



Lettera pubblicata da estense.com
di Neda Barbieri
Dopo lo scottante dibattito su incarichi e consulenze nato dal caso ATC i successivi interventi, particolare di alcuni interessati da tali incarichi, tendono sostanzialmente a spostare il problema sulla legittimità di tali operazioni. La questione sollevata va invece in altre direzioni. Se l’operazione non fosse legittima, cosa per altro mai sollevata, la questione riguarderebbe la responsabilità dell’apparato tecnico dell’azienda che tale spesa ha avallato con un proprio parere favorevole, loro ne risponderebbero anche con un eventuale rimborso all’erario.
L’interesse e l’attenzione dei consiglieri comunali e provinciali sono rivolti invece a questioni strettamente politiche quali l’opportunità dell’incarico, l’adeguatezza del compenso e la durata.
Quello che viene ribadito nei numerosi interventi è che questo non è un caso isolato, in quanto l’ex sindaco di Ostellato è preso quale esempio di una prassi ormai consolidata che ha visto i tanti amministratori che finivano il loro mandato promossi in ruoli chiave nelle aziende pubbliche.
E’ un atto di denuncia e di indagine dei consiglieri comunali e provinciali di minoranza che utilizzano le regole e gli strumenti offerti dalla democrazia, il consiglio comunale e il rapporto con i giornalisti.
Una battaglia di trasparenza e di informazione e per questo ben venga l’appello di Melchiorri, purchè che non si sposti il tema della questione sulla sola legittimità.
Provo a spiegarmi meglio, ponendo le questioni di carattere politico a cui i cittadini chiedono risposta attraverso i lori eletti e lasciando quello di legittimità a chi di competenza.
La fusione dell’azienda ferrarese di trasporto é stata dettata soprattutto da gravi problemi di bilancio aggravatisi proprio negli ultimi 5 anni.
Ora appare quanto meno inopportuno incaricare di una consulenza chi era Presidente di quella azienda e non è stato indicato quale vicepresidente nella nuova ATC da comuni e Provincia.
Se la sua professionalità ed esperienza erano indispensabili perché non fu riconfermato nel suo ruolo dalle Istituzioni ferraresi?
Sull’adeguatezza del compenso credo poi sia utile una riflessione. Nessuno nega l’esperienza dell’ex presidente ACFT, ma per assimilazione è utile ricordare che ci sono giovani plurilaureati – con master di specializzazione – che lavorano presso aziende pubbliche e private con compensi che non sono neanche la metà di quello stabilito per l’incarico- alcuni con contratti a progetto – e senza nessun benefit in quanto si pagano il treno e l’eventuale tragitto in auto.
Infine la durata, perché tre anni? Forse perché i bilanci hanno questa durata? E’ previsto la possibilità di un rinnovo? Quale strumento di valutazione intermedia dei risultati?
Non un accanimento politico quindi, come qualcuno cerca di dire, ma partendo da un caso concreto si pone il problema finché non avrà avuto tutte le risposte e soprattutto perché non si ripeta.
Neda Barbieri, Alleanza per Ferrara