



Mi auguro che anche lei sia interessato a fare qualcosa per aiutare il turismo di Ferrara, Città del Rinascimento a non affondare ulteriormente nella depressione e per questo motivo abbia avuto modo di leggere il documento intitolato: “Programma Turistico di Promozione Locale anno 2010 Linee strategiche e programmatiche” redatto dall’Assessorato al Turismo della Provincia, prossimamente in discussione il quale dovrebbe (secondo me), tener maggiormente conto della situazione attuale e dei diversi fatti nuovi che qui di seguito provo ad elencare:
a) La competizione in ambito Turistico si fa sempre più serrata sia a livello nazionale che internazionale
b) La concorrenza si può battere solo con idee innovative
c) La continuità con quanto fatto fino ad oggi è un disvalore, visti i risultati scarsissimi che ha prodotto fino ad oggi in città ed in Provincia
d) Il “terreno” su cui si vince la concorrenza internazionale oggi è solo internet, perché è attraverso tale mezzo che da un paio di anni arrivano il 75-80 % delle prenotazioni nelle strutture ricettive (qui parliamo di turisti e non di escursionisti che in una località non pernottano e che non sono perciò misurabili).
e) Nessun aiuto ci può arrivare dalle istituzioni turistiche regionali in quanto sono state organizzate, non per incrementare lo sviluppo turistico della regione, ma per eliminare preventivamente il dissenso che avrebbe potuto, anzi dovuto, nascere dai maggiori (politicamente) Sindacati di Categoria i quali sono stati così entrambi tacitati con un posto nel C.d.A, escludendo il rischio (remoto) di possibili critiche alla gestione fallimentare di questi ultimi anni.
f) L’incidenza del Turismo sul PIL Nazionale è stimato attorno al 11-12% mentre in Spagna del 18-20 %
g) La responsabilità di tale stato di cose è in capo anche agli amministratori pubblici locali di ogni ordine e grado in tutto il paese, tanto è vero che l’Italia risulta essere 28° nella classifica mondiale del turismo dietro Malta- Estonia- Belgio che la precedono. [vedi nota in fondo]
L’unica cosa sensata da fare per cercare di scongiurare in parte la crisi che incombe gravissima sul settore e che oggi si può ipotizzare, è un progetto di pochi punti per utilizzare al meglio i 3-4 mesi che mancano all’estate, avendo come obbiettivo quello di far crescere sensibilmente, non le percentuali, ma i valori assoluti dei turisti che verranno a visitare, sia Ferrara che i suoi Lidi [se i 58 tedeschi che sono arrivati in un Hotel di Ferrara nell’estate del 2008 diventano 90 ho avuto un aumento del 50%: ma in realtà non è successo nulla anche se moltiplichiamo tale dato per 30 hotel]: escludendo da ciò gli ospiti dei villaggi turistici dei Lidi che sono autonomi ed autosufficienti anche rispetto al territorio circostante, come è nella filosofia de tutti i Villaggi Turistici di tutta Italia. Non serve più a nulla o quasi, stampare del materiale in Tedesco, da distribuire agli Uffici Informazione, se non ci sono tedeschi a cui distribuirlo: presso l’Hotel Ripagrande i tedeschi sono stati infatti, dal 1° Giugno al 30 Settembre 2008, uguali a N° 58 persone (pari a 108 presenze). Cioè un numero assolutamente inferiore alle potenzialità di quel mercato senza che mai si sia levata la minima critica da nessuna parte.
Con internet sarebbe possibile conoscere quanti stranieri e di quali nazionalità hanno pernottato complessivamente in città nei quattro mesi estivi; perché non ci viene comunicato? Perché se l’APT Regionale investe qualche centinaio di migliaio di Euro sul mercato tedesco l’anno successivo non relazionano su quanti tedeschi in più (o in meno) tali iniziative hanno portato in Emilia-Romagna? Perché questo disinteresse? E questo silenzio colpevole dei Sindacati di Categoria e dei Consorzi di operatori?
