



di Fulvio Biagini
” Cornuti e mazziati” .Questa figura retorica utilizzata sopratutto nel meridione d’Italia, rende bene l’ennesima capriola politico-verbale che chi governa la città di Ferrara ha messo in atto sulla questione dell’Ospedale di Cona. Mi spiego meglio. Prima ci raccontano che Cona sarà solo un nuovo polo ospedaliero di una città che manterrà ben saldo il suo vecchio S.Anna e con esso il vitale Pronto Soccorso; poi dicono che è meglio chiudere questa vetusta struttura e investire sull’eccellenza di un nosocomio piantato nella palude ma che con apposite strutture di galleggiamento, sarà inaffondabile come il Titanic di triste memoria.
Passano gli anni, d’incarico in incarico si arriva a oggi, dove molti di quei volti ora siedono poltrone comode e potenti.
Ed ecco il “Coupe de Theatre”; dopo aver incassato, come un pugilatore suonato dagli innumerevoli uppercut, il referendum dove 15.000 (quindicimila per essere chiari!) persone hanno detto NO alla follia decisa da chi ha in mano le redini di questa città, ora chiamano a raduno la folla e la arringano dicendo che sarà tutta colpa loro se un domani prossimo, l’ospedale sarà un fallimento, se i costi lieviteranno all’infinito perché sovradimensionato.
Alzano la voce contro i cittadini e in cagnesco gli urlano quanto sono ignoranti di eccellenza medica e di come non sanno pubblicizzare la loro magnifica creatura.
A questo punto ci saranno due possibilità, anzi per dire il vero tre.
La prima è di chi allineato e coperto come nella miglior tradizione dell’Armata Rossa, si affianca a questo piagnucoloso lamento e difende a spada tratta l’indifendibile se non quando in caso di scongiurata necessità, chiederà all’autista dell’ambulanza persa nella valle di allungare di qualche chilometro e filare veloce fino all’accogliente Bologna.
La seconda è quella degli indifferenti, di quelli che tutto va bene, basta che non entrino nel loro verde parto all’inglese. Sono quelli per cui tutti i colori fanno l’arcobaleno e quindi in ogni caso tutto va sempre visto con benevolenza.
Poi ci sono quelli, e credo siano davvero tanti, che si sentono appunto “mazziati”, quelli che presi per i fondelli da anni, ora si ritrovano a vivere nell’unico capoluogo di provincia con l’ospedale cittadino così lontano che è già un’avventura arrivarci.
Ma tutte e tre le categorie di cittadini sono correi della stessa infamia e sono chiamati all’ordine dai cornificatori; e sono ripresi con arrogante e spavalda sincerità e il loro pensiero si può racchiudere in un semplice concetto:
“Ti ho detto un po’ di bugie all’inizio, tu mi hai creduto, hai avuto la possibilità di mandarmi a casa con le elezioni e non lo hai fatto, hai provato a remarmi contro con un referendum di cui mi sono preso gioco, ho cambiato le carte in tavola alcune volte e tu non te sei nemmeno accorto, ora il mio lavoro è finito e mi sono reso conto che forse qualcosa non funziona come avrebbe dovuto, ma la colpa è tua, non venire da me a chiedere spiegazioni, sei tu che hai dormito mentre io lavoravo, e se non hai detto o fatto nulla non ti lamentare, anzi, mi lamento io perché tu non agisci con il dire che è tutto bello e funzionale, per cui io ti ho cornificato e tu ora devi solo confermare che ho fatto bene altrimenti la colpa è solo tua se le cose andranno male.”
Il Re è nudo, ma a differenza della favola, lui lo sa.
Fulvio Biagini