



Lettera pubblicata dalla Nuova Ferrara
di Luigi Paroli
Che la matematica non sia un’opinione, una cosa universalmente riconosciuta, eppure in Italia siamo riusciti a capovolgere questo concetto grazie alle ultime elezioni regionali.
Nessuno dei candidati eletti o dei non eletti, ha avuto il coraggio di ammettere la sconfitta democratica legata all’aumento dell’astensionismo, sintomo di una chiara disaffezzione degli elettori nei confronti della classe politica, sia di governo, sia di opposizione.
Tutti i politici hanno incentrato i loro interventi su delle quote matematiche per giustificare la vittoria o la non vittoria (in lingua italiana si deve intendere non vittoria al pari della sconfitta), come se si trattasse di dovere gestire dei centri di potere, anziché parlare di proposte e programmi mirati al miglioramento della vita dei cittadini.
Abbiamo assistito allo scontro tra berlusconiani e antiberlusconiani come se la linea di pensiero che dovrebbe prevalere fosse l’unico antidoto contro la crisi profonda che le famiglie italiane stanno vivendo a causa della carenza di lavoro, di certezze per il futuro, di continui aumenti del costo della vita, del deteriorarsi della vita sociale e civile.
In questo scenario desolante nessuno dei politici che ci dovrebbero rappresentare ha fatto cenno ai rimborsi elettorali che spettano sia ai vinti che ai vincitori, nessuno di loro ha affermato visto il grave momento di crisi finanziaria, di volere rinunciare a questi rimborsi.
L’unico che ha affermato di volere rinunciare ai compensi elettorali, è stato il candidato del movimento 5 stelle Giovanni Favia.
Fra tutti gli impegni che si era preso vi era quello di lasciare nelle tasche dei cittadini il denaro che sarebbe derivato da un’eventuale nomina sua e degli altri candidati del movimento, in queste elezioni regionali e cos ha fatto. Questo esempio stato unico nel panorama politico attuale ed proprio per questo che viene visto con un certo ribrezzo e distacco da parte dellla nostra classe politica, che non vede di buon grado questo tipo di comportamento e che anzi, fa di tutto perché questa notizia non venga troppo reclamizzata.
Come cittadino trovo l’iniziativa lanciata da Favia come meritevole d’attenzione, perché ci dimostra come si possa far della buona politica mirata alla salvaguardia ed alla tutela del denaro pubblico, anziché fare come tanti professionisti della politica che non aspettano altro che le elezioni per ribadire il loro status di potente e godere di tutti i benefici che ne derivano, sia di tipo sociale che economico, senza nemmeno pensare lontanamente che il denaro che loro percepiscono per le loro diarie e gettoni di presenza deriva dalle tasse che i cittadini versano all’erario.
Luigi Paroli