



Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
di Ulderico Vignali
Reinviamo, con sostanziali integrazioni, le nostre ultime e-mail perché, al solito, sono
riusciti a “censurarle” Alcune ragioni che portano i ferraresi che possono permetterselo a NON farsi curare a
Ferrara.
Purtroppo, quando il trasloco nel nuovo ospedale in provincia di Ferrara – frazione Cona – località “Fossa della Morte”, sarà completato ed il vecchio S. Anna sarà chiuso, saremo l’unica città in Italia a non avere l’ospedale. Non sappiamo chi abbia dato il nome, quando e perché quella località sia stata chiamata “Fossa della Morte”; ma è certo che il destino progettato per i ferraresi, dagli amministratori locali, appare come un nefasto presagio. Il Governo locale ha cancellato l’ospedale di Ferrara. Il futuro dei ferraresi è stato ipotecato per i prossimi 30 (trenta) anni, per un’enormità di milioni di euro solo per pagare una sorta d’affitto, per aver realizzato quella “struttura sanitaria”, con quelle caratteristiche e così distante dalla città.
Oltre al soccorso urgente in caso di pericolo di vita, l’ospedale è un bisogno ed una necessità che aumenta col passare degli anni. Più si diventa vecchi, più si ha bisogno dell’ospedale, e Ferrara è sul podio delle città con più anziani. Anche per questo deve essere disponibile per tutti, agevolmente raggiungibile e prevedibilmente nel più breve tempo possibile, altrimenti sarebbe un atto contrario alla salute dei pazienti. È il motivo principale per cui gli ospedali sono sempre collocati nelle adiacenze dei centri cittadini.
Certamente gli amministratori della città, non sono andati incontro alle esigenze della gente, specialmente della popolazione anziana e degli indigenti, allontanando l’ospedale di circa 10 Km dal centro urbano.
Una volta che la nuova struttura sanitaria di riferimento provinciale (in quanto ha anche sede in provincia) sarà operativa, i cittadini che non potranno rivolgersi alla “Fossa della Morte”, saranno obbligati a dirigersi verso le strutture sanitarie private esistenti a Ferrara o nell’immediata periferia oppure orientarsi verso ospedali di altre città.
I ferraresi indubbiamente avrebbero preferito che l’ospedale fosse più agevolmente raggiungibile e non avrebbero rinunciato, in caso di emergenza, alla tempestività dell’intervento medico specialistico (cardiologo, nefrologo, urologo, ginecologo, chirurgo generale, otorinolaringoiatra, ortopedico, oculista, chirurgo vascolare, radiologo, ematologo, neurochirurgo, internista, pediatra, ecc.) con tutto ciò che ne consegue.
La mancanza di un policlinico in città, è certamente un primato sfavorevole per la cittadinanza. Non bisogna essere veggenti per immaginare che, tra coloro che non potranno permettersi un’alternativa sanitaria, prima o poi, qualche vittima o qualche invalidità permanente per ritardato soccorso, ci sarà.
Chi ha voluto imporre ai ferraresi quella isolata costruzione, avrà, se non altro, un problema economico per mobilità sanitaria passiva (verso altre città).
La sanità ferrarese è stata penalizzata negli anni dai vari Dirigenti che si sono succeduti, perché non hanno saputo creare delle specialità medico-chirurgiche nell’ospedale. Proprio la mancanza di questi importanti settori della medicina ad alta professionalità, come ad esempio la chirurgia della mano, del gomito, della spalla, del ginocchio, della caviglia, del piede, ecc., ha portato e porta i ferraresi a rivolgersi presso altre città dove invece queste specializzazioni esistono.
Negli anni scorsi, ci furono Manager sanitari in carica a Ferrara, che con solerzia si prodigarono per costruire il nuovo ospedale a 10 Km dalla città – in frazione Cona, che in ogni occasione elogiavano le qualità ed esaltavano le capacità dei medici specialisti del nosocomio ferrarese S. Anna, mentre si facevano ricoverare e curare a Bologna, in barba alla fiducia della sanità estense.
Forse in questo comportamento c’è la soluzione al problema che angoscia i ferraresi che non vogliono restare senza nosocomio.
