



di Valentino Tavolazzi
Siamo in attesa dei risultati delle analisi sul Pfoa, ordinate da Hera all’Istituto Negri, sia per l’acqua grezza del Po, che per quella trattata, come dichiarato in commissione consigliare dal direttore dall’ATO6 Ivan Graldi. Una sola analisi sull’acqua trattata, è tutt’altro che sufficiente per abbassare la guardia e necessita di conferme con la massima sollecitudine. Oltretutto il valore riscontrato (14,5 nanogrammi/litro) risente del fatto che una parte (20-30%) dell’acqua grezza è attinta dai pozzi, con un effetto diluente per la concentrazione dell’inquinante, non essendo i pozzi contaminati da Pfoa (probabilmente). Va inoltre considerato che la concentrazione riscontrata, è superiore al valore limite di soglia (10 nanogrammi/litro) proposto per il Pfoa dall’American Conference of Governmental Industrial Hygienists (A.C.G.I.H.) degli Stati Uniti d’ America.
Tale limite è reso noto da Federchimica nella sua pubblicazione 2003 “Valori limite di soglia e indici biologici di esposizione per i rischi derivanti da agenti chimici, negli ambienti di lavoro”. La pubblicazione informa inoltre che il Pfoa viene assorbito anche per contatto cutaneo e che l’acqua è un ottimo veicolo.
Va precisato che il valore limite di soglia indica, per ognuna delle sostanze elencate, le concentrazioni delle sostanze aero disperse, al di sotto delle quali si ritiene che la maggior parte dei lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente, giorno dopo giorno, senza effetti negativi per la salute. Essi hanno valore di raccomandazione e debbono essere utilizzati come linee guida per buone pratiche operative. Tuttavia, per il Pfoa, il limite di soglia è più basso del valore riscontrato nell’acqua potabile dall’Asl. E questo dovrebbe suggerisce un monitoraggio continuo e frequente.
Infine occorre che Comune, Provincia e Regione si attivino con fermezza nei confronti delle istituzioni locali, responsabili del controllo degli scarichi nel Po a monte di Ferrara. E’ vergognoso che da decenni si conosca nome e cognome di chi liberamente scarica nel fiume sostanze altamente nocive per la salute come il Pfoa ed al tempo stesso le nostre istituzioni non muovano un dito! Si fanno invece convegni passerella sulla qualità dell’acqua del Po (come quello di lunedì prossimo), in un clima di “vogliamoci tanto bene” tra controllati e controllori, istituzionali e non.
Ppf chiede che sindaco, presidente della provincia, deputati e senatori ferraresi, si attivino per indurre la Regione Emilia Romagna ad assumere iniziative forti per la salvaguardia del Po, nei confronti di Piemonte, Lombardia e Governo.
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf –
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