



di Valentino Tavolazzi
Tagliani non intende mantenere l’impegno di rivedere il regolamento ed eliminare il Cosap (canone occupazione spazi ed area pubbliche) ai passi carrai a raso, i cui proprietari non abbiano fatto richiesto di concessione del divieto di sosta. La vicenda era iniziata in gennaio, quando Progetto per Ferrara aveva presentato in consiglio una risoluzione per eliminare l’ingiusta gabella, costringendo la maggioranza a votare contro, ma incassando al tempo stesso il voto favorevole dell’intera opposizione.
Iaf, in quell’occasione, aveva preferito dare fiducia, rivelatasi mal riposta, al sindaco, e ritirare la propria risoluzione sperando in futuri provvedimenti.
Poiché nei mesi successivi nulla si muoveva, Ppf ripresentava la medesima risoluzione in marzo, durante la discussione del bilancio preventivo. Questa volta la proposta, emendata dalla maggioranza, incassava l’unanimità e sanciva l’impegno del sindaco ad approfondire il tema in apposita commissione, allo scopo di modificare il regolamento. Ebbene nei giorni scorsi la giunta, prendendosi gioco dell’intero consiglio, ha dichiarato in commissione la propria indisponibilità ad eliminare la tassa sui passi carrai a raso citati.
La materia è stata più volte affrontata nei tribunali e numerose sentenze provano la fondatezza della richiesta di Ppf. Anche l’Anci, l’associazione dei Comuni, si è pronunciata: “I passi carrai a raso non sono autonomamente assoggettabili né alla tassa di occupazione (Tosap), né al canone (Cosap), ancorché il regolamento comunale preveda delle tariffe specifiche per essi, e nemmeno nel caso una specifica disposizione regolamentare comunale lo preveda”. In buona sostanza è riconosciuta in tutte le sedi l’assenza di una specifica norma di legge, che autorizzi i Comuni ad applicare l’imposta per una prestazione non richiesta dal diretto interessato.
L’obbligo introdotto dal regolamento comunale, al solo scopo di fare cassa, di segnalare con apposita tabella tutti i passi carrai, è in contrasto con il codice della strada ed il regolamento di attuazione, che prevedono l’apposizione della tabella solo nei passi carrai con manufatto (circostanza che comporta occupazione di suolo pubblico) o per quelli a raso, ma subordinatamente alla richiesta dell’interessato.
Dunque non ci sono dubbi. Su otto ricorsi giunti a sentenza, l’Ica concessionaria del Comune ne ha già persi sei. Anche il regolamento della Provincia non prevede alcuna tassa per i passi carrai a raso, e numerosi Comuni, che avevano introdotto la gabella, hanno fatto retromarcia cambiando il regolamento. Lo scenario atteso è una valanga di ricorsi che chiameranno in solido il Comune a risarcire ai cittadini anche le spese legali.
L’ostinazione del sindaco e della maggioranza, in questa vicenda, è pari a quella dimostrata nel pervicace rifiuto di chiudere il derivato Dexia o di vendere le azioni Hera. Comportamenti che, per indisponibilità a rimediare errori commessi, stanno costando ai ferraresi milioni di euro.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale Progetto per Ferrara
Movimento 5 Stelle