Già da tempo, chi può permetterselo, va a farsi curare nelle organizzazioni sanitarie di altre città oppure in altre strutture sanitarie private convenzionate ovvero in cliniche a pagamento.
Troppo spesso negli ospedali ferraresi, si effettuano corrette manualità, ineccepibili interventi ovvero viene detto “è stato fatto tutto il possibile”; eppure vi sono pazienti che non vedono miglioramenti, altri peggiorano la loro condizione, alcuni riportano invalidità permanenti impreviste ed in certi casi qualcuno muore.
Il nuovo edificio ospedaliero di Cona, non è l’ospedale di Ferrara; ma è il nosocomio più vicino alla città.
La quasi totalità dei ferraresi sa che a Bologna la qualità dell’assistenza sanitaria è migliore rispetto a quella erogata a Ferrara. Negli ospedali bolognesi, non ci si deve “scusare” per chiedere piccole necessità quando il paziente abbisogna di qualcosa, e la cortesia, il rapporto umano ed il sorriso sono distribuiti con premura.
I ferraresi devono convincersi che a Bologna c’è più scelta di Ospedali, di specialità e di specialisti. C’è il Policlinico S. Orsola-Malpighi, il Maggiore, l’Istituto Ortopedico Rizzoli, l’ospedale neurochirurgico Bellaria, vi sono anche molte cliniche private convenzionate.
Abbiamo sostenuto che i ferraresi avrebbero ricevuto un’assistenza migliore e più qualificate premure mediche, se si fossero rivolti alla sanità bolognese per provvedere a loro stessi ed ai propri cari, in quanto convinti che nella città felsinea vi sia complessivamente una maggiore offerta sanitaria d’eccellenza.
In caso di urgenza, ai ferraresi converrebbe raggiungere il Pronto Soccorso della città felsinea perché ci si arriva al massimo in 30 minuti, il percorso non è ad ostacoli e, dato molto importante, vi è una maggiore offerta complessiva sanitaria d’eccellenza.
La qualità della prestazione sanitaria erogata dagli ospedali del capoluogo regionale è certamente più affidabile. Per cui succederà quello che sta già accadendo, che chi può permetterselo oppure chi ha familiari o parenti giovani, andrà con propri mezzi o con ambulanze convenzionate negli ospedali bolognesi. Mentre gli anziani ed i meno abbienti andranno nel gerontocomio (ospedale per vecchi) in località “Fossa della Morte”, realizzato da grandi progettisti con solide pareti in cartongesso.
Il progetto del nuovo ospedale di Ferrara, è vecchio di circa 30 anni. Pensiamo ad un paziente affetto da IMA (Infarto Miocardio Acuto) che venga portato nel nuovo Pronto Soccorso; una volta messo in barella, deve fare un lungo percorso ad ostacoli di alcune centinaia di metri, prima di raggiungere l’ambulatorio preposto.
PRESTAZIONI SANITARIE D’URGENZA CHE NON ESISTONO A FERRARA:
1. Interventi di cardiochirurgia: Bypass aorto-coronarico, sostituzione valvola singola e multipla (aortica-mitralica-tricuspidale), sostituzione aorta, ventricolo plastica, correzione difetto del setto interatriale, correzione difetto del setto interventricolare, correzione di stenosi aortica sottovalvolare a diaframma, resezione o plicatura del ventricolo sinistro per infarto, riparazioni o sostituzioni settali o valvolari per traumi del cuore o gravi infarti, reinterventi in CEC per protesi valvolari, asportazione di tumori intercardiaci, ecc.. È noto che gli ospedali con un alto volume di interventi conseguono migliori successi degli altri. Esisterebbe una differenza anche in base alla gravità della malattia: i pazienti con rischio operatorio medio-alto avrebbero peggiori risultati nei piccoli centri. Questo riferimento è importante per tutti coloro che si ritrovano a dover affrontare un intervento chirurgico di bypass aorto-coronarico o comunque di cardiochirurgia in genere. Questi interventi non vengono effettuati a Ferrara.
