



di Angelo Storari
Alcuni giorni or sono Lenzerini, citando un mio commento nel blog, in cui lo nominavo, assieme ad altri personaggi in vista, più o meno apertamente connessi ai partiti, in una disquisizione sulle caste ferraresi, mi citava in una lettera al suo giornale con tono molto risentito. Come avevo già allora chiarito il mio commento conteneva una fallace esposizione su alcuni nominativi, ma lo sforzo di Lenzerini, contro cui personalmente non ho ovviamente nulla, sembra francamente quello di cercar di farci distogliere l’attenzione dalla luna per concentrarci sul dito. Così come avevo scritto d’impulso io, ritengo lo stesso abbia fatto Lenzerini, persona che reputo assai intelligente.
Non ho messo in discussione, non avendone certo le capacità prima ancora che l’intento, le abilità di chicchessia. Non è questo l’argomento.
La questione è altra. Vi sono personaggi, passati e presenti della politica, che entrano ed escono da cariche di consiglieri comunali o assessori, a quella di Dirigenti, di presidenti e di direttori di aziende, istituzioni e società pubbliche e viceversa, con curricula ed esperienze lavorative totalmente costruite su incarichi riferiti alla politica. Non mi scandalizzo per i Ricci, Maranini, Canella, Melchiorri, Merighi, i Cavallina e Cavallini, sono solo alcuni dei tanti. Ciò che ci chiediamo è perchè proprio loro, perchè sempre gli stessi.
I partiti che vincono le elezioni esercitano il diritto dovere di amministrare, ma si guardano bene dal riscrivere regole affinchè queste nomine rispondano a criteri selettivi basati su curriculum, selezioni ed esperienze manageriali maturate.
Sorge quindi spontanea la domanda se davvero sono loro ciò che di meglio ha il mercato da offrire. Ritengo che quando si amministra denaro pubblico, gestire al meglio sia un dovere e non una possibilità. Mi chiedo perciò se un amministratore o anche un tecnico, la cui nomina e la cui retribuzione è in tutto o in parte legata alla politica e di conseguenza anche il suo sostentamento, abbia una professionalità che lo rende appetibile sul mercato; mi chiedo se possegga una tempra morale che lo metta al riparo da scelte non etiche o deontologicamente corrette.
Mi chiedo in pratica se sia sempre libero, anche quando come tecnico dovrebbe contraddire il quadro politico di riferimento, prospettando con decisione la non correttezza di certe scelte, perchè inutili, dispendiose, dannose, inopportune. Nelle more credo che alcuni cittadini me compreso, preferirebbero non aver la possibilità di dubitare.
Chi ci garantisce che quel che sta dicendo, decidendo, scegliendo quella persona, sia la cosa migliore, ovvero se stia tutelando il bene collettivo? Di unti del signore ne abbiamo visti già troppi. Ciò che ci chiediamo è perchè tanti elettori in buona fede del partito di governo che hanno votato non chiedano conto dell’operato dei loro eletti.
La prima proposta che farà Giovanni Favia, candidato presidente per il Movimento 5 Stelle Emila Romagna quando entrerà nel parlamento regionale, sraà una legge regionale anti casta, con nomine nei Cda basate su criteri di competenza e professionalità, su selezioni trasparenti, con il divieto di cumuli di cariche ed un tetto alle retribuzioni dei manager pubblici. A Ferrara forse le caste non esistono, le chiameremo non caste. Se il Dr. Lenzerini sia o non sia parte di queste non caste non devo deciderlo certo io. Il tempo è galantuomo.
Angelo Storari
candidato per ferrara
Movimento 5 Stelle Emila Romagna
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/emiliaromagna/
Lettera del Dr. Lenzerini pubblicata da Estense.con
Essere “Casta” per definizione
Caro direttore di Estense.com,
vorrei approfittare della sua disponibilità per rivolgere una serie di ringraziamenti ad Angelo Storari, che ha avuto la bontà di ricomprendermi (insieme a mio fratello) nella bella lista di proscrizione da lui stilata l’11 gennaio scorso, con la quale si è preso il disturbo di elencare i componenti della Casta.
