



I problemi a Ferrara non mancano, le ferite alla città sono antiche e profonde. Eppure Tagliani ha iniziato la campagna elettorale, al momento priva di segnali vitali da parte dei contendenti, come salvatore della patria, offrendo ai ferraresi continuità e cambiamento al tempo stesso, reazione (in questi anni mai pervenuta) alla crisi economica e una Ferrara “città larga”, che tradotto dal politichese vuol dire periferia nord di Bologna, meno vitale di Rovigo. L’avvocato ex democristiano vuole portarci fuori dalla crisi (a suo dire unico suo pensiero) con progetti meravigliosi, come il recupero del Palazzo degli Specchi, l’inutile Idrovia, il Poc fallito in partenza con migliaia di nuove abitazioni, anche in siti inquinati, che nessuno vuole comprare, la nuova scuola nazionale dell’Agenzia delle entrate a San Benedetto, già pronta per il funerale. Ed i risultati già realizzati per il rilancio della città, che egli esibisce agli elettori, sarebbero Cona, Ermitage aperto e chiuso, le migliaia di alloggi nuovi invenduti nel fuori mura, l’asilo del Salice, Grisù e i vari cadeux a Hera, il più apprezzato dei quali consiste nella svendita delle le Reti gas svalutate, in cambio di azioni sopravvalutate. Che si può desiderare di più?
Ma ciò che più infastidisce nella comunicazione elettorale di Tagliani, è il suo messaggio sul debito. Egli afferma di averlo ridotto e fin qui non mente. Prescindo anche dalla avvilente considerazione (per Tagliani), che tale diminuzione consegue non a salti pindarici, ma al regolare pagamento delle rate di mutuo da parte dei ferraresi, al rimborso anticipato (7 milioni circa) da tardiva svendita delle azioni Hera, al ridimensionamento degli investimenti. Tuttavia non si può tollerare la manipolazione informativa più vergognosa, quella di tacere che quel debito di decine di milioni di euro, il cui pagamento ripeto è stato scaricato sui ferraresi, anche meno abbienti, lo hanno fatto proprio Tagliani da vicesindaco, Marattin da consigliere comunale, il Pd tutto, partito unico di governo a Ferrara.
Chiunque può constatare l’andamento del debito a pagina 58 della relazione di bilancio consuntivo 2013 http://www.comune.fe.it/attach/partecipazioni/docs/BILANCI/presentazione_consuntivo_2013_sito.pdf
Tra il 1999 e il 2003, quando Tagliani era vicesindaco, il debito passò da 125 milioni a oltre 160 (+35). Il forte aumento fu dovuto anche ad investimenti sbagliati e a sprechi. Grazie all’incasso della svendita di Agea a Hera nel 2004 (vecchio cadeau di Tagliani), il debito crollò a 125 milioni. Un minuto dopo il Pd ricominciò a spendere e a sprecare, tant’è che tra il 2004 e il 2009 il debito risalì da 125 a 167 milioni (+42). Tagliani fu artefice anche di quell’incremento, come vicesindaco del secondo mandato Sateriale, tra il 2004 e il 2005. Poi andò in regione ad organizzare le porcate di Cona, della chiusura del Sant’Anna e del Salice. Ma la bufala elettorale di Tagliani sta nel fatto che a deliberare quell’abnorme aumento del debito tra il 2004 e il 2009, fu proprio colui che oggi si pavoneggia per aver ereditato, da figlio (politico), gli errori commessi dai padri: l’assessore allo sbilancio Marattin. Nei 5 anni di maggiore creazione di nuovo debito (2004-09) egli era seduto nei banchi consiliari del Pd (DS), approvava i bilanci che deliberavano nuovi mutui, interveniva a sostegno di ogni euro di quell’aumento debitorio (oltre 40 milioni). Oggi tenta, goffamente, di scaricare quelle scelte sugli amministratori Pd ante 2009, tacendo che lui stesso ne faceva parte, oltretutto da tecnico della materia.
Questa vicenda basta e avanza per dare conto dello spessore di questa classe dirigente, della incoerenza, della faccia tosta, ma soprattutto del deficit di capacità amministrativa e politica, che tanti guasti ha procurato alla città e ai ferraresi. Tagliani non si rende conto di apparire ridicolo agli occhi delle famiglie in difficoltà, chiamate a pagare quei debiti, o degli imprenditori, che sull’altare della riduzione del debito hanno visto immolare gli investimenti, crollati a valori più che dimezzati rispetto alle precedenti legislature. Mentre bruciava decine di milioni nelle vicende Dexia, Lageder, azioni Hera, Fotovoltaico Spal/Cà Leona, Reti gas, contratti di servizio, Salice, il sindaco Tagliani ed il Pd imponevano lacrime e sangue ai ferraresi, anche per restituire alle banche ed ai creditori finanziari, debiti che lui stesso e il Pd avevano fatto.
Restiamo in attesa di un sussulto da parte dei candidati alternativi.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale
Progetto per Ferrara