05 Mag, 2010
Non solo PFOA nel Po, c’è anche il PFOS. Interrogazione al Commissario Europeo Ianez Potoknic
Inserito da: PpF In: Ambiente e salute




Mentre il Pd dorme sonni tranquilli, nega l’evidenza e manda allo sbaraglio il duo Portaluppi-Tafuro, il deputato leghista del gruppo europeo EFD Oreste Rossi, ha recentemente interrogato la Commissione Ambiente sui perfluorati che “attentano alla saluta umana e animale”. L’interrogazione recita: “L’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del CNR, a seguito di uno studio, ha evidenziato una concentrazione abnormemente elevata di composti chimici «perfluorati» nelle acque del fiume Po. In particolar modo sono state prese a campione le concentrazioni di due composti perfluorati principali: il PFOA (acido perfluoroottanico) e il PFOS (acido perfluoroarchilsolfanato). La situazione risulterebbe particolarmente grave a Pontelagoscuro, in provincia di Ferrara, dove sono stati riscontrati tassi di PFOA da 10 a 200 volte superiori a quelli dei principali fiumi europei con picchi di 200 ng/L ed un range attuale che oscilla tra i 60 e i 174ng/L.
In alcune aree del bacino idrografico del Po, e più specificatamente nei fiumi Tanaro e Bormida, sono stati riscontrati livelli ancora più allarmanti, (1200ng/L), probabilmente da mettere in correlazione con la presenza in provincia di Alessandria di un sito industriale che utilizza tali composti: la Solvay Solexis di Spinetta Marengo. Tali polimeri interferiscono con il sistema endocrino umano e determinano seri danni ambientali…Chiedo alla Commissione europea se intenda fornire attraverso norme o direttive ed anche proposte di risoluzioni le basi per avviare un programma di monitoraggio e di sorveglianza a livello comunitario del rispetto dei limiti imposti e intervenendo con una politica incisiva là dove questi ultimi non sono rispettati; per avviare programmi, a livello comunitario, per la conoscenza e la verifica dello stato qualitativo e quantitativo delle acque superficiali e sotterranee”.
Nella risposta del commissario europeo all’ambiente Ianez Potoknic, datata 23.4.10, si legge: “La Commissione è a conoscenza degli elevati livelli di PFOA e PFOS rilevati nel Po e nei sui affluenti come il Tanaro. In generale i composti chimici perfluorati e polifluorati come PFOA e PFOS sono stati prodotti da società chimiche produttrici di fluoro da oltre 50 anni e sono stati utilizzati in molti settori. La commercializzazione e l’utilizzo di PFOS è stata limitata nell’UE. Il PFOS è stato identificato anche come inquinante organico persistente (POP) ai sensi della convenzione di Stoccolma e del protocollo POP della convenzione UNECE CLRTAP. Per quanto attiene il PFOA, recentemente la Commissione ha effettuato uno studio sui rischi derivanti dall’utilizzo industriale di PFOA, concludendo che non esiste un rischio significativo per i comparti idrici, terrestre e atmosferico, ciononostante a cause di incertezze sullo sviluppo di effetti cancerogeni e comportamentali, non sono possibili conclusioni definitive sui rischi per la salute.
La Commissione sta attualmente riesaminando l’elenco di sostanze prioritarie per effettuare proposte entro il 2011 in conformità con l’articolo 8 della direttiva relativa agli standard di qualità ambientale e con l’articolo 16, paragrafo 4, della direttiva quadro sulle acque. Tra l’altro, la Commissione sta riesaminando le informazioni disponibili su tutte le sostanze comprese nell’allegato III della direttiva relativa agli standard di qualità ambientale, inclusi i PFOS, per valutare se occorre proporre la loro identificazione come sostanze prioritarie ai sensi della direttiva quadro sulle acque.
Quest’ultima prevede l’obbligo degli Stati membri di identificare le sostanze inquinanti di bacino
idrografico, fissare standard di qualità e predisporre misure per raggiungere gli obiettivi ambientali. Ciò dovrebbe costituire parte dei piani di gestione dei bacini idrografici della direttiva quadro sulle acque che gli Stati membri devono adottare al più tardi entro il 22 dicembre 2009, come previsto all’articolo 13.
Secondo le informazioni disponibili, finora nessun piano di questo genere è stato adottato in Italia. La Commissione potrebbe pertanto decidere di intraprendere le necessarie azioni legali relative al mancato rispetto degli obblighi da parte dell’Italia. Quando la Commissione avrà ricevuto i piani di gestione dei bacini idrografici, ne valuterà la conformità alle disposizioni della direttiva.
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf
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