30 Mag, 2009
La Turbogas non aiuta il polo chimico
Inserito da: PpF In: Ambiente e salute|Economia, sviluppo, lavoro




di Valentino Tavolazzi
Si sta verificando ciò che avevamo prospettato da tempo.
L’operazione Turbogas si è dimostrata un bel regalo ad Enipower, del tutto inadeguato ad impedire il crollo del petrolchimico ferrarese.
Nessuna iniziativa è mai stata avviata negli ultimi dieci anni per compensare il progressivo declino dello stabilimento, conseguenza di logiche esterne ad esso (globalizzazione della chimica, crisi di Marghera, crisi Lyondel Basell).
Ed i sindacati sono stati complici di quella inconcludente apatia, per collusa vicinanza con il palazzo. Così facendo non hanno difeso gli interessi dei lavoratori.
Nessuna Turbogas avrebbe mai potuto arginare il disastro, perché non è l’indisponibilità di energia, né il suo costo, a provocare la crisi del petrolchimico.
Per questo si tratta di un inutile regalo ad Enipower, che forse avrà avvantaggiato chi lo ha concesso o chi questi rappresentava in quel momento.
Non ha invece tutelato gli interessi dei ferraresi, non ha prodotto nuovi posti di lavoro, non ne ha salvati di esistenti, non ha tutelato l’ambiente, ne’ salvaguardato la salute.
Valentino Tavolazzi
Venezia-Ferrara. Vertice del Quadrilatero della chimica
Preoccupazione degli assessori. Fiorini: ”Il 24 saremo a Milano”
Il giorno dopo il deposito ufficiale presso il Tribunale di Venezia Italia della richiesta di amministrazione straordinaria da parte di Vynils, il mondo della chimica corre ai ripari. Si è tenuto questa mattina, nell’assessore alle Attività produttive della Provincia di Venezia, un summit tra i rappresentanti di Province e Comuni delle quattro città che compongono il cosiddetto quadrante della chimica italiana: Ferrara, Mantova, Ravenna e Venezia.
Per la città estense era presenta l’assessore Raffaele Atti. Anche lui è tra i firmatari del documento comune redatto dagli amministratori, che “esprimono la più forte preoccupazione che anche le ultime vicende, in particolare quelle di Porto Marghera con il mancato accordo commerciale tra Eni e Vynils Italia, rappresentino una ulteriore conferma di un disegno di graduale dismissione da parte di Eni del proprio impegno nel settore chimico nel suo complesso. Tutte le decisioni, infatti, attuate da Eni nel corso degli ultimi anni sembrano andare in tale direzione”.
Tutto questo mentre i sindacati della chimica, Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem, hanno confermato lo sciopero nazionale del settore per otto ore il 24 giugno. “Per quel giorno – spiega Luca Fiorini della Filcem di Ferrara – si terranno due presidi a Roma (davanti al ministero dello Sviluppo economico e di fronte alla sede dell’Eni) e uno a Milano, dove saremo con una nostra delegazione, davanti alla sede della Federchimica”.
“Dobbiamo cercare di ampliare il più possibile il fronte delle istituzioni – continua Fiorini – ed evitare come prima emergenza il blocco immediato delle attività di Marghera; il rischio a cascata è quello di vedere altrimenti a Ferrara aumentare i costi delle forniture e di conseguenza il progressivo disimpegno di Eni nel comparto, mettendo a rischio le aziende del petrolchimico che si alimentano dal Veneto e i loro circa 1500 dipendenti”.
A questo proposito, prima dello sciopero del 24 e subito dopo le elezioni, i sindacati incontreranno le nuove giunte comunale e provinciale “per capire se adotteranno una linea di solidarietà con la nostra battaglia”.
Anche a Venezia intanto non si respira ottimismo. “Alle parole del ministro Scajola – prosegue la nota congiunta degli assessori – e di tutti i precedenti governi non ha fatto seguito alcuna azione concreta, mentre i dati più elementari ribadiscono l’importanza del settore chimico per tutti i paesi più industrializzati. Lo stesso deficit commerciale italiano nel settore dimostra quale spazio potrebbe avere una valida industria chimica nazionale”.
Di qui la richiesta di impegno al governo “affinché Eni mantenga tutti gli accordi sottoscritti con le parti sociali e le istituzioni per la riconversione e lo sviluppo della chimica nel nostro Paese. Ogni tentativo di dividere, a questo proposito, i comuni e le province dell’area chimica padana non può trovare da parte nostra che la più ferma denuncia e condanna. Sappiamo benissimo che i nostri poli sono assolutamente integrati e che il crollo di Porto Marghera avrebbe un effetto domino sull’intera area”.
Gli amministratori comunali e provinciale chiedono quindi che “i diversi piani per sito vengano presentati unitariamente e possano così essere valutati nel loro insieme. Chiediamo inoltre ad Eni di ribadire il proprio impegno, cui finora ben poco ha fatto seguito, per lo sviluppo della ricerca e l’attuazione delle bonifiche in tutti i suoi siti. Senza tali impegni le ricadute occupazionali sarebbero drammatiche, ben oltre i confini dell’Eni e del settore chimico, coinvolgendo centinaia di persone utilizzatrici e di manutenzione e servizi”.
“Il governo, da parte sua, deve al più presto riconvocare il tavolo nazionale per la chimica – conclude il comunicato -, perché in quella sede si possa procedere alla definitiva valutazione dei piani Eni, per sito e nel loro insieme, e su tale base definire le linee strategiche dello sviluppo del settore fra tutti i soggetti interessati, istituzioni e parti sociali. Crediamo che l’iniziativa sindacale unitaria per il 24 giugno possa rappresentare, in questo quadro, un utile momento di confronto e di sollecitazione al governo. Condividiamo le proposte e le finalità avanzate dal sindacato con la sua iniziativa ed è per ciò che la sosteniamo con convinzione”.