In un mondo in cui ogni sei mesi vengono sovvertite tutte le previsioni, (6 mesi fa il barile di petrolio era a quota 145 Dollari), pensare oggi di predisporre “le linee strategiche e programmatiche” del 2010, non è solo presuntuoso, è anche perfettamente inutile. Tutti gli uffici del Turismo dovrebbero sempre di più imparare navigare a vista, (come fanno ormai tutti gli imprenditori) smettendo di ripetere rituali tanto rassicuranti, quanto vani.
Se si considera che a partire da fine Giugno sarà in carica una nuova Amministrazione (non si sa di quale colore), la quale comunque non potrà subire passivamente (senza metterci del suo) decisioni prese 6 mesi prima, a cui, subito dopo, seguiranno le ferie estive di Luglio e Agosto, (secondo me) sono da lasciare ad incontri da realizzare questo autunno, la definizione di strategie operative per il prossimo anno 2010, sperando allora di avere tutti le idee più chiare.
Dalla prossima settimana invece si potrebbe
a) impegnare il tempo del 50% di tutta la forza lavoro (dirigenti compresi) del settore turismo nei vari uffici a dare visibilità (a costo zero) alla città di Ferrara ed alla sua costa
b) inviare via e-mail le notizie relative alla nostra offerta turistica in tutti i siti internet europei dove non siamo ancora presenti: (cioè la quasi totalità)
c) Poiché è necessaria all’inizio (una volta predisposto il materiale fotografico ed i testi) meno di un’ora di lavoro di un addetto per fare tale inserimento nella 4 principali lingue europee, (cioè inglese, francese, tedesco e spagnolo) ipotizzando di impiegare 2 addetti per 40 ore settimanali si avrebbe ogni settimana l’inserimento di tutto il nostro territorio in 80 siti tedeschi. Dal 1 Marzo al 20 Giugno ci sono 16 settimane x 80 siti a settimana si avrebbe come risultato la presenza su 150/ 200 siti europei.
Poiché il sito di un singolo Hotel di 40 camere, (molto meno interessante dell’intera provincia), in un capoluogo di provincia come Ferrara può, senza difficoltà, avere ogni mese 2000/2500 “visitatori diversi”, moltiplicando 200 siti x 2500 x 6 mesi = le pagine su Ferrara potrebbero da Luglio alla fine dell’anno essere visitate da 2.000.000/3.000.000 (milioni) di “visitatori diversi”.
È implicito che il risultato della presenza di Ferrara su internet, dipende anche dalla qualità delle foto, dalla qualità dei testi, e dalla capacità evocativa di entrambi, ma ritengo di poter azzardare la previsione di un aumento delle presenze che potrebbe (secondo me), oscillare tra il 10% e il 20% nei prossimi 4 mesi estivi se tali strategie venissero attuate. Perché non si decide di provare? Tale ridotta attività impiegherebbe in modo misurabile nei suoi risultati solo il tempo di qualche dipendente degli uffici deputati, ridando a loro l’orgoglio di realizzare qualcosa di utile per la collettività.
Questi che ho ipotizzato sono i numeri di internet, strumento potentissimo che ha consentito ad Obama di vincere le elezioni negli USA come tutti sanno, ma che, negli eredi dei funzionari del Ducato Estense, suscita ancora una buona dose di diffidenza, quasi certamente solo per ignoranza (perché non voglio nemmeno ipotizzare che si tratti di pigrizia).
Cordiali saluti cari (e)lettori di internet.
P.S.: Per sapere come siamo messi e per consolarci del fatto che a livello nazionali siamo in buona compagnia (purtroppo) leggete qui di seguito:
Roberto Brenner è Industry Leader Travel di Google Italia. Recentemente ha analizzato il comportamento dei turisti on-line stranieri che cercano informazioni sul nostro paese tramite il motore di ricerca più utilizzato al mondo.
D.: Dottor Brenner, cosa succede alla keyword turistica “Italia” in internet?
R.: È una parola molto utilizzata sul nostro motore di ricerca. Di recente abbiamo fatto una ricerca sul comportamento on-line dei turisti statunitensi, tedeschi e britannici. E abbiamo scoperto che Italy o Italien rimane una delle destinazioni tra le più utilizzate, almeno durante la prima fase di ricerca web.
