



di Valentino Tavolazzi
Scomodare Martin Luther King, da parte del presidente Colaiacovo, nel tentativo di dare credibilità ad argomenti deboli e strumentali, è a dir poco inelegante. Di certo non attenua il pessimo giudizio sull’accaduto. I fatti sono i seguenti. Nella seduta del 15.6 (6 capigruppo presenti, 5 assenti) Colaiacovo, solo alla fine della riunione comunica il suo desiderio di “chiudere l’attività del Consiglio comunale tra il 18 e il 22 (lunedì e venerdì) Luglio”. Nel verbale non c’è traccia di discussione ed approvazione di tale ipotesi. Nella seduta del 27.6 (il verbale riporta data e ora sbagliate) Colaiacovo ipotizza “un eventuale ultimo Consiglio prima della pausa estiva da tenersi tra il 18 e il 22 luglio”, sempre in assenza di dibattito ed approvazione, ma soprattutto prima che il consigliere Fortini del Pdl comunicasse la richiesta del consiglio straordinario su Cona.
Dunque cosa ha fatto Colaiacovo nella seduta del 6.7?
- 1. Si è rifiutato di convocare la riunione dei capigruppo lunedì 18.7 alle 15,30 (come da regola stabilita dalla conferenza), per non correre il rischio di dover fare un consiglio dopo il 22.7, termine da lui desiderato, non dibattuto, né approvato e che soprattutto, all’atto della proposta, in entrambe le sedute del 15 e del 27.6, non teneva conto della successiva richiesta di consiglio straordinario su Cona (come dimostrano i verbali).
- 2. Ha infranto la regola di convocare le conferenze il lunedì pomeriggio, in assenza di consiglio, al solo scopo di andare e mandare in ferie i consiglieri, prima del 22.7. Era così insopportabile rispettare le regole rimanendo a disposizione un giorno o due in più, per un eventuale seduta di consiglio comunale, che finora ha operato con ritmi alquanto rilassati?
E alla domanda chi abbia deciso di infrangere la regola di convocazione della conferenza, al solo scopo di andare in ferie prima del 25.7, c’è una sola risposta: Colaiacovo, non certo Martin Luther King!
In merito alla vicenda della mancata consegna delle registrazioni effettuate prima della censura (sul punto Colaiacovo tace), ribadisco che egli le ha messe a disposizione soltanto dopo che la Prefettura, da me chiamate in causa, ha confermato fondatezza e legittimità del diritto del consigliere di ottenerle. La lettera prefettizia recapitatagli sul tavolo recita “Il diritto di accesso di cui è titolare il consigliere comunale con riguardo agli atti dell’ente, è rinforzato dall’art. 43 2° comma del TUEL, che lo estende a tutte le notizie ed informazioni in possesso dell’ente.” Quel diritto Colaiaco lo aveva calpestato.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Ppf
Conferenza dei capigruppo, la replica di Colaiacovo LEGGI