



di Pasquale Borrelli
Valentino Tavolazzi ed il PpF sono stati coerenti, pragmatici, trasparenti ed intellettualmente onesti.
Coerenti perché hanno sempre sostenuto di non voler fare distinzioni tra le forze politiche che avessero eventualmente offerto il loro appoggio ai quattro punti prioritari del programma (spegnimento inceneritore, mantenimento servizi essenziali al S. Anna, vendita delle azioni Hera, stop all’idrovia).
Pragmatici perché hanno svincolato la realizzazione di queste priorità da posizioni di schieramento precostituite privilegiando il raggiungimento degli obiettivi all’ideologia.
Trasparenti perché sono state rese pubbliche le posizioni dei due contendenti: indifferenza da parte di Tagliani; adesione unilaterale da parte di Dragotto.
L’onestà intellettuale poi, si manifesta, in primo luogo, nell’espressione della “volontà di indipendenza politica non avanzando alcuna richiesta” (cito dalla lettera del candidato del PDL). Ovvero è stata respinta da PpF l’offerta di incarichi istituzionali fatta da Dragotto, contrariamente a quanto invece avvenuto, per esempio, per “Io Amo Ferrara”. In secondo luogo PpF si astiene da qualsiasi indicazione di voto e si colloca comunque all’opposizione “con le mani libere per vigilare”.
Lo spirito fondativo di una lista civica come PpF prende spunto dal tentativo di cambiare alcune cose concrete a livello locale, ponendosi al di fuori di posizioni preconcette.
Ognuno di noi poi è libero di votare o non votare chi gli pare, e non perché lo dice PpF ma perché è nostro intimo diritto! Secondo me, ancor più importante del fatto che a prevalere al ballottaggio sia l’uno o l’altro o del dubbio se Dragotto manterrà o meno l’impegno assunto, è che PPF continui a dispiegare sempre di più e sempre più forte la sua azione di rinnovamento. E da quanto emerso dai partecipanti alla riunione del 18 giugno sono fiducioso che ciò possa accadere.
Io mi sono accostato all’attività di PpF riconoscendomi pienamente, sia nel clima di democrazia interna, sia nelle proposte, alcune delle quali non esito a definire “rivoluzionarie” rispetto al pensiero omologato ormai dominante in modo trasversale nel Paese. Idee come la “decrescita serena”, la smitizzazione del P.I.L., lo stop al consumo di suolo, la Carta di Firenze, l’attività dell’Associazione dei Comuni virtuosi, la democrazia partecipata non possono essere più considerate UTOPIE: sono stringenti NECESSITA’!!
Concordo inoltre con due argomenti espressi nella serata del 18/6. Il primo è che potrebbe essere “educativo e rigenerante” per il PD andare all’opposizione a Ferrara. E ciò perché non è etico fondare il proprio consenso invece che sull’apprezzamento per il proprio ben operare, quanto piuttosto sul “quanto fanno schifo gli altri”. Il perpetuarsi di questa condizione sicuramente non favorisce il rinnovamento della classe dirigente ed atrofizza la capacità autocritica del PD. Il secondo è l’irrisolta polemica con i Grilli Estensi. Temo gli eventuali danni che possano derivare dalle dispute con PpF; fatti che sono agevolmente comprensibili per “chi è all’interno” possono essere invece fortemente fraintesi da chi non lo è.
Infine do la mia piena disponibilità per lo sviluppo delle nuove annunciate iniziative quali la costituzione di una rete degli eletti delle liste civiche, la scuola di formazione degli eletti, la giunta ombra.
Pasquale Borrelli