



Pubblicata da estense.com
di Valentino Tavolazzi
La maggioranza ed il sindaco Tagliani stanno procedendo inesorabilmente a svendere anche le reti del gas. Ci chiediamo dove sia l’Italia dei Valori, che dopo un timido tentativo di segnalare qualche dubbio, è scomparsa dalla scena politica. Forse il Pd ha fatto la voce grossa? Non sarà per caso a rischio il loro posto in giunta? Speriamo di sbagliarci e di stupirci, nel prendere atto del voto favorevole dell’IdV alla risoluzione che Ppf e Prc-Pdci presenteranno domani in consiglio comunale, allo scopo di mettere Pd ed alleati di fronte alle proprie responsabilità davanti alla città.
Il valore delle reti è enormemente più elevato dei 14,8 milioni di euro (quota Comune) proposti da Hera. Tale stima è dell’American Appraisal Italia, società incaricata dal consiglio di amministrazione di Hera nel 6/09, poi fatta propria dal perito nominato dal Tribunale di Bologna.
Essa si basa sul valore residuo da ammortizzare, scritto a bilancio di Agea Reti, modestamente rivalutato e non tiene conto dell’eccellente cash flow generato da Agea Reti (oltre 1,6 milioni/anno fino al 2014, 1,8 negli anni successivi); del fatto che la società nel 2014 avrà pagato tutti i mutui; della notevole liquidità generata, che consentirebbe investimenti di manutenzione straordinaria e di ampliamento della rete.
La valutazione dei cespiti è dunque fortemente condizionata dal metodo scelto (patrimoniale semplice) e dalla conferma di valori definiti dalla perizia di parte, commissionata da Hera. L’approccio del perito è a nostro parere non condivisibile: altri metodi come il DCF (discounted cash flow) avrebbero dato risultati assai diversi. Riguardo al parere del dottor Giuliani, coinvolto dalla Holding all’ultimo minuto, ebbene esso aggiunge ben poco alla perizia giurata, non verifica i valori in campo, né le pezze di appoggio che li sostengono. Un parere pro veritate è ben altra cosa.
L’operazione è inoltre penalizzata dal pagamento di 900 mila euro di tasse sulla plusvalenza contabile, che non ci sarebbero state se le azioni di Agea Reti fossero state in capo al Comune invece che trasferite alla Holding Ferrara Servizi. Ciò costituisce un ulteriore perdita patrimoniale per la città. Dunque, stante la sottostima di Agea Reti, non c’è alcuna plusvalenza patrimoniale reale, nè alcun risultato positivo dell’operazione. Al contrario il Comune di Ferrara e la maggioranza, pur di accontentare Hera, riusciranno diabolicamente a pagare tasse su plusvalenze meramente contabili.
Il perito ha infine ridotto di 4,5 milioni di euro il valore dell’azienda per interventi manutentivi effettuati da Hera. Non sono agli atti pezze d’appoggio che dimostrino la fondatezza delle pretese di Hera, né che tali interventi siano straordinari (il contratto d’affitto pone a carico della multiutility gli ordinari), e nemmeno che i medesimi siano stati ordinati da Agea Reti e negoziati. Ravenna, a fronte di un importo inferiore di manutenzione, ha ottenuto un incremento di valore delle reti pari a 10,5 milioni di euro. Non esiste agli atti analoga trattativa svolta dal sindaco di Ferrara.
Riguardo alle scelte delle altre città, Forlì, con una partecipazione in Hera simile alla nostra, ha fatto il ragionamento proposto da Ppf: no alla cessione delle reti, poiché non avrebbe mutato il suo rapporto di forza negli organi della multi utility bolognese. Ravenna ed Imola, invece, hanno scelto di vendere. Esse infatti dispongono di partecipazioni importanti in Hera, che la cessione delle reti rende ancora più forti. Ferrara, dal canto suo, rimarrà senza reti e continuerà a contare nulla in Hera: qual è dunque l’interesse collettivo tutelato da tale scelta? Quello di Hera è lampante!
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf