05 Gen, 2010
Profitti privati e debiti pubblici
Inserito da: PpF In: Ambiente e salute|Economia, sviluppo, lavoro|Servizi pubblici




Pubblicata da Estense.com
di Marzia Marchi
Parafrasando il mitico Humphrey Bogart nel finale de “L’ultima minaccia” vien da dire: «È la privatizzazione, bellezza». Mi riferisco a quanto sta accadendo in Italia e ovviamente a Ferrara: al fatto che mentre i debiti continuano ad accumularsi nelle tasche delle amministrazioni pubbliche, siano esse locali o nazionali, i profitti, anche sui servizi pubblici, continuano ad andare nelle tasche dei privati, che poi si chiamino Multiultilies come Hera o abbiano il nome di qualche dirigente pubblico, poco importa.
Qualcuno che guadagna sulla pelle dei più c’è sempre. Leggo nelle cronache natalizie della campagna acquisti di Hera, che sta pensando di rastrellare le Spa locali dei servizi, da CMV ad Area e Soelia e soprattutto Cadf (Spa totalmente pubblica che gestisce il servizio idrico di mezza provincia).
Fui sbeffeggiata dal sindaco di Ostellato, mio omonimo, quando, a sentire le reazioni dei sindaci alle nostre preoccupazioni circa la privatizzazione del servizio idrico ipotizzai che presto CADF sarebbe confluita in Hera. Fu il 28 ottobre scorso, durante un incontro del Comitato locale acqua pubblica con i sindaci rappresentati in ATO (agenzia che determina le tariffe di acqua e rifiuti) circa la possibilità di privatizzare il servizio idrico, puntualmente realizzatasi per legge nazionale. Delle due l’una: o gli amministratori pubblici in questione sono totalmente sprovveduti o esiste una totale convergenza politica su un modello di gestione privata del bene pubblico che accomuna Pdl e Pd, data la provenienza Pd della stragrande maggioranza dei nostri sindaci.
In quella sede in cui come comitato Acqua paventammo i rischi della conversione in legge del decreto 135 che prevede, tra le altre cose, la considerazione del servizio idrico come bene di rilevanza economica e pertanto soggetto alle leggi del mercato, fummo trattati con sufficienza mentre elencavamo i rischi della perdita di controllo di un bene fondamentale alla sopravvivenza.
“Facciamo tutti i giorni una serie di telefonate per bloccare la sospensione del servizio idrico ai morosi” – ha ammesso sempre il sindaco Andrea Marchi di Ostellato, mentre il sindaco Tagliani di Ferrara dichiarava testualmente: “Il Comune deve rispondere a chi l’acqua non se la può permettere”, alle condizioni di Hera! Si parla dell’acqua in quanto necessaria alla sopravvivenza, ma non meno fondamentale è una lunga serie di servizi che i Comuni stanno cedendo in gestione a società cui, quando va bene, restano ancorati per il ritorno di dividendi legati all’andamento del mercato.
Con gli utili di Hera redistribuiti in base al possesso di azioni (percentuali ridicole per il comune di Ferrara) costruiremo gli asili. Fu una storica frase dell’ex sindaco Sateriale, sostenuta dal suo vicesindaco Tagliani. E l’asilo fu costruito infatti, a dispetto degli avvertimenti di Legambiente e dei comitati dei residenti. Leggo le dichiarazioni dell’assessorato all’ambiente secondo cui il lavoro svolto dai tecnici comunali circa l’indagine ambientale nel quadrante est (via Caretti, via del Salice) ha fatto risparmiare 200 mila euro di consulenze esterne. Fantastico! Invece di individuare chi ha voluto costruire quasi 3 milioni di euro di asilo in un sito inquinato (domanda posta più volte da Legambiente e tuttora inevasa) ci si vanta del fatto che gli stessi tecnici pubblici – che ben sapevano di quanto la zona fosse inidonea – abbiano fatto risparmiare denaro, dicendo a posteriori cosa va fatto in sede di caratterizzazione e bonifica dell’area, prima di potere aprire l’asilo.
Perché non si va ad indagare, in termini amministrativi e politici, sui misteri degli assessorati all’edilizia del Comune di Ferrara, indagati dalla Procura? Come può accadere che un ingegnere capo alla Provincia si dimetta per affrontare “serenamente” un’inchiesta che lo vede indagato per smaltimento illecito di rifiuti in collaborazione con una di quelle società (Area) che, guarda caso, ora si dicono piene di debiti e di problemi, per cui solo Hera può rappresentare la mano salvifica?
