08 Ott, 2008
Polastri risponda pacatamente serenamente
Inserito da: PpF In: Economia, sviluppo, lavoro




Dalla risposta di Polastri ai dubbi sollevati da più parti sul presunto utile atteso dai derivati Dexia, (ha usato espressioni quali “sciocchezze, inesattezze, presunzione, superficialità, chi afferma il contrario mente ” ), traspare una certa irritazione. Come se il Palazzo non si fosse ancora abituato al controllo da parte dei cittadini ed alla loro legittima richiesta di spiegazioni.
Al tempo stesso l’assessore sfugge a taluni quesiti posti legittimamente e ripropone un ingiustificato ottimismo con la sua millimetrica (e burocratica) proiezione al 2019, addirittura approssimata al centesimo di euro: utile atteso 1.950.447,19 euro!
Nel terremoto finanziario globale, che tuttora toglie il fiato a banche, enti locali coinvolti e risparmiatori, quella di Polastri è senza dubbio una previsione fine, frutto evidente di una rara lungimiranza. Ne renderemo volentieri merito all’assessore, dopo aver consultato il contratto dell’operazione Dexia, a seguito di un regolare accesso agli atti.
Poi, come spesso fanno i nostri politici, anche Polastri attribuisce a chi segnala dubbi sull’utile atteso, affermazioni mai fatte: che il Cesfel abbia previsto un risultato negativo a fine operazione. In verità, lo si evince dalla stampa, mi sono limitato a segnalare che il Cesfel prevede dal 2009 al 2014 flussi negativi relativi ai derivati contratti dai Comuni assistiti, Ferrara compresa. (vedere Relazione Cesfel maggio 2008). Inoltre dal 2014 in avanti i flussi previsti dall’ente sono uguali a zero! I flussi positivi dunque ci sono stati tra il 2002 ed il 2005, e tra il 2007 ed il 2009, ma non ci saranno più!
Si tenga conto, altresì, che tale previsione precede la crisi finanziaria dei giorni scorsi!
L’assessore al bilancio avrebbe semplicemente dovuto prenderne atto, confermare o contraddire tali proiezioni, argomentare ed eventualmente esibire i suoi calcoli, informare spontaneamente i cittadini, prima di ricevere sollecitazioni a farlo.
E’ suo dovere rispondere anche alle altre domande eluse.
E’ vero o no che nel 2006, gli interessi pagati dai ferraresi sono stati 5 milioni di euro, a fronte di un debito di 160 milioni (1200 euro pro capite), nonostante la vendita di Agea?
E’ vero o no che il debito a Ferrara è più elevato (1,36 volte) del patrimonio disponibile (immobili e partecipazioni), mentre a Forlì tale rapporto è 0,84, a Modena 0,19, a Parma 0,41, a Ravenna 0,20 (dati 2006)?
E’ vero o no che l’incidenza degli interessi sulle entrate correnti, nel 2006, è stata pari al 4,4% (0,9% Modena, 1,9% Ravenna, 2,7% Cesena, 3,2 Parma, 3,6 Piacenza)?
Infine è vero o no che quella dei derivati è stata un’operazione rischiosa per un Comune come Ferrara, il cui bilancio è schiacciato dall’enorme peso dei debiti?
Resto in pacata, serena, non pregiudiziale, nè strumentale, attesa.
Valentino Tavolazzi