12 Lug, 2009
Primo Consiglio Comunale 09.07.09: PpF fa la differenza
Inserito da: PpF In: Consiglio comunale|Politica




di Valentino Tavolazzi
Articolo non pubblicato sui giornali locali, servizio di Telestense.
Come previsto al Pd non sono bastati 25 consiglieri comunali su 41, ottenuti con un terzo degli elettori grazie al premio di maggioranza. Ieri, con l’accordo di Pdl e Lega, la maggioranza si è accaparrata anche la poltrona di presidente del consiglio, che dovrebbe rappresentare una garanzia democratica per tutti, in particolare per la minoranza.
La prima delibera del consiglio neoeletto è stata il primo “papocchio” tra maggioranza ed una parte dell’opposizione. Chi ha fatto la differenza sono stati Progetto per Ferrara ed Io Amo Ferrara, che non hanno votato Francesco Colaiacovo, il presidente imposto dal Pd. Dunque niente unanimità, raggiunta invece nel 2004 e nel 1999.
Nel corso della seduta, dopo la candidatura proposta dal capogruppo del Pd Simone Merli, il consigliere Ppf Valentino Tavolazzi ha esposto le motivazioni che impedivano alla lista civica di votare Colaiacovo. “A prescindere dal rispetto verso la persona – ha spiegato Tavolazzi-, la proposta del Pd non è un atto di apertura al dialogo, ma un atto di forza da parte di una maggioranza che conta il 60% dei seggi comunali. Non chiediamo che il presidente del consiglio appartenga necessariamente all’opposizione, ma almeno che venga proposto e votato in base ad una rosa di nomi”.
Alex De Anna di Iaf ha ricordato che il Presidente del Consiglio non deve essere espresso necessariamente dal partito di maggioranza relativa.
Il capogruppo del Ppl Enrico Brandani, intervenuto anche a nome della Lega (?), ha invece sostenuto e promosso la candidatura di Colaiacovo, dopo averne evidenziato i limiti, ed ha richiamato il consiglio ad un non meglio specificato “senso di responsabilità”, affinchè accettasse la candidatura Colaiacovo come sorta di prezzo da pagare per il dialogo tra maggioranza ed opposizione. Non ha spiegato quale contropartita per il Pdl prevedesse l’accordo con il Pd.
Progetto per Ferrara non è disponibile ad accordi al ribasso di questo tipo né ora né in futuro.
Brandani avrebbe dovuto indirizzare il richiamo alla responsabilità esclusivamente al Pd, pretendendo che il presidente del consiglio fosse espresso dall’opposizione o in subordine scelto tra una rosa di candidati. Invece ha subito l’imposizione, in cambio di un vice presidente che per statuto spetta alla coalizione che non esprime il presidente.
Questa non è l’opposizione che si aspetta la città e neppure il cambiamento promesso dai candidati a sindaco di Pdl e Lega. E’ invece la finta opposizione che per decenni ha impedito l’alternanza a Ferrara, contribuendo nel contempo al degrado della capacità di governo del centro sinistra. E la città ne ha fatto le spese. Questo “consociativismo politico” ha fatto perdere al centro sinistra 10 mila voti in cinque anni, ma al tempo stesso gli ha garantito il potere rendendo l’alternativa non credibile agli occhi dei ferraresi.
Progetto per Ferrara farà cinque anni di opposizione vera, costruttiva e disinteressata. Saremo la spina nel fianco di maggioranza e opposizione. Ci auguriamo che la positiva convergenza registrata con Iaf di Giulio Barbieri possa protrarsi in futuro. Speriamo anche che il Pdl e la Lega escano dalla logica dello scambio al ribasso con il Pd e puntino all’esclusivo interesse dei ferraresi.
Valentino Tavolazzi
Progetto per Ferrara