26 Mag, 2013
Petrolchimico, non si commettano gli stessi errori
Inserito da: PpF In: Economia, sviluppo, lavoro




La riunione della commissione di ieri sul petrolchimico era stata richiesta da Ppf nella precedente conferenza dei capigruppo ed il sindaco ha dato la sua disponibilità. E’ stata utile. A quanto hanno riferito Tagliani e sindacati non ci sarebbero pericoli immediati per il petrolchimico, a parte la vertenza Basell. Pare che le preoccupazioni debbano riguardare i prossimi 5-10 anni, a causa della crisi del cracking di Marghera. Non ne siamo per niente convinti. Qualcosa sta accadendo e gli oltre 2 mila lavoratori impegnati nel petrolchimico farebbero bene a mobilitarsi prima di arrivare a situazioni tipo Berco.
Sono almeno 10 anni che il problema dell’abbandono del sito da parte di alcune grandi aziende è latente e viene affrontato con “regali” a Eni e Basell (accordi di programma privi di garanzie reali, turbogas, piani particolareggiati tesi a valorizzare le aree). Scelte che hanno prodotto risultati deludenti. I sindacati (e il Comune) preferiscono tavoli ristretti al coinvolgimento della città. Ora invece, a nostro parere, occorre mobilitare l’intera popolazione per garantire il futuro al sito produttivo più importante di Ferrara. Berco docet.
Sateriale, Bratti (presente in commissione, ma silente), Tagliani, il Pd, i sindacati, avevano promesso che la centrale avrebbe favorito occupazione e nuovi investimenti. Non è accaduto. Oggi si scopre che Eni fa pagare troppo cara l’energia ceduta agli impianti, contando sul monopolio di fornitura all’interno del sito. Incredibile ma vero: non c’è possibilità per le aziende del petrolchimico di approvvigionarsi dalla rete. Impreparazione di chi ha fatto gli accordi? Inadeguatezza degli attori locali a trattare con le multinazionali? I risultati sono davanti agli occhi di tutti: prospettive zero per il sito, occupati che calano, nessun progetto concreto di rilancio e riconversione del petrolchimico, bonifiche ferme o a passo di lumaca, licenziamenti incombenti, energia per le aziende più cara del 15-30% rispetto ai prezzi di mercato.
Sosteniamo da anni che il semaforo verde alla turbogas ha sottratto investimenti agli impianti. Eni, tramite partecipate faràprofitti colossali con la centrale e forse gli impianti li porterà altrove. Vorremmo sbagliarci e credere all’investimento Versalisnegli elastomeri (revamping dell’EPDM), citato più volte in riunione. L’azienda avrebbe già chiesto la conferenza dei servizi. L’investimento sarebbe ingente e certamente darebbe una svolta. Ma attenzione, questa volta si faccia partecipare la città.I ferraresi (non solo i sindacati, i consiglieri Pd del petrolchimico o Tagliani) devono sapere: 1) cosa verrà prodotto; 2) con quali e impianti e processi produttivi; 3) con quali impatti ambientali, sanitari e sistemi per ridurli; 4) con quali rischi per i lavoratori ed i cittadini; 5) con quale organizzazione della produzione (make or buy); 6) con quale effettiva ricaduta economica nel territorio (nuova occupazione, nuovo fatturato per le imprese locali); 7) con quali materie prime, trasportate come; 8) con quali vincoli di approvvigionamento dal cracking di Marghera; 9) con quali garanzie se i patti venissero disattesi da Eni. Non si facciano gli stessi errori del passato, salvo poi attribuire, a chi lo fa presente, un atteggiamento ostile verso il petrolchimico,solo per sottrarsi al confronto sui pessimi risultati ottenuti. E’ fuor di dubbio che con gli accordi di programma si è lavorato male per la città, per i dipendenti, per il futuro. Vogliamo riprovarci?
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale
Progetto per Ferrara
Cambia la Prospettiva