



di Valentino Tavolazzi
Nella bozza di linee guida del Piano Operativo Comunale (POC) salta agli occhi la previsione di 2000 nuovi alloggi da costruire nel quinquennio 2010-2015, oltre a quelli realizzati con intervento diretto. Tra questi spiccano i 170 alloggi “da realizzarsi nell’ambito degli interventi per il riutilizzo dell’attuale Ospedale Sant’Anna”, alla faccia del percorso di urbanistica partecipata, sventolato da sindaco, Pd e maggioranza nel consiglio straordinario di lunedì, per decidere l’uso di quell’area. Ppf/M5S ha immediatamente chiesto in commissione urbanistica come nasca la previsione di 2000 nuovi appartamenti e se sia disponibile il fabbisogno di alloggi attuale e proiettato nei prossimi anni, tenuto conto di quelli in costruzione o invenduti e di quelli di iniziativa diretta, regolata dal Rue.
Per dimensionare correttamente il fabbisogno di abitazioni occorre valutare i piani particolareggiati in itinere, conoscere quante abitazioni esistenti nel centro storico sono attualmente inutilizzate, quante nuove famiglie statisticamente si formeranno, quale sarà il trend degli iscritti universitari provenienti da altre province, quali tassi di immigrazione sono previsti, ecc… Attualmente si stimano 3000 nuovi appartamenti invenduti nel solo Comune di Ferrara.
I dati citati non sono a disposizione dei consiglieri, mentre sono in corso incontri (negoziati?) del Comune con i rappresentanti delle categorie economiche e degli ordini tecnici, non si sa su quali basi. Audizioni in commissione, previste questa settimana, sono state rinviate.
Le scelte del Poc riguardano l’uso che si intende fare del territorio nei prossimi 5 anni, in conformità con le destinazioni stabilite dal Psc. Un tema, questo, di grande interesse collettivo, non solo dei portatori di interesse economico, poiché il suolo è una risorsa da preservare al pari dell’acqua e dell’aria, altrettanto fondamentale e ugualmente limitata e irriproducibile. E’ dovere di ciascuna generazione, nei confronti delle successive, salvaguardare l’equilibrio tra la capacità del suolo di rigenerarsi, svolgendo le sue cruciali funzioni naturali (agricole, biologiche, idrauliche, paesaggistiche) e lo sfruttamento da parte delle attività umane, spesso segnato dall’abuso indiscriminato di terreni fertili, dalla cementificazione selvaggia, dallo sfruttamento intensivo delle risorse idriche e minerarie, oltre che dall’inefficace gestione dei rifiuti e degli inquinanti industriali. A Ferrara stiamo subendo da anni i disagi derivanti dall’inadeguatezza del sistema fognario (ripetuti allagamenti), dall’inquinamento di interi quartieri della città (quadranti est e nord-ovest), dalla distruzione di siti naturali protetti e dalla cementificazione selvaggia indotta da progetti assurdi (Cona, Idrovia, Autostrada cispadana).
Ppf/M5S vigilerà su ogni passo del Poc, combattendo in tutte le sedi, anche regionali con i propri consiglieri Favia e De Franceschi, ogni costruzione ed ogni metro quadrato di suolo coperto da cemento, senza un diretto vantaggio per la collettività. Prima di autorizzare nuove costruzioni si deve pianificare, promuovere ed incentivare il recupero e la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente nel territorio comunale, dando priorità al centro storico, abbattendone i consumi energetici, riconvertendolo alle energie pulite e rinnovabili, adeguandolo architettonicamente, per recuperare la bellezza di angoli della città, delle periferie e del forese, spesso deturpati da ecomostri o scempi vergognosi.
C’è lavoro, economia ed occupazione per decenni, per tutte le imprese della città e non solo. Occorrono per questo regole ed incentivi che indirizzino l’imprenditoria locale a proporre progetti in tale direzione, che grazie a coerenti politiche, risultino più competitivi delle nuove costruzioni.
Valentino Tavolazzi, Consigliere comunale Ppf/M5S
Cambia la Prospettiva