



di Paolo Giardini
C’è un campo di grano, alla periferia di Ferrara, che presto ostenterà una suggestiva distesa di spighe dorate. Quelle spighe affondano le radici in una enorme ex discarica comunale, autorizzata, ma incontrollata: c’è di tutto là sotto, compresi i rifiuti industriali organici. Quando gli scavi di quelle trincee profonde 3-4 metri furono ben costipati di sostanze aliene, uno straterello di terra superficiale riconsegnò l’area all’attività agreste. Si è mangiato e si continuerà a mangerà pane, o pizza, o pasta fatta con farina di quel grano avvelenato indistinguibile dagli altri. La falda che impregna le trincee, democraticamente propaga i suoi umori agli ettari di terra circostanti, per conferire anche ad altre coltivazioni i requisiti di Omologazione Garantita dalla Municipalità. Una specialità locale, variante ferrarese di OGM.
Chi ha sollevato il caso di quel campo di grano? Uno dei Presidenti dell’azienda municipalizzata che gestiva la discarica? Uno dei politici di maggioranza o minoranza che per anni in Consiglio Comunale ha discusso le autorizzazioni della discarica? Un cattedratico dell’Università? Nessuno di questi. E’ stato un ambientalista, il sensibile dott. Gasparini, difensore della salute dell’ambiente, avversario di prepotenze di Palazzo travestite da legalità, quali i mostri sputanti veleni invisibili in quantità industriali (inceneritori, turbogas), o gli imbroglietti confidanti sulla disattenzione che consentono non solo di coltivare ma anche di edificare quartieri residenziali direttamente su discariche non bonificate (via del Salice, via del Lavoro).
Perché il dott. Gasparini conduce tali battaglie? Per maniacale impulso antisistema? No! Per cultura! Piaccia o non piaccia ai parrucconi, culturalmente, Gasparini è up-to-date. Potrà sbagliare il singolo intervento, ma la direzione è quella della consapevolezza della fine di un periodo di abbondanza dell’energia fossile che, con la straordinaria possibilità di amplificare quasi magicamente le potenzialità umane, ha consentito pure la devastazione dell’ecosistema, l’unico disponibile per continuare la Vita. Solo gli stolti possono non tenerne conto. Purtroppo sono onnipresenti, anche nei luoghi deputati alla cultura. Con l’approssimarsi delle elezioni amministrative, in cui si potrà rinunciare ad un’intera classe politica ignorante di tutto, stranamente emerge la loro difesa da parte di alcuni intellettuali e docenti universitari. Significa che ai “luminari” non interessano certe scelte basate su crassa ignoranza: Turbogas, Inceneritore, Cona, la vendita di libertà comunali ad Hera. Con lo stesso ignobile criterio ci sono le non-scelte, quali le condotte disperdenti il 30% d’acqua potabile; le acque putride del Volano irriganti le campagne.
E le grandi assenze: una circonvallazione (unica in Regione); i parcheggi sotterranei in centro storico; una rotonda su via Bologna raccordante l’autostrada; 10 centraline di monitoraggio aria; un dormitorio per senza tetto e disperati, i servizi igienici pubblici; un’illuminazione pubblica “seria”, un sistema semaforico più evoluto dei passaggi a livello, i cavedi sottostradali per tutti i servizi interrati, ecc. ecc. all’infinito!
Le nefandezze del sistema però piacciono agli intellettuali della mutua che si prodigano in proclami a difesa del PD e suoi candidati! Ma a chi vogliono darla ad intendere?! Tagliani è stato vicesindaco per 6 anni: ha avallato le sconcezze di Sateriale, ha redatto il contratto di vendita di Agea ad Hera, e vuole collaborare ancora, il magnanimo, cedendole pure le reti, non sa distinguere un Pronto Soccorso da un ambulatorio, parla di mobilità senza sapere quali variabili la caratterizzino, da come discute sull’inquinamento sotterraneo sembra che sia una realtà ereditata dai Romani. E solo perché nel suo programma dice di volere migliorare le cose bisogna dargli fiducia?
Signori intellettuali e docenti che firmate appelli pro Tagliani: raccontatevela fra di voi, che non tutti sono ignoranti al vostro livello.
Votiamo invece, TUTTI, Progetto per Ferrara, per una rinascita non a chiacchiere della città.
Paolo Giardini
Progetto per Ferrara