23 Mag, 2009
La vecchia politica è estinta, ne resta un simulacro
Inserito da: PpF In: Ambiente e salute|Economia, sviluppo, lavoro|Politica




di Paolo Giardini
L’abitudine dei politici di professione a confondere il sintomo con la causa è confermata dai nostri candidati sindaci quando promettono più “sviluppo” (salvo un candidato, facilmente individuabile). Quale sviluppo, di grazia? Quello in atto in Cina e India, visto dagli economisti come il nuovo Eldorado? Nelle librerie troviamo un saggio divulgativo sul fenomeno: “L’impero di Cindia” di F. Rampini, che spiega come il centro del mondo si sia spostato là, evidenziando le caratteristiche dei protagonisti di quel miracolo economico, tutte introvabili in Italia e a Ferrara in particolare.
Per fortuna, bisogna dire. I clamorosi successi sono tali solo per alcuni che fanno pagare il conto alla Natura. Con il disastro mondiale provocato dai guru americani della finanza, in Cina 120 milioni di persone sono rifluite dalle fabbriche nelle poverissime campagne, e da noi il crollo occupazionale non ha visto la fine.
Le ciminiere fumanti danneggiano anche quando smettono di fumare, perché il problema è sempre mal posto: quando parliamo di crescita, intendiamo in realtà una “sovracrescita” che si scontra con i limiti della biosfera. La capacità rigeneratrice della terra non riesce più a seguire la domanda – afferma Serge Latouche nel suo Trattato sulla Decrescita Serena, intesa come inversione della rotta attuale diretta alla catastrofe ecologica – e l’uomo trasforma le risorse in rifiuti più rapidamente di quanto la Natura sia in grado di trasformare questi rifiuti in nuove risorse.
Fra i rifiuti prodotti dal sistema di sviluppo attuale, determinato dai flussi unidirezionali del denaro e dal tramonto dell’era energetica fossile, possiamo a pieno titolo aggiungervi i disoccupati, di cui quei 120 milioni di cinesi sono un emblema.
Sartorio e Renda, fisici, nel loro “Cento Watt per il prossimo miliardo di anni”, rivelano che la rete dei cicli naturali della biosfera realizza l’esempio di complessità più alto che la scienza conosca. E tale rete è portatrice di stabilità ed innovazione. Invece i grandi flussi di denaro dell’economia consumista sono unidirezionali, senza reciprocità, ecco perché prima o poi portano al collasso.
Progetto per Ferrara vuole che lo sviluppo cittadino sia conforme ai cicli naturali. Pretende che la politica sia asservita a questi cicli e non il contrario. Riconosce che l’etica ambientale è l’unico modo possibile di fare politica. Il solo aspetto positivo riscontrabile nel fenomeno “Cindia” sta nella prova che le debolezze si possono trasformare in punti di forza. PpF ne farà tesoro.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara