



di Paolo Giardini
Lettera non pubblicata da Carlino e La Nuova
Il sindaco Tagliani intende vendere la rete cittadina di distribuzione gas ad Hera, come anticipato nel suo programma elettorale, e come scrive al punto 2 della Presentazione delle Linee Programmatiche con le parole “… non resta altro che una rigorosa politica di bilancio e la valutazione della vendita delle quote di Agea Reti i beni della quale sono già vincolati ad uso pubblico in forma irrevocabile”.
L’avvocato è pleonastico oltremisura: una rete gas, ramificata capillarmente nel territorio per migliaia di km, quali altri usi può avere oltre a quello pubblico? Anche la Piazza Municipale è ad uso pubblico irrevocabile. Questo ne giustificherebbe la vendita ad un giostraio disponibile a lasciarla pubblica con pedaggio? Forse che le farmacie comunali non sono anch’esse ad uso pubblico, esattamente come le private in libera concorrenza fra loro? Eppure nell’abbondanza di farmacie non c’è nulla di vendibile per Tagliani, mentre l’unica rete gas cittadina è assolutamente da vendere! I contorsionismi da politicante non nascondono che è favorevole ad un fortissimo monopolio privato in conflitto con la tutela dei cittadini!
Comunque, la maggioranza “assoluta” in Consiglio Comunale consente all’avvocato di vendere tutto ciò che vuole, qualsiasi motivazione gli piaccia addurre.
Può anche permettersi di scrivere cocomero con la q avallato dall’assessore alla cultura, oltre che del Consiglio, data la disinvoltura semantica: l’inquinamento acustico è chiamato “sonoro” (punto 4), “Cultura è sinonimo più esattamente di Civiltà”, con buona pace di filosofi e sociologi (punto 5) e le “contestatissime decisioni (rifiuti, inceneritore, turbogas)… non erano supportate da un efficace sforzo comunicativo” (punto 6), il che vuol dire che inquinamento è sinonimo di suggestione.
La rete cittadina di distribuzione del gas, quindi, sarà certamente venduta ad Hera col beneplacito della maggioranza. Non c’è modo legittimo per impedire la perdita di un pezzo di libertà comunale. Tutto quello che possono fare i cittadini sospettosi di un irreversibile monopolio privato in città, è quello di protestare davanti al Municipio, lunedì pomeriggio prossimo. Almeno il sindaco prenderà atto che a Ferrara non tutti sono “bec e cuntent”.
Auguro alla città che ce ne siano tanti, lunedì, assieme a me.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara