



di Valentino Tavolazzi
Ringrazio il sindaco per la sua replica sui 18 mila metri quadrati di nuove autorizzazioni commerciali, decise dal Pd e dalla maggioranza, in accordo con il Pdl. Sinceramente, e senza polemica, avrei preferito da parte sua un contributo di merito sulla pesante situazione del commercio in città e sullo squilibrio esistente tra l’offerta di centri commerciali, ipermercati, supermercati e quella dei negozi di vicinato, del centro storico, dei piccoli centri. La tesi che sostiene il sindaco “dell’atto dovuto”, non chiarisce le motivazioni di suddetto squilibrio, che non cade dal cielo, ma è al contrario il risultato di scelte compiute dalla maggioranza (la sua) che governa da sempre la città.
Né i suoi argomenti spiegano per quale motivo scelte fatte quindici anni fa, solo ora si concretizzano, con le autorizzazioni commerciali incriminate, e non invece nelle precedenti amministrazioni, delle quali Tagliani ha fatto parte come vice sindaco. La delibera di cui si discute era pronta anche per il consiglio precedente, ma fu ritirata da Sateriale. Che senso ha parlare ora di pianificazione del territorio se non bastano 15 anni per realizzare quanto deciso da chi governa, oltretutto in un contesto economico e sociale radicalmente diverso da quello originario?
Credo sia arduo per il sindaco sfumare, agli occhi dei lettori, la discrezionalità della decisione presa, se non altro perché l’esistenza di lotti, parcheggi e strade non obbliga certo ad autorizzare centri commerciali e supermercati, se la collettività non ne ha bisogno. Si può sempre fare qualcos’altro. E non esistono studi della giunta o della maggioranza, pur proposti dalla legge per le grandi strutture e formalmente richiesti da Ppf al presidente del consiglio, che dimostrino l’opportunità a Ferrara di ampliare l’offerta commerciale, come è stato fatto.
Quanto al tema dei diritti acquisiti dai privati, proposto da Tagliani, esso ci lascia alquanto perplessi.
La licenza di 1500 metri nell’ex Tre Stelle, oggi vuoto, di fatto rimedia alla circostanza che la precedente attività si è spostata nell’ex Coop Est Doro, rimasta vuota per anni, dopo l’apertura del supermercato di via Modena. La licenza di 2500 più 2500 a Zerbonata, nella zona Mercatone, non mi pare segua una convenzione urbanistica già firmata (Tagliani avrà modo di confermare o smentire). I 1500 metri di Foro Boario sono su un’area del Comune ancora da vendere. Si può fare qualcos’altro. I fabbricati Tresor (2500 metri vicino al Bennet), Porta Ferrara (1500 metri vicino Conad), 1500 in Foro Boario, 5000 metri Zerbonata vicino al Mercatone, devono ancora essere costruiti!
Ci sembra che i paraventi delle scelte compiute dai suoi predecessori (ma la maggioranza è sempre quella!) e degli atti dovuti, utilizzati dal sindaco in più occasioni (Area ex Camilli, Cona/Sant’Anna, persino con i contratti di servizio Hera, dove il predecessore è lui stesso), non possa durare a lungo, pena il mancato avvio di quel cambiamento da lui promesso e tuttora atteso.
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf
Cambia la Prospettiva, MoVimento 5 stelle
Lettera del Sindaco pubblicata su Cronaca Comune
‘Nessuna colata di cemento ma rispetto dei diritti’
di Tiziano Tagliani *
E’ difficile rispondere ai contenuti ed ai toni distorsivi dell’intervento del Capogruppo PPF sul RdC dell’8/04/10 dal titolo “la giunta prepara la colata di cemento, 18.000 metri quadrati …” , senza incorrere nel rischio, da un lato di usare gli stessi toni, dall’altro di usare un linguaggio troppo tecnico a discapito della chiarezza. Siccome, però, ritengo importante che il dibattito sui temi del territorio mantenga i toni del confronto tra soggetti che hanno visioni diverse, magari contrastanti, ma ognuno dei quali dia per scontata la buona fede dell’altro, proverò a farlo anche in questo caso, cercando di essere più chiaro possibile. I 18.000 mq di cui si parla sono in realtà stati previsti da un piano regolatore approvato 15 anni fa, progettati in piani particolareggiati già approvati dal Consiglio comunale, molti già realizzati, nel senso che esistono già le strade, i parcheggi, i lotti su cui costruire gli edifici ( ad esempio in zona Bennet, in zona Mercatone, in via Comacchio), in altri casi esistono già da tempo, o sono in corso di costruzione addirittura gli stessi edifici. Giusto per riportare il confronto o anche il dissenso, sul piano corretto, va dunque precisato che la delibera assunta dal Consiglio attribuisce a quelle aree o a quegli edifici la possibilità di esercitare l’attività commerciale già prevista o, in qualche caso già esistente negli stessi.
Appare allora evidente che la delibera non esprime nessuna volontà cementificatrice dell’Amministrazione ma, molto più semplicemente la volontà, questa si, di chiudere un percorso avviato da precedenti amministrazioni, sulla base del quale alcuni soggetti hanno maturato diritti ed aspettative su cui hanno investito. Del resto se pianificare ha un senso, e noi crediamo di si, questo senso assume la propria compiutezza nel momento in cui la pianificazione si attua; ovvero, nel momento in cui ciò che gli strumenti urbanistici approvati dal Consiglio comunale anni or sono hanno previsto, si traduce in strade, edifici, negozi, parcheggi, aree verdi, ecc.
Quanto alle problematiche più generali del settore commerciale, i prossimi appuntamenti in cui il Consiglio verrà chiamato a discutere dei nuovi strumenti di pianificazione (RUE, POC e relativa pianificazione di settore) saranno l’occasione per mettere a confronto le diverse strategie che le forze politiche metteranno in campo con l’obiettivo, sono certo, comune, di garantire un ruolo importante al settore del commercio nell’economia e nella qualità della vita della nostra città. Per raggiungerlo occorre puntare ad un assetto equilibrato della rete che tenga conto del ruolo dei negozi di vicinato, della specificità del nostro centro storico, della necessità di mantenere e rafforzare l’identità dei piccoli centri, delle esigenze dei consumatori.
* sindaco di Ferrara