



di Tommaso Mantovani
C’è una malattia che si aggira per Ferrara: la presbiopia. Si grida giustamente contro le malefatte del governo Berlusconi a Roma; ma è solo propaganda, se poi non si vogliono vedere quelle compiute a Ferrara, da partiti che dovrebbero essere all’opposto e invece ne seguono fedelmente le orme. Un esempio? Con l’approvazione ben poco democratica di 3 giorni fa del POC (il piano di sindaco e giunta per l’urbanistica e l’edilizia dei prossimi anni), il PD e affini di Ferrara stanno attuando il piano-casa di Berlusconi. Quando venne lanciato dal governo nell’aprile del 2009, fu criticato come condono legalizzato (v. per tutti puntata di Report di maggio). Poi, in luglio la regione Emilia-Romagna (PD o PDL?) l’ha trasformato in legge 6/2009 ed ora eccolo tra le linee strategiche della giunta di Ferrara (PD o PDL?): si tratta di permettere un ampliamento dal 20 al 35% delle unità abitative, con poche eccezioni.
Come negli anni ’50, si punta alla cementificazione e al business dell’energia (turbogas, “termovalorizzatori”) per combattere la crisi: alla faccia della green economy, tanto sbandierata a parole, ma nei fatti molto lontana dalle pratiche del PD nostrano. Ciliegina sulla torta: c’è un’area rurale del comune di Ferrara che dal 1999 è stata proclamata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, per l’interesse storico-agrario: la giunta l’ha vincolata? No, il piano-casa può essere applicato anche lì. Bella tutela del territorio e della cultura…
Tommaso Mantovani, Mov5stelle