2. Cardiochirurgia Pediatrica: L’unico centro accreditato della regione Emilia-Romagna per la cura chirurgica delle cardiopatie congenite è il S. Orsola-Malpighi di Bologna. Per il numero di pazienti trattati e per la qualità dei risultati ottenuti, si pone come punto di riferimento a livello nazionale. L’attività eseguita consiste nella cura di tutte le cardiopatie congenite. Vengono sottoposti ad intervento cardiochirurgico i pazienti in epoca neonatale e pediatrica. Anche questi interventi non si possono fare a Ferrara.
3. Terapia medica e chirurgica dei grandi ustionati: La valutazione clinica della gravità e quindi della prognosi di una ustione deve tenere conto di diversi fattori. Un ustione di estensione tale da produrre in un paziente adulto solo danni di tipo locale può scatenare nel bambino o nell’anziano una sintomatologia di tipo generale e quindi un proporzionale aggravamento della prognosi. Questi tipi di pazienti vengono trasportati da Ferrara in Ospedali di altre città, perché la nostra sanità non è in grado di trattarli.
4. Trapianti di organo: Molti ferraresi sono in lista d’attesa e tanti aspettano anni (sempre che vengano chiamati), prima di effettuare un trapianto di organo. Intervento chirurgico (che ti salva la vita e ti migliora la qualità dell’esistenza) che effettueranno in un altra città ed in un altro ospedale, perché la nuova costruzione sanitaria a 10 Km dalla città in frazione Cona – non è abilitata all’esecuzione dei trapianti richiamati. Tanti ferraresi si rivolgono direttamente ai centri specializzati di altre città per effettuare in quella sede il delicato intervento. Sempre più spesso l’organo da trapiantare, viene espiantato, ove possibile, da un “vivente” (normalmente un familiare sfinito di vedere soffrire un proprio caro), mentre le disponibilità di organi prelevati da “cadavere” si riducono sempre più. Nei mesi scorsi a Bologna è stato eseguito un ennesimo trapianto di fegato “d’urgenza” ad un paziente che aveva mangiato dei funghi tossici; l’intervento è andato bene ed il paziente è guarito. La sanità ferrarese sarebbe stata in grado di salvarlo?
5. P.S. Ortopedico H24: Attualmente all’ospedale S. Anna di Ferrara, l’orario del Pronto Soccorso ortopedico è dalle 8.00 alle 20.00. Nella nuova sede dovrebbe mantenere le abitudini precedenti. Ad esempio, nel caso di frattura del polso oppure di frattura della caviglia nelle ore serali, notturne o festive, i pazienti devono armarsi di santa remissività, andare a casa e tornare il primo giorno lavorativo per essere “trattati”. Lo ribadiamo attualmente a Ferrara non esiste il Pronto Soccorso Ortopedico Traumatologico operante nelle 24 ore per tutti i giorni della settimana. Mentre all’Ospedale Maggiore di Bologna oppure al S. Maria Nuova di Reggio Emilia il PS ortopedico è, da sempre, operativo 24 ore su 24, ed i pazienti con quelle patologie od altre vengono operati immediatamente.
6. Endoscopio rigido: All’ospedale S. Anna (Ferrara), per la rimozione di corpi estranei ingeriti nell’esofago alto, non rimovibili sia dall’ORL (otorinolaringoiatra) che dall’endoscopista digestivo, si devono inviare questi pazienti all’Ospedale S. Orsola di Bologna, dove il C.E. (corpo estraneo) viene rimosso facilmente e rapidamente con un endoscopio rigido, non in dotazione al nosocomio ferrarese.
