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13 Giu, 2010

Lettera aperta al Dott. Roberto Biagini. Direttore del Servizio di Igiene Pubblica dell’ASL 3 di Pistoia

Inserito da: PpF In: Ambiente e salute

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Lettera  della Dott.ssa Patrizia Gentilini

Gentile dott. Biagini,

nel corso dell’assemblea pubblica tenutasi ad Agliana il 29 maggio u.s., in cui sono stati presentati i risultati finora disponibili del monitoraggio ambientale e sanitario riguardante il territorio interessato dalla ricaduta delle emissioni dell’inceneritore di Montale, Lei ha pubblicamente affermato:

1.      che, sulla base dei risultati delle analisi effettuate sulle acque destinate al consumo umano, l’acqua dell’acquedotto è “assolutamente sicura”

2.      che i livelli di diossina trovati nelle acque analizzate, in mancanza di riferimenti normativi nazionali, sono da considerare sicuri sulla base dei valori limite indicati dall’Agenzia di Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti d’America (US EPA)

3.      che il parere espresso dalla Commissione Tossicologica Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità, in relazione alla contaminazione da diossina verificatasi nell’area interessata alla ricaduta delle emissioni dell’inceneritore di S. Donnino, non deve essere preso in considerazione in quanto esso non è stato tradotto in norma di legge.

Voglio ricordare che i livelli di diossine e furani rilevati in campioni di acque destinate al consumo umano nei comuni interessati alle ricadute delle emissioni dell’inceneritore di Montale – compresi tra 1,4 e 2,1 picogrammi in tossicità equivalente (TE) per litro – sono da 30 a 40 volte superiori rispetto ai “limiti massimi tollerabili di Policlorodibenzodiossine (PCDD) e Policlorodibenzofurani (PCDF)” indicati dalla Commissione Tossicologica Nazionale, che sono di 0,05 picogrammi TE per litro.

Mi risulta che Lei, dott. Biagini, in qualità di direttore dell’Igiene Pubblica dell’Asl 3 di Pistoia, faccia parte del Servizio Sanitario Nazionale; ritengo perciò inammissibile che Lei ritenga non degno di considerazione un parere ufficiale espresso dall’organo scientifico di riferimento del Ministero della Salute e preferisca richiamare le indicazioni di un’agenzia governativa estera: indicazioni che non possono in alcun modo avere valore normativo in Italia.  

Voglio qui ricordarLe che la Commissione Tossicologica Nazionale utilizzò per la propria valutazione quello che all’epoca era considerato il “limite massimo tollerabile” di assunzione giornaliera di diossine, pari a 10 picogrammi TE per kg di peso corporeo, molto meno cautelativo di quello indicato attualmente dall’OMS, che è di 1-4 picogrammiTE/kg e di quello fissato dalla Comunità Europea, pari a 2 picogrammi TE/kg al giorno (quindi 5 volte inferiore rispetto a quello considerato dalla Commissione Tossicologica). Pertanto il limite di 0,05 picogrammi TE per litro non è certo da considerare troppo restrittivo, ma, casomai, poco cautelativo rispetto ai livelli di sicurezza per la salute umana attualmente riconosciuti nella Comunità Europea, di cui siamo membri e dal massimo organismo di riferimento per la salute umana, che è l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Facendo proprio riferimento alle indicazioni dell’OMS, mi permetto di farLe notare che il limite di 30 picogrammi TE per litro indicato dall’agenzia statunitense US EPA non sembra affatto tutelare adeguatamente la salute umana, come Lei ha pubblicamente sostenuto. Con tale limite, infatti, un individuo adulto di 70 kg, che assuma 1,4 litri di acqua al giorno (valore medio indicato dalla stessa US EPA) finisce per assumere 42 picogrammi TE al giorno di diossina, che rappresentano, da soli, tra il 15 e il 60% dell’intera dose massima giornaliera tollerabile secondo l’OMS: una quantità assolutamente eccessiva, se si tiene conto del semplice fatto che l’apporto di diossine assunte nella dieta viene principalmente dai cibi che contengono grassi animali, quali carni e latticini, e solo in modo assolutamente minoritario  dall’acqua. Pertanto è assolutamente certo che a tali livelli di inquinamento la dose massima tollerabile giornaliera sarà abbondantemente superata da qualunque individuo adulto, per non parlare di tutti quegli individui il cui peso corporeo è decisamente inferiore, quali donne, adolescenti e bambini, senza che per questo il consumo giornaliero di acqua sia parimenti ridotto.

Del resto, anche dalla relazione dell’ARPAT presentata nella medesima occasione appare evidente che il limite indicato da US EPA, da Lei assunto come riferimento per affermare che l’acqua monitorata nel corso dell’indagine è “assolutamente sicura”, è in evidente contrasto con la normativa italiana e, come tale, non può essere preso in considerazione nel contesto del nostro paese. Infatti, per quanto riguarda le acque sotterranee, la normativa italiana prevede la bonifica per le acque che superino il limite di 4 (dico quattro!) picogrammi TE per litro: è mai possibile che un’acqua, considerata da “bonificare” in Italia, negli Stati Uniti sia considerata sicura per il consumo umano così come è? Qualcosa non torna, dott. Biagini!

Lasci dunque perdere le indicazioni dell’Agenzia Ambientale degli Stati Uniti e faccia riferimento al parere dell’ Istituto Superiore di Sanità del Suo paese: sulla base di tale parere, comunichi, come Le compete, ai Sindaci dei Comuni interessati ed a Publiacqua che le acque oggetto del monitoraggio sono inquinate e non possono essere considerate sicure per il consumo umano, fintantoché non saranno adottati provvedimenti atti a riportare le concentrazioni di diossina entro limiti accettabili, quanto meno al di sotto dei livelli indicati dalla Commissione Tossicologica Nazionale (anche se, come Lei ben sa, l’unico livello veramente accettabile per la diossina è zero).

Distinti saluti

Dott. ssa Patrizia Gentilini

11 giugno 2010

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