Ovviamente, non conosco personalmente tutti i soggetti da lui citati, ma alcuni sì, e siccome li stimo (anche se – in taluni casi – sono persone gravate da colpe, in quanto ex esponenti della Margherita o dei DS, oppure appartenenti all’ARCI o alla UISP, o addirittura – orrore – medici o professori universitari), l’essere a loro accumunato in fondo mi inorgoglisce. Grazie Angelo. Naturalmente, il fatto che le elezioni amministrative si siano da poco svolte con esiti piuttosto netti, che al Sindaco e alla Presidente della Provincia spetti l’obbligo di formare una squadra per la gestione degli Enti e delle società pubbliche e che forse anche su questa base hanno ottenuto il consenso degli elettori (e dovranno riconquistarselo la prossima volta) non cambia la sostanza delle cose: far parte della squadra significa automaticamente “essere Casta”, a prescindere. Con un’unica eccezione: che le elezioni, la prossima volta, le vinca Progetto Per Ferrara. In quel caso si porranno solo due alternative: o verrà comunque formata una squadra di amministratori e tecnici (ma in quel caso, ovviamente, non sarà Casta, per definizione) oppure – ed è l’esito preferibile, quello che mette automaticamente al riparo dal “rischio Casta” – farà tutto Angelo, da solo.
Grazie, ancora, per aver rammentato i miei precedenti incarichi in Comune. Devo fare una precisazione (che noioso, eh….): non erano incarichi, ero proprio un dipendente comunale, presso il Settore Attività Culturali, ma siccome ero assunto a tempo determinato già allora facevo parte della Casta (anche se in altri contesti si dice precario). Di quel periodo conservo un caro ricordo, e chiedo scusa alle molte associazioni culturali, ai molti operatori del settore: nonostante la presenza di un parassita del mio calibro, due o tre cosine discrete, chissà come sono state realizzate.
Un ringraziamento particolarmente sentito, inoltre, per la delicatezza con la quale Angelo Storari – con pochi ma efficaci accenni – ha evocato l’intreccio – manifestamente delittuoso – dei rapporti tra me e mio fratello. Sia chiaro, Angelo non afferma in modo esplicito che – essendo parenti – ci saremmo illecitamente aiutati a vicenda a far carriera, gli basta – come risultato – che il lettore sia indotto a pensarlo. Non arriva a diffamare (che è un reato), ma si limita – per usare il gergo corrente – ad “infamare”. Grazie Angelo, apprezzo la premura.
L’ultimo grazie che rivolgo ad Angelo Storari è venato (lo dico senza alcuna ironia) da un po’ di rammarico. Ho sempre provato (sin da quando era direttore generale del Comune) e tuttora provo rispetto e stima per l’ing. Valentino Tavolazzi. Quel poco che so della sua storia personale mi induce a ritenerlo poco incline ai teoremi accusatori, alle allusioni velenose, ai processi sommari. In questi ultimi mesi, sono stato convocato quale tecnico presso alcune sedute di Commissioni Consiliari. Sapere che il mio lavoro sarebbe passato al vaglio anche dell’ing. Tavolazzi mi ha messo (ed era giusto così) nel medesimo stato d’animo provato dallo studente prima dell’esame di fronte ad uno di quei professori che a tutti i costi cercano i punti deboli delle argomentazioni, con accanimento forse un po’ feroce ma sempre con onestà intellettuale. Finché il Sindaco mi concederà la sua fiducia, per il rispetto che devo a tutti i consiglieri comunali e – in primo luogo – anche a me stesso, continuerò naturalmente a cercare di svolgere i miei compiti meglio che posso. Ma con una consapevolezza: a fianco del severo “professore”, c’è anche uno zelante capoclasse che ha già scritto col gesso, sulla lavagna, l’elenco dei cattivi. Bene, mettiamola così, per quel che vale il mio giudizio: mi sembra che l’autorevolezza del professore non venga – da quella presenza – per nulla rafforzata. Anzi.
Giovanni Lenzerini, Direttore di Holding Ferrara Servizi