



Articolo pubblicato da estense.com
Investimenti per 2 mln di euro non bastano per “La casa senza frontiere”
Nei documenti di Comune e Provincia è chiamata “La casa senza frontiere”. Un progetto varato nel 2003 e ben lontano dal concludersi. La sua realizzazione prevedeva due edifici in via Pacinotti (dietro il parcheggio del supermercato Cadoro), uniti attraverso un corridoio; uno da adibire ad ostello con 34 posti letto per scambi giovanili internazionali, l’altro a punto ristoro e sala riunioni destinato ai giovani e in particolare agli studenti del vicino Iti Copernico-Carpeggiani. Ad oggi solo una delle due strutture è completata, con tanto di arredi e impianti improntati alle più moderne regole della bio-architettura. La palazzina è terminata ma non è stata mai utilizzata.
L’altra invece è costruita solo per metà, con macchinari incustoditi ed esposti alle intemperie.
In mezzo però ci sono due milioni di euro di denaro pubblico che devono ancora vedere il risultato del loro utilizzo.
A guardare le foto del progetto, a scartabellare determine di responsabili del settore, delibere di giunta e atti amministrativi, forse le “frontiere” sono l’unica cosa che rimane a questa “casa senza”: senza tetto, senza protezione delle costose strumentazioni, senza capitoli di spesa, come dire, “azzeccati”.
Un esempio? Partiamo dal costo totale: due milioni di euro così suddivisi: un milione dalla Regione a fondo perduto, 800mila euro dalla Provincia finanziati attraverso fondi Bei (Banca europea per gli investimenti) e 200mila dal Comune.
Di questi ultimi, la somma più modesta in fondo, ben 24mila sono stati investiti per il semplice progetto dell’arredo. Altri 70mila sono andati ad uno spin off universitario per progettare l’alimentazione fovoltaica degli edifici, mai realizzata. Parliamo del primo edificio, quello mai utilizzato.
La denuncia di quest’opera abbandonata arriva dal movimento Cinque stelle di Beppe Grillo, che con Valentino Tavolazzi e Angelo Storari fa notare che “anche dovesse essere completata la struttura, gli studenti sarebbero costretti ad andare a dormire vicino all’ex discarica Cogef”.
Viene poi il capitolo gestione. “Per questo compito era stato costituito un comitato ad hoc – spiega Storari -, incaricato di produrre un progetto di affidamento in gestione a un’associazione o a una cooperativa, ma dal 2006 ad oggi non è uscita ancora una proposta”.
Ma la speranza di vederlo completato qualcuno non l’ha ancora persa. “La Provincia infatti – aggiunge Tavolazzi -, ha di recente (fine 2009, ndr) stanziato altri 100mila euro per provvedere alla messa in sicurezza dei muri”. La delibera varata dalla giunta Zappaterra giustifica la spesa con “perizia suppletiva, adeguamento di spese tecniche, incentivi di progettazione, somme per imprevisti e opere in economia…”.