



di Valentino Tavolazzi
Basta con i favori ai ceti abbienti! Il Pd smetta di attuare politiche sociali e culturali, usate da decenni anche per ingraziarsi la borghesia ferrarese, facendo pagare il conto alle classi più svantaggiate. Il tratto filo borghese dell’ex Pci in salsa pseudo democristiana, affiora in alcune scelte culturali, non propriamente orientate allo sviluppo del turismo nella nostra città, quali ad esempio gli eventi offerti dal Teatro Comunale a pochi ferraresi, solo in parte pagati dai biglietti venduti e gravanti sulla collettività per il resto del costo. Analoga propensione ad accattivarsi i favori della borghesia medio alta ferrarese appare evidente quando il Pd e la maggioranza che lo affianca (Idv, Sa, ecc..) riservano ad essa rette per i Nidi pari a due terzi del costo sostenuto dal Comune, scaricando sulla collettività (quindi su operai, impiegati, pensionati, coppie a basso reddito) l’altro terzo.
La stessa situazione si riscontra in altri servizi a domanda individuale quali Materne, Trasporto scolastico, Centri di ricreazione estivi.
In una società giusta, come dovrebbe essere intesa da chi ha a cuore la sostanziale eguaglianza dei cittadini, abbienti e meno abbienti, si deve aiutare i poveri chiedendo ai ricchi e non viceversa, si deve tagliare e al tempo stesso investire in economia e lavoro, si devono fare riforme strutturali, finalizzando le risorse del Comune, umane e finanziarie, alle nuove priorità della città e dei cittadini dovute alla crisi economica, occupazionale e dei conti pubblici. In un momento di grande difficoltà come l’attuale, l’amministrazione, forte di una maggioranza schiacciante in consiglio comunale, dovrebbe mettere in atto tutte le azioni tese al riequilibrio strutturale del bilancio, agendo da un lato sulla capacità contributiva dei ceti più abbienti, dall’altro tagliando sprechi, iniziative, attività, consulenze ed incarichi non prioritari, a favore dei bisogni primari delle famiglie (alimenti, casa, lavoro, salute, istruzione), in particolare di quelle meno abbienti.
Il trasporto scolastico serve 668 minori; le rette proposte dalla giunta per l’anno scolastico 2010-2011 consentiranno una copertura dei costi del servizio pari al 18,5%, poiché il Comune spenderà 761 mila euro per erogare il servizio e ne incasserà 141 mila dagli utenti; la retta massima di 375,14 euro, assegnata alla fascia ISEE n° 16 (oltre 42.720,01 euro, cui corrisponde un reddito familiare di almeno 90 mila euro) arriva a coprire il 35% del costo; dunque una famiglia con valore ISEE annuo in fascia massima (e sono 200 su 668), pagherà, nell’anno scolastico 2010-2011, una retta di 375,14 euro/anno per un servizio che costerà al Comune 1056 euro, con un onere pari a 681 euro scaricato sulla collettività, quindi anche su famiglie meno abbienti.
Per Nidi e Materne Comunali non disponiamo di documentazione aggiornata, benché più volte richiesta anche in commissione, tuttavia, stando alle dichiarazioni del sindaco pubblicate dai giornali, possiamo ritenere che “la copertura dei costi è effettivamente limitata”; peraltro in base ai dati 2008 elaborati dal servizio incaricato, risulta che il costo ammontava a circa 7 milioni di euro l’anno, mentre le entrate da rette si attestavano a poco più di 1 milione (copertura 15%); per quanto riguarda invece le Materne Comunali, sempre nel 2008, il costo ammontava a 5,43 milioni, a fronte di 1,22 milioni di entrate da rette (copertura 22,41%).
Nell’anno scolastico 2010-2011 la retta massima nei Nidi (attribuita a chi denuncia un reddito ISEE di oltre 100 mila euro, cui corrisponde un reddito familiare di almeno 200 mila euro/anno) è pari a 657 €/mese e copre il 69% del costo; nelle Materne la retta massima (assegnata a famiglie con gli stessi livelli di reddito citati per i Nidi), è di 550 €/mese e copre il 69% del costo.
Oggi in consiglio comunale Ppf presenterà una risoluzione che impegna il Sindaco e la Giunta a ridefinire il piano delle rette 2010-2011, relative ai servizi a domanda individuale di Trasporto scolastico, Centri ricreativi estivi, Nidi, Materne, attribuendo ai valori ISEE superiori a 50 mila euro, rette pari al 100% del costo sostenuto dal Comune per erogare i servizi; a valori ISEE compresi tra 40 e 50 mila euro, rette pari al 75% del costo comunale. Per valori ISEE inferiori a 40 mila euro impegna il sindaco e la giunta a ricalibrare le rette, mantenendo, per i valori ISEE inferiori a 20 mila euro, gli importi attualmente in vigore (senza alcun aumento).
Valentino Tavolazzi, consigliere comunale Ppf/M5*
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