



Una tubazione di Hera, che nessuno aveva presente, nemmeno il Comune concedente e garante nel project financing, si trova nel posto sbagliato, proprio sotto alle opere di ampliamento della piscina Beethoven, causando lo stop immediato dei lavori. L’impresa incaricata da Ar.Co, il consorzio di Ravenna concessionario del Comune insieme Wesport (società Uisp) e Nuova Sportiva, ha presentato un conto salato per risolvere il problema (alcune centinaia di migliaia di euro), ed ora il Comune e Uispsono nel pensatoio per trovare una soluzione.
Il sindaco Tiziano Tagliani dovrebbe spiegare ai cittadini chi ha sbagliato, chi pagherà il conto, per quanto tempo resteranno bloccati i lavori. Quando si trattò di far approvare al consiglio comunale (Ppf ha votato contro) la fidejussione a garanzia del debito contratto dal concessionario (circa 3 milioni tra capitale e interessi), egli enfatizzò l’indubbio ruolo sociale dell’impianto sportivo, l’urgenza di ristrutturarlo ed il project financing, come valido strumento per realizzare l’investimento con le capacità imprenditoriali e le risorse dei privati. Ora il blocco del cantiere ci fa temere per il completamento dell’opera, per il suo costo finale e per chi dovrà pagare (noi cittadini come utenti della piscina, se tutto andrà bene, o comegaranti del debito, in caso di mancata restituzione dello stesso da parte del concessionario).
Abbiamo già espresso forti perplessità sulla gestione dell’operazione da parte del Comune. Non ci convince quell’unica offerta, oggi rivelatasi sottodimensionata, dell’associazione temporanea di impresa, che avrà per 27 anni la gestione in monopolio della piscina, tramite la stessa società che sta gestendo le piscine comunali e Wesport, società di scopo di UISP Ferrara. Si tratta di un investimento di 2,7 milioni di euro più iva, garantito in massima parte dal Comune, che alla fine della concessione avrà prodotto per il concessionario 43 milioni di ricavi e oltre 6 milioni di utile prima delle tasse.
In una lettera firmata Piscina Beethoven srl (non presidente Gennari Fausto o consigliera Claysset Manuela, già presidente Uisp), con toni suadenti e flautati si sostiene che “la molla principale dell’attuale concessionario è stata proprio il forte legame che sente con questo territorio,e non altri tipi di legami”. Inoltre il misterioso estensore dell’epistola accusa ignoti (l’unica forza politica a farlo è stata Ppf) di aver “messo in giro numeri ad arte per evidenziare un così grande favoritismo”. Ebbene 6 milioni di utile,dopo aver pagato i propri stipendi, le manutenzioni, gli ammortamenti e gli interessi, sono effettivamente un forte legame con il territorio! A quanto risulta, ad oggi il concessionario ha investito solo 150 mila euro ed ottenuto in monopolio per 27 anni una piscina ristrutturata con soldi garantiti dal Comune. Non c’è dubbio che si tratti di un bell’affare! Occorre inoltre ricordare chela presidente di Wesport Manuela Claysset (Pd), è stata sostituita alla presidenza Uisp da Enrico Balestra, consigliere comunale Pd. Non è politicamente corretto che un consigliere comunale PD (il Comune è il concedente) sia anche il legale rappresentante del proprietario (Uisp) di una società co-concessionaria (Wesport) di un business di 43 milioni di euro, con relativi utili. Balestra “funge” da controllore eletto dai cittadini (come consigliere) e da gestore (come presidente Uisp, proprietario di Wesport).
A noi l’operazione non piace e stiamo valutando gli elementi da sottoporre all’attenzione della Corte dei Conti.
Valentino Tavolazzi
Consigliere comunale
Progetto per Ferrara
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