Poi però, quando la ricerca va sempre più approfondendosi, molti utenti si spostano su altre destinazioni e, alla fine, ben il 41% di questo campione sceglie altro, soprattutto Spagna.
D.: L’Italia quindi gode ancora di un’ottima immagine, ma alla fine non convince. Perché?
R.: Perché l’utente naviga in internet per cercare informazioni, che siano attendibili e soddisfacenti. Quando un turista anglosassone o tedesco decide di passare l’estate in un paese mediterraneo, visita prima di tutti i siti degli enti nazionali del turismo, poi eventualmente quelli regionali delle destinazioni, perché vuole capire cosa può vedere una volta arrivato. E poi ancora inserisce singole parole chiave come “mare” e “vacanza”.
Quindi cosa può accadere? Questo turista on-line parte digitando Italia e magari non trova le informazioni che gli servono. Allora digita “mare” e “vacanze” e ai primi posti di Google gli appare la Costa Brava. Il rischio di perdere questo turista diventa altissimo.
Quindi è importante il posizionamento, ma altrettanto determinante è la qualità delle informazioni contenuti nei siti di destinazione.
D.: La sua ricerca, presentata recentemente al Summit del Turismo nelle Regioni, evidenzia anche un problema di tempismo.
R.: Abbiamo notato che il turista straniero dei tre paesi analizzati avvia le proprie ricerche molti mesi prima di realizzarle. Le prenotazioni iniziano ad essere consistenti addirittura tre mesi prima della partenza: il 55% del mercato Usa, 38% e 39% per Gran Bretagna e Germania.
Bisogna essere pronti per la stagione al momento giusto. È un atteggiamento sbagliato credere che internet sia esclusivamente il canale dei last minute.
D.: Il webmarketing va via via facendosi più complesso: dinamiche sempre più specifiche, aumento vertiginoso della competizione, ma anche grandi opportunità. A suo parere esistono in Italia competenze professionali in grado di affrontare con successo questo canale promo-commerciale?
R.: In Italia abbiamo punti di eccellenza e situazioni primordiali. Ci sono ottimi casi di compagnie aeree e portali di prenotazioni alberghiere, aggregatori e tour operator on-line. Tra le destinazioni regionali posso citare il Friuli Venezia Giulia, il Trentino e l’Alto Adige.
Rimane però un diffuso stato di arretratezza, dovuto soprattutto non solo alla mancanza di competenze nel mondo della consulenza o dei professionisti del settore, ma anche ad una disattenzione delle imprese e organizzazioni.
Quando vedo dei tour operator che non intendono abbandonare il canale delle agenzie di viaggio, o quantomeno affiancare ad esso anche il web, mi chiedo come è possibile rinunciare del tutto ad un mercato che cresce del 40% l’anno per concentrarsi esclusivamente su un mercato che fatica a raggiungere il +2%.
D.: L’offerta turistica italiana è principalmente composta da piccole aziende. Quali i limiti e le opportunità di competitività? E qual è a suo avviso un buon esempio da seguire?
R.: Un piccolo albergo a conduzione famigliare deve essere supportato da una struttura professionale esterna, altrimenti non ce la fa. Il singolo operatore può certamente avere un suo sito, e anche questo deve essere ben fatto e aggiornato sia nei contenuti che nella struttura. Però deve anche essere presente in un portale di destinazione realmente competitivo che posizioni e dia appeal al territorio, e renda visibili i singoli operatori. Poi chiaramente c’è il mondo degli aggregatori, come Expedia, Booking, Venere ecc.
Dal TTG DEL 5 GIUGNO 2008
Secondo i dati diffusi da Audiweb-Nielsen, il settore vacanze è il motore trainante, in Italia, delle visite sulla rete. Dei circa 25,5 milioni di navigatori internet, 14,2 milioni (+9%) hanno visitato a marzo almeno un sito di turismo (secondo posto dopo i siti di informazione). La classifica Nielsen sull’ultimo mese del 2007, inoltre, evidenzia come gli utenti dei siti delle compagnie aeree siano stati quasi 4,4 milioni, contro i 13 milioni totali del settore viaggi.