



di Valentino Tavolazzi
La giustizia faccia il suo corso nel più breve tempo possibile. Nessuno è colpevole fino a condanna definitiva. Tuttavia le indagini sulla gestione dell’appalto di Cona, che oggettivamente costituisce un vergognoso esempio di mala sanità regionale e nazionale, impone una seria riflessione politica. Regione, Azienda ospedaliera, Università, Comune e Provincia, partiti di maggioranza, Pd in prima fila, dovrebbero pronunciarsi sulle responsabilità politiche e tecniche emerse nella vicenda, adottare gli adeguati provvedimenti e chiedere scusa ai ferraresi.
Nel 2002 l’assessore regionale alla sanità Bissoni, l’ex sindaco Sateriale ed il suo vice Tagliani, in assenza di risorse finanziarie adeguate, decisero l’affossamento del Sant’Anna ed il raddoppio di Cona, annunciando l’ingresso del primo malato nel 2003. Nel 2004 il cantiere era ancora al punto in cui l’aveva lasciato Donigaglia, dopo un leasing voluto da Montaguti (stroncato dall’Authority dei lavori pubblici) e dopo due anni impiegati per indire una regolare gara d’appalto. Seguiva negli anni successivi la “scelta”, da parte dell’azienda ospedaliera, dell’unica offerta del Consorzio Cooperative Costruzioni (circostanza curiosa, per un lavoro di valenza nazionale), struttura della Lega delle Cooperative che affidò il cantiere alla cooperativa Cmb di Carpi. Fanno parte del raggruppamento di imprese, oggetto di indagine, anche diverse aziende ferraresi.
In questa incredibile vicenda è accaduto di tutto: la decapitazione degli ingegneri Bregna e Bergonzoni, l’allontanamento dell’ingegner Piepoli, l’ispiratore del leasing voluto da Montaguti, il reclutamento del tecnico Pinelli. Errori nella progettazione, nella valutazione delle procedure di appalto e delle persone, hanno evidenziato l’incapacità della classe politica al governo e dei tecnici di gestire l’operazione Cona. La scelta del sito nel quale costruire, ha imposto alla collettività pesanti costi per evitare che i fabbricati “galleggiassero”. Il progetto è stato più volte rimaneggiato, parti consistenti dei fabbricati demolite, la viabilità stravolta. La distribuzione interna delle funzioni è stata modificata, sono stati spostati l’accesso del pubblico e gli svincoli sulla superstrada e sulla nuova bretella via Comacchio-via Palmirano.
“Adesso Cona lo garantiamo noi” avevano detto Sateriale e Bissoni, a nome della maggioranza che governa Comune e Regione, nella conferenza sanitaria del 2002. E’ molto chiaro ai cittadini che Regione e Comune non sono stati in grado di garantire il completamento del progetto in tempi certi. Ma non è altrettanto chiaro chi ne abbia beneficiato, chi abbia pagato per gli errori o chi pagherà. Spiace ricordarlo ma nel giugno 2004 scrivevo sui giornali “ Cona sarà un disastro per la sanità ferrarese ed una sciagura per i cittadini. Sateriale, se sarà rieletto, ultimerà il suo secondo mandato senza aver completato un progetto concepito 15 anni fa. Questo accadrà se non si cambia rotta subito”.
Al di là degli esiti delle indagini della magistratura, ripeto, qualcuno pagherà per le responsabilità politiche di questo scandalo? A chi verrà presentato il conto di vent’anni di disagi sopportati dai cittadini per un’assistenza sanitaria inadeguata, nel caro e vecchio Sant’anna lasciato cadere a pezzi? Perché il sindaco Tagliani, per anni presidente della commissione regionale sanità, non chiede ora un consiglio comunale urgente, nel quale lui, il presidente della regione Errani, il suo braccio destro Bertelli, il consigliere regionale ricandidato dal Pd Montanari, possano spiegare ai cittadini cosa è successo e cosa intendono fare? Perché, in presenza di imbarazzanti indagini condotte dalla magistratura su tecnici comunali, anche di vertice, Tagliani ha ritenuto di elargire a piene mani, prima di Natale, frettolose promozioni ed aumenti di stipendio?
Valentino Tavolazzi Consigliere comunale Ppf
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