Com’è possibile che nella città del palazzo degli Specchi, dell’asilo di Via del salice, del nuovo ospedale costruito in Fondo Valle Morte, si stia trattando un’operazione edilizia, la quale “prevede la cessione alla ditta Sardo Giovanni di un’area in zona San Giorgio, in cambio della superficie tra via Darsena e le mura, con l’assunzione da parte del Comune, dei costi di bonifica per quest’ultima area tramite la diminuzione del valore dell’area stessa”. Il conguaglio finale a favore dell’Amministrazione dovrebbe essere di 283mila euro mentre i costi di bonifica non risultano al momento valutabili, nonostante il Piano di intervento per la rimozione dei serbatoi presentato già nel 2005 dalla ditta Sardo e nonostante, soprattutto, l’analoga esperienza di permuta della società PAR.CO in via Caretti. Non sono tra quelli che denigrano il Sindaco perché sono caduti sulle strade ghiacciate, l’Italia intera è impreparata ad affrontare qualsivoglia emergenza ambientale, ma il dovere politico e morale almeno di non ripetere gli errori del passato questo sì, me lo aspetterei dalle nuove amministrazioni.
Marzia Marchi, presidente Legambiente Ferrara
Commento di Valentino Tavolazzi
A mio parere dovremmo porci alcune domande.
1. Le cose si cambiano con qualche denuncia inviata di tanto in tanto ai giornali, o con una battaglia nelle istituzioni, dopo aver passato il vaglio degli elettori?
2. Si cambiano tentando di accreditarsi come interlocutori “politici” in rappresentanza di chi non si sa bene, o proponendosi agli elettori come alternativa al palazzo?
3. Si cambiano temporaggiando in scaramucce con il potere politico, stando ben attenti a non attaccarlo frontalmente (per mantenere un rapporto con esso, non si sa mai!), o facendo opposizione coerente e radicale con proposte alternative?
Ppf ha fatto la sua scelta ed è in trincea tutti i giorni, senza compromessi, in una dura battaglia di opposizione nelle istituzioni.
Questo non significa che i movimenti ambientalisti non abbiano una ruolo importante di informazione, sensibilizzazione e mobilitazione dei cittadini. Il problema è che non lo fanno più! Per quale ragione, da quando una parte del movimento ambientalista ferrarese ha deciso di impegnarsi attivamente in politica (metà 2008), è venuta meno la spinta movimentista propulsiva, che tra il 2005 ed il 2008 aveva prodotto a Ferrara una stagione di mobilitazioni, manifestazioni, petizioni, referendum, conferenze?
Perchè il movimento ambientalista, tranne Luigi Gasparini, ha fortemente ridotto la propria azione in mezzo alla gente? Nel 2005 il sottoscritto e Medicina democratica avevano fatto chiudere Conchetta. Il referendum autogestito del 2006 di Medicina Democratica, WWF, Grilli Estensi e Comitati era stata la più bella esperienza di mobilitazione dei ferraresi su temi ambientali. Nel 2007 e 2008, sempre Medicina Democratica e WWF avevano fatto una grande battaglia tecnica e legale, con audizioni in Provincia ed al Ministero, affiancandola con numerose conferenze scientifiche, su inceneritore e turbogas. Avevamo costretto Sef a realizzare le caldaie per la combustione degli off gas.
Poi tutto si è sgonfiato. Il problema di oggi è che nessuno fa più “movimento”! Tutti vogliono trattare con le istituzioni, tentando di accreditarsi come soggetti politici, anche se non validati dal consenso popolare ottenuto alle urne! Questo è un grande problema, perchè abbiamo un movimento che non è nè carne, nè pesce!
Le forze che battagliano nelle istituzioni su ambiente, salute, beni comuni, oggi a Ferrara ci sono. Si chiamano Ppf, Prc-Pdci, spesso affiancati da Iaf e Lega. Queste forze vanno sostenute ed incoraggiate, non guardate come competitors o peggio con la puzzetta sotto al naso.
Ciò che manca a Ferrara oggi è proprio il movimentismo, è il duro lavoro di informazione dei cittadini! Nessuno, tranne Luigi Gasparini, va più tra la gente ad informare. Nessuno fa più conferenze, raccolta firme, manifestazioni. Il Comitato per l’acqua pubblica è uno dei soggetti che dovrebbe farlo. Preferisce invece trattare con la Zappaterra e l’Ato.
Bisognerebbe capire che la manovra per il cambiamento della politica ferrarese va condotta a tenaglia: l’opposizione vera, che oggi esiste, lavora nelle istituzioni, e il movimento sta tra la gente.
Questo può produrre il risultato desiderato.
Se questo non avverrà, perchè chi dovrebbe fare una parte si dedica ad altro, ci penserà Ppf a riempire i vuoti con le proprie forze, mobilitando i cittadini sui temi sensibili dell’amministrazione, con conferenze, petizioni e referendum. Il bello deve ancora venire!