



di Neda Barbieri, Alleanza per Ferrara
La vicenda della consulenza affidata al ex presidente dell’Acft ed ex sindaco d’Ostellato Gabriele Melchiorri, consente di porre alcune questioni, rilevanti per valutare i tanti impegni assunti dai diversi candidati in campagna elettore rispetto al rinnovamento di metodi e di uomini e donne di governo.
La risposta data dalla Giunta del Comune di Ferrara al consigliere Brandani, bravo nello svolgere il suo compito ma forse imbeccato da qualcuno che pur cercando privilegi non ne aveva ottenuti, è davvero sconcertante perché chiarisce contrariamente allo sbandierato rinnovamento, che le aziende pubbliche (Atc, Amsefc, Amsef, Acosea Reti e molte altre) non sono indirizzate nella gestione dalle Istituzioni che ne detengono i pacchetti azionari e le quote, ma dai partiti della maggioranza che utilizzano le aziende pubbliche e i loro bilanci come veri salvadanai per compensare con incarichi, consulenze, collaborazioni e altro, amministratori e funzionari a termine mandato.
Nulla di nuovo sotto il sole, ma deve essere usuale nelle aziende di trasporto, infatti ricordiamo bene tutti la vicenda della consulenza nell’azienda di trasporto delle ferrovie emiliane la FER data proprio al suo Presidente.
Analizzando con attenzione i bilanci e gli organigrammi delle aziende pubbliche si ottiene conferma che però la pratica è diffusa.
La fusione fra Acft azienda dei trasporti ferraresi, e Atc Bologna, ha portato alla soppressione di una carica importante tra quelle politiche della nostra Provincia e quindi si è creato il problema.
Nella nuova nominata concordata fra gli Enti nessuno si è preoccupato di cosa avrebbe fatto il Presidente destituito, lasciandolo disoccupato e ormai prossimo alla pensione?
Davvero improbabile e non credibile.
Se il sindaco non sapeva nulla – e mi permetto perlomeno di dubitare – la questione è ancora più grave, perché nel consiglio d’amministrazione di Atc siede un vicepresidente nominato dal Comune e dalla Provincia di Ferrara.
Cosa controlla e che mandato ha se non era a conoscenza dell’incarico dato al suo predecessore e non ha riferito al Sindaco o all’assessore competente?
L’importo di 93.000 euro non passa inosservato fra le consulenze, e in consiglio d’amministrazione almeno la delibera di affidamento d’incarico della consulenza ed il relativo disciplinare sarà stato discusso anche perché più volte si è affermato che la fusione delle due aziende era legata alla riduzione dei costi e all’azzeramento delle perdite.
E il collegio dei revisori dei conti ha analizzato ed eventualmente segnalato questa consulenza?
Insomma se il Sindaco ed il suo assessore non sapevano, qualcosa non ha funzionato rispetto alle responsabilità assegnate.
A queste domande sarebbe opportuno dare risposte e avviare una reale analisi della situazione complessiva in tutte le aziende e le partecipate – utilizzando magari la commissione consigliare di Controllo e Garanzia – e non chiudere il discorso con il contentino dello soppressione del benefit legato all’utilizzo dell’auto aziendale.
Ad una prima lettura pare che la strategia messa in campo di fronte a questo precisa e dettagliata denuncia sia di lasciar cadere la questione nel dimenticatoio, per andare avanti con gli equilibri faticosamente raggiunti nelle varie nomine ed incarichi, insomma non svegliar il can che dorme.
Alle opposizioni consiliari di Comune e Provincia spetta il compito di andare fino in fondo nell’operazione di controllo.
Neda Barbieri
Alleanza per Ferrara