



di Angelo Storari
Due mesi orsono, Progetto per Ferrara portava in Consiglio Comunale, tramite l’Ing. Tavolazzi, degli emendamenti al bilancio comunale 2010. Tra queste proposte vi era la vendita delle azioni Hera, tagli a consulenze e retribuzioni del personale ed altre proposte, che avrebbero di contro, consentito di varare un piano di aiuti alle famiglie e al lavoro, alle aziende e il ripianamento di una parte dei debiti contratti e la chiusura del derivato Dexia.
Operazioni che avrebbero reso utilizzabili parte di risorse “fresche” e reali, entrate che oggi vanno in misura paurosa risucchiate nella voragine del debito. Compreso il derivato che se non dovesse avvenire un cambio di rotta economica su scala globale, cosa assai improbabile, produrrà un’emorragia finanziaria ulteriore.
Polastri, la giunta tutta e i consiglieri comunali della maggioranza si opposero sdegnosamente a tali proposte.
Ora apprendiamo dalla stampa che in meno di 60 giorni, è avvenuta un’ inversione a 180 gradi delle posizioni dell’Assessore al Bilancio attestandosi sulle nostre, le stesse che a febbraio aveva sdegnosamente liquidato come demagogiche, provocatorie e dettate da pregiudizi ideologici.
Avevamo denunciato un bilancio di cartapesta, costruito sulla presenza di voci di entrata contabilizzate ma incerte (oneri di urbanizzazione e dismissioni di beni come Foro Boario e altri minori) che sappiamo invece essere del tutto aleatorie specie in periodi di crisi. Purtroppo tutto ciò che avevamo previsto è stato inascoltato e ora si sta puntualmente verificando.
Le truppe del PD in consiglio compresi gli alleati votarono compatti come un solo uomo.
Ora Polastri dice cripticamente che l’attestarsi su quelle posizioni era dovuto a posizioni “ideologiche e politiche”.
Cosa ci sai di ideologico nei numeri e nei rapporti tra comune ed Hera non è dato sapere. Ci auguriamo che ciò di cui venivamo accusati, di attestarci su posizioni politiche pregiudiziali, fosse in realtà il vero motivo delle decisioni espresse due mesi fa. Che le proposte di PPF vanno cassate a prescindere.
PPF ha ampiamente dimostrato, sia in aula che fuori dalle istituzioni, in varie occasioni, la capacità di attestarsi su iniziative e proposte che condivide senza pregiudizi ideologici verso chicchessia.
Ci chiediamo però se chi ci governa lavora per il bene comune o il bene del partito.
Se due mesi fa il voto era dettato da un convincimento, i consiglieri o almeno una parte oggi dovrebbero respingere le posizioni della giunta.
Oppure i consiglieri non sono autorizzati a fare uso delle loro capacità critiche e di discernimento, indipendentemente dalla loro coscienza, ubbidendo agli ordini di scuderia che arrivano dal partito. Se così fosse che fiducia possiamo avere in chi ha in mano le sorti della città ma considera il partito, e non i cittadini, “l’azionista” di riferimento del bene comune? Intanto due mesi sono stati persi.
Angelo Storari, Portavoce PpF