione per la riduzione del debito. Con quale coraggio? Tutti sanno che il pagamento delle rate dei mutui esistenti, unito alla mancata o ridotta accensione di nuovi, riduce il debito. Questo Tagliani ha fatto, null’altro! Oltretutto ha riportato il debito ai valori del 2004, quando era vicesindaco (119 milioni). Ma quanto è costato tutto ciò ai ferraresi? Cinque anni di lacrime e sangue, di stretta degli investimenti, in una città umiliata e al collasso (187 milioni gli investimenti nel periodo 2004-08, 90 milioni nell’era Tagliani 2009-13). E tutto per far regredire il debito al 2004, dopo che il Pd lo aveva portato a quasi 170 milioni (2009). E per ritrovarci con 8 milioni di avanzo da spendere. “Prima tartassa e sotto elezione elargisci” è una vecchia regola democristiana!
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale
Progetto per Ferrara