



Finalmente nessuno potrà dire che non sapeva
Se i favorevoli agli inceneritori sì aspettavano ieri una rassicurazione sui rischi connessi al loro utilizzo, saranno rimasti molto delusi. In Commissione Ambiente e Sanità i massimi esperti italiani hanno relazionato sul tema e nessuno degli otto invitati se l’è sentita di affermare che gli inceneritori non abbiamo un effetto sull’ambiente o che non emettano molecole pericolose. Anzi, i dati riportati non fanno che confermare le preoccupazioni espresse da tanti cittadini, esponendo un pesante referto di rischio per la popolazione del nostro territorio. Perché ormai è chiaro a tutti che gli inceneritori peggiorano di molto la qualità dell’ambiente.
Quella di ieri è stata una commissione affollata di parmigiani, nonostante l’improprio appuntamento in giorno feriale, nel primo pomeriggio, nonostante la scarsa accoglienza loro riservata, praticamente tenuti fuori, in piedi in corridoio, senza poter vedere nulla e sentire pochissimo.
Negata la diretta televisiva, negati schermi e audio nella sala antistante, negate persino le sedie, non è una bella figura per la commissione che dovrebbe tenere sedute pubbliche ed essere aperta e trasparente.
La prima parte del pomeriggio è stata dedicata alle relazioni degli studiosi, quattro portati dall’associazione Gestione Corretta Rifiuti e quattro invitati dal Comune.
La prima relazione di Marco Caldiroli, di Medicina Democratica, ha messo in evidenza i molteplici episodi di malgoverno degli inceneritori dove “la trasparenza è una chimera e l’omissione una abitudine connaturata con l’incenerimento”. Anche negli studi sul progetto di Parma sono evidenziate emissioni importanti di inquinanti come ad esempio il mercurio, che secondo lo stesso studio di Iren si avvicina di molto al valore di soglia. In un quarto d’ora ha smontato tutte le incongruenze contenute nello studio di impatto ambientale: a Parma sono stati presi in considerazione sono 3 degli oltre 250 inquinanti che fuoriescono dal camino, non è stato tenuto conto del valore di tossicità degli stessi.
Ma gli inceneritori di ultima generazione sono ormai accreditati come produttori di polveri ultrafini, che sono le più pericolose in assoluto ed anche le più difficilmente intercettabili e monitorabili, contro le quali anche i filtri a maniche più evoluti si sono dimostrati avere capacità di intercettazione ridotte.
Paola Zambon, responsabile del Registro Tumori del Veneto, ha portato un dato raggelante, quella riguardante Parma al secondo posto nel mondo per i tumori nelle donne, una situazione di assoluto allarme. Che senso ha aggiungere un altro impianto che emette ulteriore inquinamento? Anche gli studi sulle popolazioni residenti vicino ad impianto di incenerimento vicino a Venezia hanno fatto emergere correlazione tra malattie e inceneritore. Un suo studio del 2007 fa emergere in modo inequivocabile l’aumento di sarcomi dei tessuti molli correlato all’esposizione agli inceneritori.
E’ stata poi la volta della Regione Emilia Romagna che si sta occupando delle emissioni degli inceneritori con lo studio Moniter.
Vanes Poluzzi si premura di assicurare che le emissioni degli inceneritori regionali da lui analizzate sono tutte al di sotto dei limiti di legge…
Si premura però anche di precisare che non sta a lui stabilire se i limiti di legge sono cautelativi per la salute umana oppure no.
Gli studi di Moniter, aggiunge Paola Angelini, hanno portato alla conclusione che l’esposizione alle emissioni di impianti di incenerimento porta a parti pre termine e vedremo nei prossimi mesi le conclusioni delle ricerche in corso.
Ernesto Burgio, coordinatore scientifico di Isde (Associazione Medici per l’Ambiente) ha sottolineato gli effetti mutagenetici delle diossine, mettendo in evidenza che i danni subiti al Dna emergono dopo 20 anni. Vogliamo attendere 20 anni, quando poi sarà troppo tardi? I tumori nei bambini, in crescita anormale anche a Parma rispetto all’Europa, non possono che correlarsi a danni ambientali subiti dai genitori e poi trasmessi ai figli.
Da Giuseppe Miserotti, presidente dell’Ordine dei Medici di Piacenza, l’invito ad una moratoria sugli inceneritori, come i medici avevano chiesto a livello regionale nel 2007 e l’attenzione a prevenire prima che a curare.
Gli esperti dell’Istituto Superiore della Sanità, Settimio e Marsili, hanno fatto emergere la grave situazione ambientale dell’Italia e dell’Emilia Romagna in particolare, dove non ci sono solo gli inceneritori ad avvelenare l’aria. La loro esposizione non ha fatto che accreditare questi impianti tra quelli che vanno monitorati di continuo e con grande serietà come le acciaierie e i cementifici.
Ma dopo le relazioni sono emerse puntualizzazioni importanti e da tutti condivise.
Il territorio dove si costruiscono questi impianti è fondamentale per le ricadute degli stessi. La Pianura Padana è fra quelli più inquinati al mondo, con situazioni che favoriscono il ristagno degli inquinanti e non la loro dispersione.
Negli interventi dei consiglieri comunali, specie i medici, di minoranza e di maggioranza, sono emerse grandi preoccupazioni nei confronti di questo progetto.
Tutti sono ormai convinti che l’impianto è un business per Iren e un danno per i cittadini.
Infelice l’intervento di Pagliari, assente per buona parte della commissione, che ha ribadito il sì del Pd verso l’inceneritore, ribadendo l’importanza di rispettare le decisioni prese, anche di fronte ai rischi, e richiamando scenari napoletani.
Noi ci domandiamo: di fronte a fatti di così grave evidenza non dovrebbe prevalere il buonsenso sulle decisioni prese?
A chiudere l’incontro è stato chiamato dal Delegato alla Salute Pallini il padre dell’oncoematologia pediatrica Giuseppe Masera, che ha lanciato un forte messaggio di speranza: “Non è mai troppo tardi per fermare un progetto così pericoloso. Parma avrebbe una occasione strepitosa per fare da città pilota che gestisce i suoi scarti con pratiche virtuose che non arrechino danno ai cittadini e all’ambiente”.
Nella gremita platea emergeva l’imbarazzante assenza dell’Ordine dei Medici di Parma e dell’Ausl di Parma. Forse loro non sono interessati a questi argomenti?
Quali conclusioni si possono trarre dalla giornata di ieri?
Sicuramente che l’inceneritore avrà un impatto negativo sul nostro territorio.
A fronte di questa conclusione, che ieri è emersa chiaramente, viene spontaneo invitare i consiglieri comunali a esprimere il loro parere su una proposta di revoca dell’accordo con Iren, che dal 2006 ha consentito l’implementazione del progetto.
Per tutti l’invito alla revisione del Piano Provinciale Gestione Rifiuti, per cominciare a progettare una sviluppo futuro senza impianto di incenerimento, visto che oggi è possibile gestire gli scarti con il trattamento a freddo.
Ma l’invito è rivolto anche ai cittadini di Parma perché prendano sempre maggiore coscienza di questo problema ed approfondiscano le loro conoscenze in materia.
La concomitanza del 2012, che vedrà le elezioni amministrative cadere in prossimità dell’accensione del forno, potrebbe essere una occasione per fare sentire la voce grossa dei no.
Sempre che la città e la provincia acquistino la consapevolezza di che cosa è un inceneritore e dei rischi che comporta la sua accensione.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR