04 Ott, 2008
ll comune diffonde ottimismo ingiustificato
Inserito da: PpF In: Economia, sviluppo, lavoro




L’assessore al bilancio del Comune Roberto Polastri, ha manifestato nei giorni scorsi la propria soddisfazione per “l’utile” prodotto dall’operazione finanziaria effettuata nel 2005 (non 2002-2003) con Dexia Crediop. Si tratta di derivati accesi su un debito di 43,4 milioni di euro, con scadenza 2019. Si noti che egli aveva appena incassato oltre 40 milioni di euro dalla cessione di Agea ad Hera.
L’assessore tuttavia ha corretto immediatamente il tiro, forse pensando silente alle ricadute della crisi americana sui conti della banca franco-belga, ed ha dichiarato che “spetterà probabilmente alla nuova giunta nel 2009, compiere la ricognizione definitiva”. In altri termini Polastri ha detto ai ferraresi: per ora tutto bene, al dopo penserà qualcun altro.
I derivati si chiamano così perché derivano il loro valore da variabili esterne.
Sono prodotti difficili e rischiosi anche per gli addetti ai lavori. Una scommessa su un tasso, e chi li acquista guadagna o perde al suo variare. Si costruiscono su un debito e funzionano come un gioco d’azzardo tra chi compra e la banca che vende. Chi sottoscrive queste operazioni spesso firma contratti comprensibili solo a pochi specialisti, attrezzati di software costosissimi per la quantificazione del risultato. Il cliente comune si rende conto delle perdite solo quando la banca inizia a chiedergli grossi rimborsi.
Torniamo al nostro assessore, guardiano della cassa comune.
Egli certamente sa che gli azionisti di Dexia nei giorni scorsi hanno aumentato di 6,4 miliardi di euro il capitale della società, per far fronte alle ingenti perdite della propria filiale statunitense.
Polastri sa anche che il Cesfel, l’ente che assiste nelle scelte rischiose lui ed altri 19 enti locali dell’Emilia Romagna, prevede, a partire dal 2009 fino al 2014, flussi negativi dai derivati contratti dai suddetti Comuni. La stima, valida anche per Ferrara, purtroppo precede la spaventosa crisi che ha colpito Dexia. Al peggio non c’è limite!
L’assessore perciò diffonde tra i cittadini ottimismo ingiustificato, mentre tace ciò che sa!
Nel 2006 oltretutto, gli interessi pagati dai ferraresi sono stati 5 milioni di euro, a fronte di un debito di 160 milioni (1200 euro pro capite). Debito che a Ferrara è più elevato (1,36 volte) del patrimonio disponibile (immobili e partecipazioni). A Forlì tale rapporto è 0,84 volte, a Modena 0,19, a Parma 0,41, a Ravenna 0,20.
L’incidenza degli interessi sulle entrate correnti, nel 2006, è stata pari al 4,4% (0,9% Modena, 1,9% Ravenna, 2,7% Cesena, 3,2 Parma, 3,6 Piacenza).
Quella dei derivati è stata dunque un’operazione rischiosa in un contesto finanziario assai pesante. Per questo Polastri ha rinviato al 2009, anno in cui inizieranno i flussi negativi, “la ricognizione definitiva” dei “suoi derivati”?
Certe amministrazioni li hanno utilizzati per ottenere subito denaro fresco, per gonfiare i bilanci rimandando agli amministratori successivi il “rosso” da saldare.
Lo ha fatto anche Polastri? Chiarisca l’assessore, dipendente dei ferraresi, quale sorte li attende!
Valentino Tavolazzi
04 ottobre