7. Camera Iperbarica: Non esiste al S. Anna di Ferrara. Tutti i pazienti che necessitano di questo tipo di macchinario, anche d’urgenza, devono rivolgersi a Ravenna oppure a Bologna. Nel nuovo ospedale, costruito in località “Fossa della Morte”, NON è prevista la Camera Iperbarica. Tutti conosciamo l’utilità e l’indispensabilità di questa importante attrezzatura, utilissima per: Malattia da Decompressione; Embolia gassosa arteriosa (iatrogena o barotraumatica); Gangrena gassosa da clostridi; Infezione acuta e cronica dei tessuti molli a varia eziologia; Gangrena e ulcere cutanee nel paziente diabetico; Intossicazione da monossido di carbonio; Lesioni da schiacciamento e sindrome compartimentale; Fratture a rischio; Innesti cutanei e lembi a rischio; Osteomielite cronica refrattaria; Ulcere cutanee da insufficienza arteriosa, venosa e post-traumatica; Lesioni tissutali post-attiniche; Ipoacusia improvvisa; Osteonecrosi asettica; Retinopatia pigmentosa; Sindrome di Meniere; Sindrome Algodistrofica; Parodontopatia.
8. P.S. Oculistico H24: Il Pronto Soccorso oculistico al S. Anna (Ferrara) ha un orario prevalentemente diurno: operativo dal Lunedì al Venerdì con orario 8/20, sabato 8/14, festivi 9/13, negli altri orari è attiva una reperibilità medica. Verosimilmente anche nel nuovo ospedale l’articolazione oraria dell’assistenza oftalmica non subirà variazioni. Un bacino d’utenza come quello della città di Ferrara, dovrebbe avere un PS oculistico operante 24 ore al giorno per 7 gg. alla settimana, nell’ipotetica necessità di attivare corrette procedure nel trattamento delle patologie oftalmiche che presentano carattere d’urgenza.
9. Odontoiatria: Può succedere a tutti di avere un forte mal di denti; e guarda caso succede spesso di giorno festivo. Per la sanità ferrarese il mal di denti non è un’urgenza. A Bologna invece, all’Ospedale Maggiore, tutte le domeniche ed i giorni festivi dalle 8.00 alle 13.00 c’è il Pronto Soccorso Odontoiatrico; negli altri giorni sono previste le urgenze odontoiatriche e vengono trattate al mattino ed al pomeriggio. L’approccio sanitario è diverso: quello che per i bolognesi è urgente, non lo è per i ferraresi.
È noto che con i soldi spesi ed il tempo perso per edificare il nuovo ospedale in frazione Cona, si potevano costruire almeno tre ospedali delle medesime dimensioni. Ovviamente ospedali in muratura. Non crediamo che nessuno dei dirigenti che si sono succeduti nella direzione per la costruzione di quella “vergogna tutta ferrarese”, abitino in una casa di cartapesta. Il paragone è d’obbligo se si pensa che Cona 2 è stato realizzato in cartongesso. È molto “triste” pensare che per i prossimi decenni (30 anni), la maggior parte del denaro dei cittadini per la sanità, verrà utilizzata (sperperata) per pagare una sorta d’affitto ed inoltre anche tutta la manutenzione straordinaria che ovviamente necessiterà per mantenere operativa una struttura di cartone. Addirittura prima del trasferimento, i responsabili dei servizi sono stati istruiti dalla direzione dell’ospedale affinché non vengano attaccati ripiani, sulle “solide” pareti di gesso, altrimenti si formerebbero delle voragini nelle tramezze, e le mensole non sosterrebbero nessun peso.
Quanti di Voi si sono costruiti la casa della loro vita: metà tutta in muratura, e l’altra metà in cartone e gesso, spendendo 10 volte di più?
Ma è mai possibile che a nessuno dei vertici politico-sanitari locali, sia venuta voglia oppure il desiderio ossia la necessità che oltre alla nuova struttura solida (si fa per dire), cioè l’ospedale, si realizzassero anche servizi e prestazioni nuove e di eccellenza per i cittadini?
È noto che i motivi principali per cui esiste una mobilità passiva verso altre città, sono essenzialmente due: Lunghi tempi di attesa per indagini medico/strumentali e prestazioni ed interventi che non vengono effettuati a Ferrara.
Perché dopo tanti anni e tanti manager che si sono succeduti nella dirigenza della sanità ferrarese, i problemi relativi alla sanità per gli utenti invece di ridursi si sono moltiplicati?
I sostanziosi stipendi pubblici pagati per questi Dirigenti, visti i risultati conseguiti, sono stati meritati?
Cordialmente.
Ulderico Vignali