



Ancora una volta l’avvocato Tagliani si sottrae alle proprie responsabilità, non prendendo atto delle scelte sbagliate e dei danni che arreca alla città. La vicenda Lageder, costata ai cittadini 1,8 milioni di euro per una decisione da lui presa nel 2002 (quando era vice sindaco e assessore agli affari legali), gli ha dato il destro per esibirsi nell’ennesima buffonata, riservata ai giornalisti durante l’ultimo consiglio comunale. Questa volta l’arma segreta scelta dall’avvocato per tentare di affondare la credibilità del sottoscritto e di Ppf, è l’avviso di convocazione della giunta del 22.10.02 (da me non firmato, come da allegato), nella quale egli ha precostituito la condanna alla spesa complessiva di 2.5 milioni, oltre la metà per interessi, per l’acquisto di un terreno dai Lageder.
Non disponendo di alcun argomento valido per difendere il proprio operato, Tagliani ha sventolato la prova schiacciante ai cronisti, prima accusandomi di aver partecipato a quella decisione sciagurata (Carlino 25.9 Stefano Lolli “ha esibito ai giornalisti il ‘foglio presenze’ della riunione di giunta che nell’ottobre di 10 anni fa decise di ricorrere al Tribunale. L’ultima firma è proprio quella di Valentino Tavolazzi, all’epoca direttore generale”, notizia falsa, oggi corretta dal giornale), poi accusandomi di non avervi preso parte (Telestense 26.9 “Il sindaco a fine intervento mostra un documento ai giornalisti. Un verbale di convocazione della giunta in cui si doveva discutere, proprio nell’ottobre 2002, del caso Lageder. La convocazione fu fatta anche a Tavolazzi, allora city manager del Comune, ma poi – rimarca il primo cittadino per una questione così spinosa “non è venuto…”). E mentre induceva i giornalisti a scrivere notizie false o ad omettere fatti importanti per la corretta informazione dei cittadini, in aula Tagliani dichiarava che a quella giunta del 2002 non avevo preso parte. Dunque la colpa del disastro Lageder sarebbe di Tavolazzi perché non c’era! Siamo alle comiche.
A quella giunta, come si è capito, non partecipai. Ho acquisito l’avviso di convocazione, che allego per gli organi di informazione. Nell’elenco ci sono assessori (Castagnotto, Chiappini) che non hanno partecipato a quella seduta, quindi l’avviso, come è ovvio, non dimostra alcuna presenza, come nel mio caso. Di fianco al mio nome non c’è la mia firma. Ma la cosa più vergognosa è l’omissione, da parte di Tagliani, del fatto a lui ben noto, essendone l’ispiratore, che fin dal 4.03.02 ero stato definitivamente escluso dalle riunioni di giunta ed il 17.7.01 fu modificato l’iter delle delibere, togliendo a determine e delibere il visto di congruità del direttore generale (documenti a disposizione). Infine l’incarico di city manager mi fu revocato anticipatamente, senza giusta causa, il 5.11.02 (dunque prima del ricorso in appello di cui trattasi, datato 12.11.02), revoca di cui l’allora vice sindaco fece pagare il conto ai cittadini (l’indennizzo contrattualmente previsto a lui ben noto).
Invece di chiedere scusa ai ferraresi per l’inadeguatezza della sua amministrazione e trarne le conseguenze, dimettendosi insieme ai consiglieri del Pd che la sostengono, l’avvocato Tagliani, ormai del tutto privo di idee per risollevare una città moribonda, persevera nell’assurdo tentativo, regolarmente sbugiardato, di coinvolgermi nei suoi disastri. Lo ha fatto quando trasmise alla Procura della Repubblica l’interpellanza sui rimborsi dei piddinatori Merli e Portaluppi, conclusasi con la certificazione della piena legittimità del mio operato ed il discredito di un intero partito. Ma anche nelle battaglie Ppf sugli esosi contratti di servizio Hera da lui voluti, sul derivato Dexia costatoci finora 2,5 milioni, da lui non chiuso, sul pagamento a Hera di 1,5 milioni per il presunto vecchio debito Ca’ Leona da lui architettato, sulla chiusura del Sant’Anna da lui voluta, sul cancrovalorizzatore di Cassana da lui ignorato, sul teleriscaldamento da lui promosso, e su mille altre iniziative politiche della nostra lista civica. I ferraresi si aspettano altro da un sindaco, almeno il minimo sindacale. Nel 2014 lo dimostreranno.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf